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Il DJ Erry e l’inconsapevole riflesso del General Intellect

Lo sviluppo del capitale fisso mostra fino a quale grado il sapere sociale generale, knowledge, è diventato forza produttiva immediata, e quindi le condizioni del processo vitale stesso della società sono passate sotto il controllo del general intellect, e rimodellate in conformità ad esso; fino a quale grado le forze produttive sociali sono prodotte, non solo nella forma del sapere, ma come organi immediati della prassi sociale, del processo di vita reale.

(Karl Marx, Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica vol. 2, La Nuova Italia, 1970)

Da qualche settimana, nelle sale cinematografiche, sta riscuotendo un discreto successo il film “Mixed by Erry” – del regista salernitano Sydney Sybilila – il quale narra la storia vera di un gruppo di fratelli napoletani, tra cui Enrico Frattasio “Erry”, che nel giro di pochi anni trasformarono, quasi in maniera anomala, una banale duplicazione di audio/cassette musicali da una modesta attività amatoriale in una vera e propria holding che divenne – nei primi anni ’90 – la maggiore quota del mercato nazionale discografico.

Una intrapresa che soppiantò le grandi major del settore audio e discografico dell’epoca garantendo un prodotto di qualità, privo dei sovraprezzi determinati dai “diritti d’autore” e da altre gabelle, ma – soprattutto – capace di anticipare i tempi di uscita sul mercato dei grandi marchi e garantendo una distribuzione “clandestina” capillare in tutta Italia.

Siamo nella Napoli degli Ottanta dove, nel quartiere Forcella, Erry dopo essere stato licenziato come umile garzone di bottega inizia a duplicare audio/cassette (..ma in fondo lui vuole fare solo il DJ, come dichiarerà anche nell’aula processuale qualche anno dopo) e, progressivamente, con la collaborazione dei fratelli, comincia a prendere corpo una “produzione indipendente open source ante litteram” che si fa strada tra camorristi, strozzini e la mirabolante scoperta delle innovazioni tecnologiche che, in quel periodo, fanno compiere un complessivo salto di qualità al mercato discografico internazionale e alle modalità di fruizione di massa della musica.

Il tutto – ovviamente – in barba al fisco e alla palude delle regole di un mercato fino ad allora terreno incontrastato dalla vigenza delle regole blindate stabilite dalle multinazionali del settore, dalla SIAE e da agli altri odiosi dispositivi di grassazione antisociale.

Il film scorre – amabilmente – tra gag, ricordi del primo Scudetto del Napoli Calcio, una bella colonna sonora tra cui una inedita title track di Liberato, squarci di una città a tratti pittoresca ma molto confacente alle trasformazioni post/industriali del decennio degli Ottanta fino al culmine della saga dei Fratelli Frattasio che terminerà sotto i colpi della crescente risposta dello Stato.

Una mannaia che – come capiterà alcuni anni dopo con il deciso stop inferto al circuito del contrabbando delle sigarette – scatenerà una sistematica “caccia al falso d’autore” fino allo smantellamento manu militari della “Mixed by Erry” e l’arresto dei Fratelli Frattasio.

Ho aperto questa “recensione” con una citazione – non a caso – di Karl Marx presa dai “Grundrisse” in quanto la vicenda dei Fratelli Frattasio – al di là di una prima interpretazione che potrebbe attestarsi ad un solo “sguardo antropologico” – ha, a mio parere, squadernato la potenza della categoria marxiana del General Intellect e la sua preveggenza teorica circa la possibilità di dare vita a forme possibili di cooperazione sociale antagonista partendo dai punti alti dello sviluppo delle forze produttive, delle innovazioni tecniche e scientifiche e del rapporto/intreccio tra Sapere e Produzione con l’affermazione del primo come fattore scatenante e trainante.

Molto probabilmente la “disarmante ingenuità” dei Fratelli Frattasio non fu – esclusivamente – come dichiarato da alcuni accorsati commentatori una “anticipazione” di “Spotify prima di Spotify” mirante alla sola fidelizzazione degli ascoltatori e dei fruitori o, come sostengono altri, una mera “evasione fiscale di massa” ma – nel know how creato, arricchito e armoniosamente dispiegato da “Mixed by Erry” – è possibile intravedere la modernità della teoria marxiana e la sua rispondenza contraddittoria dentro la dinamica del Modo di Produzione Capitalistico.

Da questo punto di vista – e il film lo evidenzia bene – Erry è capace di “cogliere l’occasione” quando comprende velocemente l’improvvisa trasformazione del “suono analogico a quello digitale” ed è in grado di “riconvertire” velocemente la sua produzione con veri e propri “elementi di Piano” che stupiscono, e in primo periodo spiazzano, le teste d’uovo dei vertici nazionali della Guardia di Finanza.

Insomma – senza assolutamente sovra/determinare artificiosamente le volontà del regista ma andando oltre i suoi stessi proponimenti artistici e narrativi – credo che “esperienze” come quelle di Mixed by Erry mostrano l’attualità dell’Utopia Sociale di Marx ed Engels.

Buona visione!

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1 Commento


  • Maurizio

    Ingegno napoletano-marxsista in chiave fuck the mayor’s

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