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La Cina è “perfetta”? Il Partito tra ideologia e controllo sociale

E’ in uscita in libreria e nei negozi online il ponderoso volume “Una Cina ‘perfetta’. La Nuova era del PCC tra ideologia e controllo sociale” di Michelangelo Cocco.

Il volume, edito da Carocci e con una prefazione del prof. Guido Samarani, affronta tematiche attualissime quali lo scontro con gli Stati Uniti, l’innovazione tecnologica, la nuova via della Seta, la transizione verde… analizzando la genesi e le possibili conseguenze dei grandi progetti del Partito comunista per dar vita a una Cina “perfetta”.

Fondato a Shanghai il 23 luglio 1921, con i suoi 90 milioni di iscritti il Partito comunista cinese è il partito politico più grande del mondo. Dopo 70 anni ininterrotti al potere, il Partito ha permesso alla Repubblica popolare cinese di superare l’Unione Sovietica, diventando il regime socialista più longevo della storia. Con Xi Jinping la Cina affronta un altro tornante epocale, dopo il maoismo, la Rivoluzione culturale, il denghismo, la partecipazione al capitalismo globale.

In un mondo post-ideologico, la “Nuova era” proclamata dal segretario generale scommette sul marxismo e sul confucianesimo per disciplinare il Partito e il popolo, per centrare quella “rinascita nazionale” che renda finalmente il paese ricco, forte e protagonista sullo scacchiere internazionale.

L’ascesa della Cina però sconvolge vecchi equilibri e suscita le resistenze delle grandi potenze, che temono la competizione di un sistema autoritario efficiente, che promette di far diventare la Repubblica popolare un’economia avanzata e di riparare a decenni di catastrofe ambientale. Secondo Xi e compagni, anche la crisi del Covid-19 conferma che per affrontare le grandi sfide di governance del XXI secolo resta imprescindibile il Partito, sempre più dominante: nello Stato, nell’economia, nella società.

Di seguito l’indice del volume:

Prefazione

di Guido Samarani

1. Effetti collaterali di una “rinascita nazionale”

1.1. La fatica di Sisifo della normalizzazione di Hong Kong

1.2. Taiwan, destinati alla guerra?

1.3. Xinjiang, il terrore del jihad in casa

1.4. Competizione, contenimento, isolamento

2. La via della seta di una potenza globale

2.1. L’Asia agli asiatici

2.2. Geoeconomia, ovvero l’arte della guerra del XXI secolo

2.3. Dopo i Piani di aggiustamento strutturale, è l’ora del “winwin”

2.4. Una globalizzazione dal volto umano?

3. La Nuova era: tutto il potere al Partito-Stato

3.1. È cambiata la “contraddizione principale”

3.2. Basta Rolex e grappa di sorgo, via i corrotti e gli arrampicatori sociali

3.3. Una macchina di riforme per tenere lontana la democrazia

4. Marx, patria e Confucio: lo hot pot del socialismo con caratteristiche cinesi

4.1. Un’avanguardia leninista di 90 milioni di iscritti

4.2. Emozionare il popolo per rinnovare il paese

4.3. L’armonia prima di tutto

4.4. Il pensiero del leader supremo viaggia sugli smartphone

5. Il patriottismo dei “piccoli rosa”

5.1. I tanti volti del cyber-nazionalismo

5.2. La Lega della gioventù, da fazione politica a idolo pop

5.3. Lo stupro di Nanchino rivive in tv, nelle canzoni e nei videogame

6. Un miliardo di cittadini modello, ovvero la stabilità prima

della giustizia

6.1. Possiamo avere a disposizione tutti i dati del mondo

6.2. Un complesso securitario-industriale per il controllo della popolazione

6.3. Le nuove “cinque categorie nere”

6.4. Civilizzare e purificare internet

6.5. Nel sistema di credito sociale rivive il mito dello scienziato del popolo

7. Ripulire l’ambiente, una missione impossibile?

7.1. Invertire la rotta, assecondando il malcontento popolare

7.2. Una cultura verde per la Cina del XXI secolo

7.3. Vincitori e vinti della diplomazia del clima

8. Parola d’ordine: innovazione (e la fabbrica del mondo va in

pensione)

8.1. Quell’insostenibile produzione di iPhone

8.2. Il Grande balzo in avanti della manifattura

8.3. Huawei, Comac, nio… ma le componenti chiave arrivano

dall’estero

8.4. Venture capital vs. pensiero critico

Conclusioni

Bibliografia

Indice dei nomi

Indice analitico

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1 Commento


  • giancarlo staffolani

    Ora la Cina e Il Pcc si debbono porre il problema impellente di diventare riferimento e “modello di egemonia culturale e alternativo” a quello mediatico/mercantile Usa-Europeo, proponendo modelli, comportamenti e stili di vita alternativi fondati su una vita collettiva ricca di “relazioni”, di opportunita culturali, scientifiche, artistiche, naturalistiche, e di tempo libero, sottratte al mercato dell’individualismo emotitvo irrazionale, (lusso. consumismo, spreco, ansia di apparire e primeggiare). Il futuro della Cina e del Mondo dipende in grande misura dalla soluzione di queste contraddizioni.

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