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Roger Waters ai Rolling Stones: “boicottate Israele, non suonate a Tel Aviv”

Il leader dei Pink Floyd è tornato in questi giorni alla ribalta per l’invito rivolto a Mick Jagger affinché annulli il concerto della sua band previsto nella capitale israeliana. Suonare in Israele, afferma il cantante e attivista, “equivale all’aver suonato a Sun City negli anni dell’apartheid”.

Non è la prima volta che Roger Waters, lo storico animatore della band dei Pink Floyd, è protagonista di mobilitazioni di tipo politico e sociale, approfittando della sua notorietà trasversale e internazionale per difendere la causa dei popoli oppressi, primo tra tutti quello palestinese. Negli anni è intervenuto anche per motivare alcuni artisti al boicottaggio nei confronti di Tel Aviv o, quando necessario, a disincentivarli affinché non si rendessero complici dell’occupazione e del colonialismo imposto dagli israeliani nei Territori Palestinesi.
In questa occasione Roger Waters ha indirizzato una ‘lettera aperta’, pubblicata anche sulla stampa israeliana oltre che su quella anglosassone, in cui avverte che il previsto concerto dei Rolling Stones a Tel Aviv “sarebbe sfruttato dalla propaganda del governo di Israele per rifarsi il trucco e nascondere il suo volto di regime razzista e iniquo”. Nel documento Waters paragona la situazione israeliana di oggi a quanto avveniva in Sudafrica nel 1985, quando su iniziativa di un gruppo di artisti che si opponevano alla politica di apartheid del regime di Pretoria si diede inizio ad una vasta campagna di boicottaggio che portò molte star a disertare i palcoscenici del paese.

Contrapponendosi a coloro che scelsero di non aderire al boicottaggio – tra gli altri Julio Iglesias, Queen, Ray Charles e Rod Stewart – gli artisti che promossero l’embargo culturale contro il Sudafrica – Ringo Starr, Bono, Bruce Springsteen, Bob Dylan, Run DMC, Joey Ramone, Rubén Blades, Lou Reed, Jackson Browne ed altri – incisero anche una canzone di denuncia, “Sun City”, divenuta poi un vero e proprio manifesto della campagna internazionale contro la segregazione razziale in Sudafrica.

Ora l’invito rivolto da Roger Waters – e anche da Nick Mason, altro esponente dei Pink Floyd – ai propri colleghi è esplicito: occorre boicottare Israele. “Chiediamo una risoluzione che affermi la libertà, la giustizia e l’uguaglianza di diritti per tutti, indipendentemente dall’identità, e che non sia causa di nuove sofferenza per le persone” hanno scritto i due esponenti della storica band, aggiungendo: “BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, ndr) ci mette a disposizione una via non violenta per fare pressione sul governo israeliano affinché si metta fine alle ingiustizie contro il popolo palestinese, ingiustizie che sono giuridicamente e moralmente inaccettabili e insostenibili”.

Poi, il riferimento esplicito ai Rolling Stones: “Con la recente notizia che i Rolling Stones suoneranno per la prima volta in Israele in quello che è un momento critico per la lotta del popolo palestinese per la sua libertà e per il riconoscimento dell’uguaglianza dei diritti, noi invitiamo le band che intendono andare in Israele a suonare a ripensarci. Suonare in Israele è l’equivalente morale di un concerto a Sun City, in Sud Africa, al culmine dell’apartheid. Indipendentemente dalle vostre intenzioni, la propaganda del governo israeliano userà questa cosa per nascondere le sue politiche di regime ingiuste e razziste”.

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