Mercoledi scorso la Corte Suprema israeliana ha emesso una sentenza che conferma definitivamente l’accusa di diffamazione contro il documentario Jenin, Jenin, girato nel 2002, durante la seconda Intifada, dal regista palestinese Mohammad Bakri, e ne vieta la proiezione in Israele, respingendo l’appello presentato dal regista al quale è stato invece ordinato di risarcire l’ufficiale delle Forze armate israeliane che l’ha querelato.
Nel novembre 2016 il tenente colonnello Nissim Maghnagi ha intentato una causa contro il regista Mohammad Bakri chiedendo 2,6 milioni di shekel (820.000 dollari) per danni e il bando del documentario “Jenin Jenin”. L’ufficiale israeliano compare nel documentario solo per pochi secondi, ma ciò non gli ha impedito di mettere in piedi l’azione giudiziaria che ha portato al bando del documentario.
“Jenin, Jenin” include testimonianze delle persone che hanno vissuto l’assalto israeliano al campo durante la brutale repressione della seconda Intifada nel 2002. Mostra i filmati di soldati israeliani, carri armati e veicoli corazzati, e di palestinesi che vengono arrestati. In esso c’è indubbiamente solo il punto di vista palestinese sui fatti, ma che questo debba essere negato o vietato è del tutto irricevibile.
La sentenza di mercoledì della Corte Suprema ha così confermato la decisione del gennaio 2021 del Tribunale distrettuale di Lod che ordinava a Bakri di corrispondere a Maghnagi 175.000 shekel (51.000 dollari ) per risarcimento e 50.000 shekel (14.600 dollari) per spese legali. La sentenza afferma che il film non può essere proiettato in Israele e che tutte le copie devono essere ritirate. La Corte ha stabilito che Bakri ha diffamato Maghnagi. Il giudice israeliano Yitzhak Amit ha affermato che il documentario “include bugie e finzioni che diffamano i soldati delle Forze di Difesa israeliane”, che “una sentenza era già stata emessa” e “la Corte Suprema ha già ripetutamente affermato in modo chiaro e netto che il film Jenin, Jenin è una frode”.
La difesa di Bakri aveva sostenuto che il caso sarebbe caduto in prescrizione dal momento il fatto che risale a due decenni fa, ma i giudici della Corte Suprema hanno rilevato che la responsabilità di Bakri persiste poiché il film è stato proiettato pubblicamente almeno quattro volte tra il 2010 e il 2012, dunqJeninue entro i termini della prescrizione.
Il documentario di 53 minuti di Mohammed Bakri sul brutale attacco militare israeliano a Jenin nel 2002, subito dopo l’uscita suscitò aspre polemiche e richieste di divieto di circolazione e proiezione in Israele. Tale divieto adesso è stato sancito dalla Corte Suprema israeliana.
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Paolo
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia
perchè verranno giustiziati.