I Dischi del Sole è stata un’etichetta discografica collegata alle Edizioni Avanti che, fondata nella prima metà degli anni sessanta, produsse in circa un ventennio ben 278 vinili variamente assortiti tra canzoni di lotta, dischi di ricerca sul canto popolare e la produzione di una “nuova canzone” d’impegno che s’ispirava comunque alla ricerca sul campo nella musica folklorica.
La casa discografica Ala Bianca, che ha rilevato negli anni novanta l’imponente catalogo dei Dischi del Sole è da allora impegnata nella sua valorizzazione e diffusione.
All’interno di tale progetto e in collaborazione con le Edizioni Bella Ciao e l’Istituto Ernesto De Martino per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario è uscito recentemente un cofanetto di quattro CD che ripropone le canzoni originariamente contenute in 18 vinili a 33 giri/17 cm che costituivano la serie sperimentale/canzoni d’uso dei Dischi del Sole.
Scrive nella presentazione del cofanetto Stefano Arrighetti, presidente dell’Istituto De Martino: “Se l’intera produzione dei Dischi del Sole si identifica come dischi della protesta, così come è scritto in una nota al Catalogo ’I Dischi del Sole prodotti dalle Edizioni del Gallo’ del 1968, se i 45 giri della Linea Rossa, con copertine molto mosse e colorate, sono il momento polemico, di rottura e di provocazione, la Serie Sperimentale, i dischi bianchi (il bianco era il colore delle copertine della serie, ndr) rappresenta il filone della “nuova canzone” cioè di una canzone “scritta” d’autore ma con al centro la ricerca sul campo da cui questa nuova canzone sociale prende stimoli e anche influenze musicali”.
Ascoltando i quattro CD della raccolta e leggendone le presentazioni (che sono quelle che accompagnavano i vinili originari) non è facile individuare un unico percorso musicale o politico o una traccia unificante d’interpretazione del materiale musicale. Alcune canzoni hanno preso direttamente la strada delle piazze del 68 e degli anni successivi, altre sono entrate nel circuito musicale d’impegno “alternativo”, altre infine sono cadute nell’oblìo.
Tra le canzoni che hanno preso la strada della piazza sono senz’altro La Rossa Provvidenza di Rudi Assuntino meglio nota come Buttiamo a mare le basi americane, purtroppo ancora assai attuale ma anche quelle che narrano episodi di lotta, come quelle sulle occupazioni di case di Viale Tibaldi, a Milano, il ferimento di Soriano Ceccanti davanti alla Bussola, nel Capodanno 1969 o l’uccisione di Giovanni Ardizzone, che abbiamo recentemente ricordato su Contropiano.
Ascoltando le altre canzoni che vedono protagonisti coloro che furono probabilmente i primi cantautori italiani, come Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Fausto Amodei, Gualtiero Bertelli e tutto il gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano si possono individuare diversi percorsi.
Anzitutto, è molto presente l’esperienza della migrazione interna che caratterizzò gli anni sessanta, un fenomeno che coinvolse milioni di lavoratori e che fu gestito solo in termini di brutale spostamento di braccia da una regione all’altra senza che vi fosse alcun provvedimento d’accompagnamento sociale o politico.
Ne conseguirono condizioni di vita e di lavoro a volte particolarmente disagiate sino al degrado descritto nei Quaderni di Corea da Danilo Montaldi. Furono proprio quei lavoratori migranti che divennero protagonisti delle lotte operaie degli anni settanta tanto presenti nelle canzoni che ne testimoniano la vita e il lavoro.
Un altro percorso che può essere seguito è quello musicale, testuale e personale che nasce dal seguire l’evoluzione politica di alcuni dei protagonisti del cofanetto, come Bertelli, Amodei ma soprattutto Ivan Della Mea.
Forse proprio in Della Mea si coglie particolarmente lo spostamento progressivo dell’attenzione da temi legati al mondo della marginalità milanese verso una più chiara coscienza politica e impegno a fianco del proletariato, che è evidente nel cantautore milanese ma si coglie anche in altri.
Un percorso che accompagnò la vita di Della Mea che forse si risentirebbe di essere chiamato cantautore, perché in realtà vedeva nel suo lavoro musicale soprattutto un impegno militante.
Tale spostamento dell’attenzione è certamente nell’elaborazione a livello musicale e culturale delle lotte operaie e studentesche degli anni sessanta e settanta, di cui furono testimoni i musicisti che animano questa raccolta di “canzoni d’uso” che hanno comunque anche un chiaro riferimento alla ricerca che negli anni sessanta e settanta molti protagonisti del Nuovo Canzoniere Italiano conducevano nell’ambito della musica e della cultura delle classi subalterne.
Un legame, quello tra ricerca e canzone d’autore, che è sempre stato un tratto caratteristico Nuovo Canzoniere Italiano.
Il cofanetto pubblicato da Ala Bianca-Bella Ciao-Istituto De Martino si pone quindi come un sicuro punto di riferimento per la conoscenza di un periodo e di una produzione importante nella storia della musica italiana legata al mondo popolare e alle sue lotte.
Visitando il sito dell’Istituto Ernesto De Martino www.iedm.it è possibile consultare l’elenco dei brani inclusi nei quattro CD, ascoltarne alcuni esempi e acquistare il cofanetto, peraltro disponibile anche nelle librerie Feltrinelli.
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