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La morale asimmetrica degli euro-atlantici

Se noi riteniamo necessario partecipare alla difesa dei diritti delle persone e dei popoli, allora dobbiamo innanzitutto presentarli in modo universale, considerandoli validi per chiunque.

Per questo è necessario che ciò che subisce un popolo (anche quando sappiamo che l’oppressore è un nostro “alleato”) sia trattato come fosse subìto da tutti i popoli; in ogni caso che sia attribuita la stessa dignità a popoli che, pur non rientrando tra le nostre “amicizie”, subiscono continue violazioni dei loro diritti. Ciò che è realmente universale – concretamente e non solo nominalmente – diventa così egualitario.

Chi si mobilita contro le violazioni dei diritti, per esempio in Iran, se fosse conseguente dovrebbe mobilitarsi anche per altre violazioni, talune macroscopiche, per esempio quelle subite dai palestinesi; anzi, dovrebbe farlo con più forza, visto che a compierle sono paesi annoverati tra quelli “democratici”.

Perché quando un attivista mette in atto una separazione e isola un popolo e sottrae ad esso un diritto con l’atto stesso di non nominarlo, allora anche lui si sta dimostrando “indifferente”, dunque complice di quella violazione. Il suo discorso, così come i suoi appelli o le sue mobilitazioni, non saranno mai realmente universali, né egualitari.

Perché ciò che invochiamo per gli iraniani non dovrebbe essere invocato anche per i palestinesi? Indignarsi solo per talune violazioni è ipocrita. E, nondimeno, fa sorgere il sospetto che il discorso dei diritti umani divenga un’arma per contrastare alcuni governi, di solito in posizione concorrenziale con quelli che ci sono amici.

Perché la protesta per l’impiccagione di un oppositore in Iran non dovrebbe andar bene per un oppositore palestinese brutalmente giustiziato in mezzo a una strada? Una tale protesta è quanto mai necessaria, persino eticamente obbligata, ma finché non contiene tutte le diverse espressioni dell’oppressione, e si rivolge contro tutte le violazioni di diritti, allora è una protesta monca e fortemente ambigua.

Finché non saremo capaci d’imparare a non separare cinicamente i diritti umani di un popolo da quelli di un altro popolo, per quanto possa essere giusta la nostra protesta, rimarrà sempre una protesta che permette a certi governi il diritto di opprimere.

***

La scelta di protestare solo contro alcune violazioni e non contro altre, magari anche peggiori, è una scelta politica; appartiene al campo delle pratiche di egemonia o potere. Ed è una pratica che de-umanizza alcune popolazioni, come per l’appunto quella palestinese, e proprio perché non ritiene che i loro diritti “umani” siano degni di essere difesi.

Non è illogico giungere alla conclusione che l’uso dei diritti umani da parte di alcune organizzazioni politiche (in Italia, per esempio, il Partito Radicale o +Europa della Bonino sono i più estremisti nell’applicare questa doppia misura) sia una forma di sostegno a un’ideologia di tipo “coloniale”, dunque di dominazione fortemente antiumana.

Qualcuno ha mai invocato – con forza e continuità – il rispetto dei diritti umani degli yemeniti?

Quando i responsabili sono paesi “amici” o “alleati”, gli attivisti restano muti. Il che è tanto più penoso in quanto gli autori di quelle violazioni fanno della loro “etica” la supposta virtù del proprio intervento “umanitario” in altre situazioni. Il cortocircuito logico è evidente: l’etica è invocata per sostenere l’Ucraina, ma è adeguatamente taciuta quando un “alleato” bombarda una città dello Yemen.

Che i singoli attivisti, singolarmente presi, siano condannati a questa contraddizione non è importante; d’altra parte, per una singola persona è impossibile occuparsi di tutte le violazioni dei diritti umani. Il problema è delle organizzazioni, siano esse ONG o partiti politici: mentre esibiscono il loro “doppio standard”, e in questo modo oscurano certe violazioni, stanno umiliando il carattere universale dei diritti a vantaggio di un loro utilizzo politico e ideologico.

Anche su ciò, gli atlantisti sono il peggio.

* da Facebook

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2 Commenti


  • Giovanni

    Concordo pienamente


  • Mauro

    Con chi solidarizzare ce lo dicono tutti i giorni i mezzi d’informazione e propaganda del Sistema che coprono il 99% del pubblico a casa…

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