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I “civili” tagliatori di teste

I media mainstream fanno a gara nel proporre (e poi censurare per pudore) immagini raccapriccianti della brutalità del “nemico” di turno. I tagliatori di gole e di teste adesso sono quelli dell’Isis, combattuto e bombardato in Iraq, ma tollerato finora in Siria dagli stessi che adesso lo bombardano. Eppure le stesse potenze occidentali hanno parecchie foto raccapriccianti nel proprio album di famiglia. Nella storia del colonialismo europeo, abbondano le immagini delle teste tagliate dalle truppe inviate nelle colonie, in Marocco e in Algeria o nel Meridione in Italia nella lotta contro il brigantaggio per esempio. Ma le truppe coloniali avevano la pretesa di rappresentare una “missione civilizzatrice”. Per una sorta di legge del contrappasso, i pensatori dell’imperialismo moderno hanno elaborato la tesi della “guerra di civiltà”, ma questa – come tutte le guerre – ha una sua drammatica e inquietante reciprocità.

Il colonialismo spagnolo in Marocco

Il brigante Palma decapitato dai soldati piemontesi

E che dire degli italiani ‘tagliatori di teste’ in Etiopia, solo un secolo fa, come giustamente ci ricorda Wu Ming Foundation?

1congoSempre per rimanere in tema di colonialismo europeo in Africa, potremmo citare l’abitudine degli occupanti belgi in Congo che, ai tempi di Re Leopoldo, imponevano agli abitanti dei villaggi di lavorare gratuitamente nelle loro piantagioni di caucciù. 
E chi non obbediva veniva condannato al taglio di una mano, di un piede, di un seno. Della testa no, ma solo perché uccidere i potenziali schiavi non sembrava un buon affare ai ‘civili’ capitalisti europei. 

Congo, il genocidio dimenticato. Dalla seconda metà dell’Ottocento al 1960

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