Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha disertato le premiazioni del Premio Strega. Su due piedi, sembra un tentativo di non fare figuracce come l’ex Ministro della Cultura Sangiuliano, che dichiarò in pubblica piazza di non aver letto i libri in concorso l’anno scorso.
Tuttavia, nella mancata presenza di Giuli si cela un tentativo di far regredire l’intera produzione culturale del paese. Il Premio Strega è sicuramente il più importante premio letterario italiano. Da Moravia a Barbero, da Murgia a Scurati, sono tantissimi, nel corso dei decenni, gli autori premiati diventati poi intellettuali di riferimento del mondo liberal e della ‘sinistra’ italiana.
Se quindi il pensiero liberale riesce ad avere un riferimento così importante all’interno del panorama culturale italiano, lo stesso non si può dire per il pensiero conservatore, neanche nel proprio di “splendore” dei governi Berlusconi. Giuli però non è un semplice esponente di questo pensiero.
Il Ministro appartiene ideologicamente alla “Nouvelle Droite”, corrente di pensiero sviluppatasi in Francia che sin dagli anni ‘70 si pone in netto contrasto con i partiti mainstream di destra con l’obiettivo di rendere egemoniche tendenze fasciste all’interno della società.
Influenza di spicco è chiaramente Giulio Evola, non solo collaborazionista dei nazisti a suo tempo, ma anche principale ispiratore delle formazioni neo-fasciste che andranno a commettere crimini contro militanti politici e civili nel nostro paese per conto della NATO. Già l’anno scorso, il quotidiano Domani faceva notare che Giuli, quando parlava di “pensiero solare” e “spirito mediterraneo”, si rifaceva a termini “neopagani” che pervadono il lessico evoliano.
Le dichiarazioni di Giuli nei confronti del Premio Strega sono quindi una chiara presa di posizione nei confronti di un pensiero liberale che – soprattutto a causa del regredire di un punto di vista realmente progressista del centrosinistra – va sempre più a scemare nel nostro paese. Ma, allo stesso tempo, preparano il terreno per una società sempre più reazionaria, improntata sull’appiattimento culturale, devota alla guerra e allo sviluppo degli interessi di pochi, a qualunque costo.
Queste tendenze crescenti vanno, di conseguenza, affrontate come un vero e proprio terreno di battaglia delle idee, in cui tutti noi dobbiamo organizzarci e costruire in ogni spazio, scuola, università, posto di lavoro, le basi per un modello di Cultura Nuova che dia realmente spazio ai bisogni di questo paese e allo sviluppo di una cultura per tutte e tutti, orientata verso una società più giusta.
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Oigroig
Posto che il Premio Strega ha una funzione più promozionale che culturale e ha premiato tanti romanzi che oggi ci appaiono mediocri, il Ministro della Cultura (ma quello di oggi andrebbe chiamato Ministro dell’Ignoranza Eclettica) è solo un funzionario che dovrebbe amministrare soldi pubblici (cioè di tutti) ed è auspicabile che non abbia ambizioni da MinCulPop e che se ne stia chiuso nel kafkiano castello del Ministero, senza pretendere di dirigere l’orchestra e risparmiandoci i ridicoli sproloqui che siano liberali o filonazisti e “solari”…
Matteo
Egemonia culturale? L’unica egemonia che conosco e che abbia davvero funzionato negli ultimi 40 anni in Italia, è stata quella della tv commerciale berlusconiana. 3,5 milioni di persone incollate allo schermo a vedere quell’allevamento ambulante di bovini chiamato “Temptation Island”. Come dice qualcuno: ma ormai chi li legge più i libri?