Menu

Addio, compagno Sepulveda

Ennesima vittima della pandemia, ci ha lasciati Luis Sepulveda, bravo scrittore cileno ma soprattutto compagno combattente. Ci conforti che la poetessa Carmen Yañez, sua compagna amatissima di vita, tanto che Sepulveda la sposò due volte, sia fuori pericolo.

Sepulveda è ben noto nel nostro paese, dove i suoi romanzi hanno avuto grande successo, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Le rose di Atacama, Patagonia express, Incontro d’amore in un paese in guerra sono diventati dei libri di culto per i lettori italiani, storie che hanno saputo portarli in un Sudamerica affascinante e talvolta desolato, ma mai rassegnato.

Una letteratura certamente anche di memoria, non scevra da un’intima (ma non intimistica) nostalgia. Una nostalgia che certamente Luis Sepulveda aveva vissuto per 31 anni da apolide, dopo che gli era stata tolta la cittadinanza cilena.

Presentatosi una mattina al consolato di Amburgo, dove doveva andare ogni tre mesi per rinnovare il passaporto marcato con la lettera “L”, quello dei cileni che non potevano rientrare nel paese, fu accolto da dei “gorilla” che gli dissero sbrigativamente che lui cileno non lo era più. Solo nel 2017 Sepulveda, quasi per caso, accompagnando sua moglie all’ambasciata di Madrid, apprese che la cittadinanza gli era stata restituita.

Dei “gorilla” e degli sgherri di Pinochet, Sepulveda aveva già esperienza. Militante socialista, molto vicino a Salvador Allende, faceva parte della guardia personale del presidente assassinato dai golpisti. Fu imprigionato e torturato per sette mesi, prima di essere liberato grazie alle pressioni internazionali. Riprese la sua attività come regista di teatro incorrendo dopo qualche tempo in una condanna all’ergastolo, poi commutata in otto anni di prigione e l’espulsione dal paese.

Partì in aereo per andare in Svezia, dove aveva ricevuto asilo politico, ma al primo scalo lasciò tale itinerario per iniziare una lunga peregrinazione tra Uruguay, Brasile e Paraguay che terminò solo quando alla fine fu ospitato da un amico in Ecuador.

In quel paese ebbe un’esperienza importante poiché partecipò a una missione dell’Unesco che lo portò a vivere diversi mesi presso gli indios Shuar, che divennero indirettamente protagonisti del suo primo romanzo, Il vecchio che leggeva storie d’amore.

In quel romanzo il vecchio Antonio José Bolivar Proano serba come ricordo più prezioso della sua vita l’avere vissuto a lungo presso gli Shuar, esperienza che gli ha insegnato il rispetto dei ritmi e dei tempi della natura e della grande foresta, che i gringos invece sanno solo sfruttare e distruggere.

Quell’esperienza, ancor prima dell’uscita del romanzo, portò Sepulveda alla militanza ambientalista con Greepeace, dove si impegnò negli anni ottanta a diversi livelli, prima come membro di uno degli equipaggi dell’organizzazione, poi in ruoli di coordinamento. Da quella militanza nacque poi il libro Il mondo alla fine del mondo.

Nel frattempo, c’era stata la partecipazione alle Brigate Simon Bolivar del Nicaragua, riallacciando un’esperienza combattente che lo aveva già portato in Bolivia nelle fila dell’esercito di Liberazione Nazionale, alla fine degli anni sessanta.

Infine, dal 1989, la carriera di scrittore, giunta dopo varie esperienze giornalistiche, durante la quale ha saputo parlare a lettori molto diversi, anche bambini, con romanzi, racconti di viaggio, fiabe. La scrittura di Sepulveda è semplice, immediata e diretta, proprio per questo efficace e raggiunge con facilità tutti.

Una vita, quella di Sepulveda, ribelle già dall’infanzia, come ci racconta ne La frontiera scomparsa, dove il nonno, anarchico andaluso scappato in Sudamerica per sfuggire a una condanna a morte, lo porta a pisciare sulle porte delle chiese. Ribelle e anche contrastata, poiché Luis nacque in una camera d’albergo dove si erano rifugiati i genitori in fuga da una denuncia del nonno materno che era invece un ricco possidente.

Mi piace concludere questo ricordo proprio con un riferimento al racconto di Sepulveda “Un uomo chiamato Vidal” , dalla raccolta di racconti Le rose di Atacama (Guanda, Parma, 2000). Parlando di Vidal, un sindacalista con cui fece amicizia in un mercato dell’Ecuador, dove quest’ultimo era stato fermato dalla polizia, ricorre alle parole di Brecht “Ci sono uomini che lottano tutta la vita: è di loro che non si può fare a meno”.

Non faremo a meno di Luis Sepulveda, dei suoi libri e del suo messaggio di combattente.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

5 Commenti


  • e sem

    Il compagno Sepulveda e’ “andato avanti”. La strada per liberta’ e per un futuro di pace con l’ambiente ha perso una delle poche luci rimaste, da oggi sara’ piu’ difficile percorrerla.


  • Alfredo Sellitto

    Presenza Gigante….


  • Pasquale

    La felicità come diritto universale. Ha narrato e scritto cose meravigliose. Con i suoi libri sono cresciute intere generazioni.
    Un colosso della letteratura, ma anche un combattente per la libertà. Si perde una luce sulla strada per un mondo migliore.
    Continueremo a nutrirci dei suoi capolavori. Arrivederci compagno e maestro di umanità.


  • christian binacci

    è stato ucciso povero Louis andava fatto scappare dall’ospedale di corsa ,andava fatto scappare all’estero gli ospedali italiani e spagnoli sono pieni di 007 e pseudo agenti 007 della nobiltà fascista ed ebraica , della chiesa e di vari gruppi mafiosi senza scrupoli e malvagi anche ! siete proprio dei brocchi su lo avrebbe capito chiunque che marca di spumante bevete gastappol ????!!!! state attenti in certi ospedali mettono nei corpi umani della micro implantologia invisibile ai raggi X ingrado di rilasciare sostanze alteranti il normale battito cardiaco e in grado di fare spionaggio neurale e dei propri spostamenti .
    è una vergogna ! va fatto un fronte politico di liberazione nazionale !!!!! va introdotta una super moneta o Euro sociale vanno bloccatti i prezzi dei beni di prima necesita e con la nuova moneta sempre capace di sorreggere il cambiamento dei costi vanno fatti arricchire tutti dando inviando sulla carta a tutti 20.000 euro ventimila euro !!!! poi va data una cultura del non spreco ! questa è democrazia e repubblica basta con i partiti fantoccio messi dalla monarchia e dal clero !
    VERGOGNA !!!
    EVVIVA la GNOCCA !!!!!!!
    basta papponi !!!
    è ovvio che fare il coprifuoco per un raffreddore è ridicolo se colpisce persone deboli vanno tenute a casa se le persone deboli lo vogliono vanno tenute in un ambiente immunoprotetto e con dei cibi immunoprotetti è ovvio. basta dittature e piani di segregazione di massa del clero e della nobiltà piani travestiti dalla storiella del raffreddore !!!….
    su svegliatevi


  • Mauritius

    Addio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *