Abbiamo riso pensando, ci siamo divertiti riflettendo, con lui l’umorismo è stato soprattutto ragionamento, presa di posizione, punto di vista.
Dario Fo inventò il famoso aforisma “Sarà una risata che vi seppellirà”, usata sulla foto dell’arresto di un anarcosindacalista che sghignazzava in catene tra due carabinieri.
Benni, invece, non voleva seppellire di disapprovazione, ma svelare in anticipo il significato di parole, gesti, comportamenti con cui poi avremmo avuto a che fare.
È stato raffinato e popolare, il suo dire è stato semplice e articolato, critico e visionario, ci parlava di quello che abbiamo avuto sotto gli occhi proiettandone il significato oltre.
E così che ha trasmesso fino ai nostri giorni il significato di Bar Sport, che da accogliente luogo di ritrovo proletario di quartiere degli anni Settanta, si è trasformato nell’icona della sciatteria, del pressapochismo, dell’improvvisazione – cialtrona, cattiva e lazzarona – del discorso pubblico, della bassezza del dibattito politico, che dalla tv ai social è diventata prassi pervicace della classe dirigente.
Stefano Benni ha capito in anticipo e messo a nudo la miseria del marketing della politica prima ancora che la parola entrasse nel vocabolario della pubblicità, della sociologia, della comunicazione.
Ci mancherà quella sua – tanto preziosa quanto gustosa – autoironia critica di quando eravamo convinti che avremmo cambiato il mondo.
* da Beh, Buona Giornata

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Oigroig
Benni a me pare uno scrittore della deideologizzazione anni Ottanta. Prendete la sua lode all’anguria della fine degli anni Settanta: «saldi nel solleone / i compagni ti baciano / con devota passione / tu, rossa passionaria / o anguria / bandiera proletaria». Non è un Evangelisti in chiave umoristica. È un Nanni Moretti in forma scritta. Il lettore si sente più intelligente degli altri, dei poveri personaggi, e per questo effetto consolatorio il lettore ama quei libri, quei film, ecc. È la tipica deideologizzazione: cioè snobismo per il consumo di massa. Ovviamente le persone sono un’altra cosa, ma i libri sono prodotti sociali e funzionano all’interno di rapporti di dominazione: per assecondarli o per spezzarli, per difenderli o per farli saltare… Marx dice che Balzac era un reazionario, ma che i suoi romanzi hanno una dirompente forza di denuncia antiborghese. Benni sarà stato anche, da giovane, un militante rivoluzionario, ma i suoi romanzi non ci hanno aiutato a piegare la testa sorridendo divertiti?
Redazione Contropiano
No.
Oigroig
Scusate la pedanteria, ma «Sarà una risata che vi seppellirà» non lo ha “inventato” Dario Fo, ma è uno slogan anarchico che già nell’Ottocento era attribuito a Bakunin ed è Fo stesso a dire dove lo ha preso…
Giorgio
Il problema e che si attribuiscono alle classi popolari
mérito e qualitá che non hano. Non le hanno perché il proletariado é humano e la razza humana é intelligente ed oportunista e senza scrupoli. La morale e la ética sono superficiali. La coscienza di classe é stara sempre stata traballante anche nei suoi momenti migliori.Alla fine il lavoro lo doveva fare il partito che doveva essere monolítico ,autoritario e spesso crudele ( come la chiesa) se voleva cavar un ragno dal buco.
Si sperava che dopo la rivoluzione le cose sarebbero migliorate sotto il sole dell avenir…Non vedo soluzioni facili
Redazione Contropiano
Sinteticamente: la “coscienza di classe” è in genere “il partito”, ovvero il luogo dove la classe è in sé e per sé… La classe, sociologicamente. è… La coscienza della propria condizione, del proprio ruolo, dei propri scopi di emancipazione, è un processo di conoscenza lungo, ma soprattutto volontario
Marco
Attribuito, ma mai accertato. Fo lo ha reso un punto di vista creativo del teatro politico.