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Giugliano, terra dei fuochi

Terra dei fuochi. Terra avvelenata. Terra stuprata. Terra inondata da liquami di rifiuti tossici. Nero sperma spruzzato sulla veste dell’innocenza.

Morte, carne rancida e rantoli di dolore. Il business ha le sue inappellabili ragioni. Farcite di violenza, di sangue e di merda.

L’odore si avvolge nel vento. E sfiora la pelle. Ulcere di sifilidi camminano come zombie inconsapevoli. Per le strade di periferia.

L’ossigeno di un’ Hiroshima napoletana riempie polmoni, stomaci, ventri di madri. Che partoriscono cadaveri.

Il Potere è uno sciacallo che si inebria al puzzo dei cimiteri all’aperto. Costruisce tombe. Loculi di corpi il cui prezzo al ribasso è inferiore a qualunque casa popolare.

Nei Palazzi le bocche unte di cibo gourmet banchettano – sprezzanti – i regnanti democratici.

E vomitano bile sulla nostra Terra. Greca bizantina normanna. Angioina latina araba. Puttana meticcia felice delle sue cosce allargate sul Mediterraneo. Deserto di acqua e di bare. Il mare non entra compagna.

Defecano i signori in abito da sera la febbre delle loro viscere. Malsane di utile pronto cassa. Il cancro è la loro parola. Il debito il loro credo che si fa carne. Facile da inchiodare su una qualunque croce.

Pandemie politiche. Virus Capitale. Alla fiera del Mezzogiorno puoi regalare a tuo figlio un linfoma a metà prezzo. Bastardi in tailleur o cravatta avvolgono fumi di ottimismo in carte di giornali. Buoni per il pesce azzurro di mercurio.

Il popolo aspira aria di sigarette nazionali senza filtro. Un buco in una vena sarebbe meno tossico. Neanche un ospedale che si prenda cura.

L’orgia delle case private è l’ultimo disneyland del porno. Rien ne va plus e la dama col rossetto nero dispensa pompini e leccate ingorde di fica. Denti marci di chewing gum di scorie. Mani veloci che aprono nella pancia ferite che non rimarginano.

Dal Palazzo regionale, il Governatore spara strali isterici, come il Presidente Schreber. Un clown, col bastoncino da guappo e l’aria da ducetto di periferia. Se lo sono comprati a poco i mercanti europei del Tempio dell’Unione.

Pennivendoli attendono famelici il suo ultimo peto. Repubblichini al Santo Sepolcro della Madonna dell’Arco. Vattienti senza processione.

In strada, l’urlo disperato dei compagni. Della lotta che non vuole morire!

Un grazie ai compagni di Giugliano che lottano per la loro, nostra Terra!

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