Continua la tenace opposizione delle nazioni aderenti all’Alternativa Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) all’intervento imperialista contro la Libia e il suo popolo.
Dopo le dure dichiarazioni contro i bombardamenti della cosiddetta “coalizione dei volenterosi” e le posizioni espresse dai Presidenti di quei paesi, è stata presentata dall’Ambasciatore venezuelano presso le Nazioni Unite una lettera per il Consiglio di Sicurezza con la richiesta della fine dei bombardamenti sulla Libia.
La richiesta firmata anche da Indonesia, Vietnam, Mali, Guinea Equatoriale e Cambogia, esprime la profonda preoccupazione dei, paesi firmatari, per la situazione che si è determinata in Libia dall’inizio della lotta per il potere, lo scorso 15 Febbraio.
Nella sua dichiarazione, rilasciata alla consegna della lettera, l’Ambasciatore Jorge Valero, ha evidenziato due questioni fondamentali, per contribuire alla fine delle sofferenze del popolo libico, il cessate il fuoco e la ricerca di una soluzione pacifica del conflitto. L’Ambasciatore ha criticato duramente i bombardamenti delle forze coloniali guidate da Francia, Stati Uniti e Regno Unito, che hanno “ distorto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza”.
Nella lettera si fa espressa richiesta al Consiglio di Sicurezza di prendere urgenti iniziative per un immediato cessate il fuoco e per una soluzione pacifica che incontri la reale volontà del popolo libico. Nel documento si ricorda, inoltre, quanto riportato dalla Carta del Consiglio, che da al Consiglio stesso, la responsabilità per il mantenimento della pace e della stabilità nel mondo.
Le nazioni firmatarie del documento auspicano che questo possa contribuire ad avviare alle Nazioni Unite una discussione, perché i paesi del mondo non possono tacere e rimanere indifferenti di fronte alla distruzione di un’altra Nazione, evidenziando che il popolo sovrano ha il pieno diritto di essere protagonista della propria storia e che nessun paese imperialista può essere autorizzato ad intervenire, come sta accadendo con l’ingerenza militare negli affari interni della Nazione libica.
I presentatori della lettera sperano che presto altre nazioni pongano la loro firma al loro documento, per fermare un’azione militare che ha già causato la morte di centinaia di civili.
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