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Netanyahu: ora cancellare il rapporto sui massacri di Gaza

sull’offensiva militare «Piombo fuso» contro Gaza (dicembre 2008-gennaio 2009) in cui furono uccisi 1.400 palestinesi. Il passo israeliano segue l’articolo scritto da Goldstone per il Washington Post nel quale il giudice afferma che il suo rapporto sarebbe stato diverso – per quanto concerne le accuse mosse a Israele relative a crimini di guerra – se avesse avuto a disposizione le informazioni che possiede adesso. Parole che potrebbero essere il risultato di pressioni alle quali Goldstone è stato sottoposto in questi due anni da diverse comunità ebraiche, in particolare in Sudafrica. Per Netanyahu invece sono la prova che il Rapporto è fondato su forti pregiudizi anti-israeliani e quindi deve essere annullato. La retromarcia di Goldstone arriva mentre è già in corso un’intesa offensiva diplomatica all’Onu per impedire la proclamazione unilaterale di indipendenza palestinese e per fermare la partenza della Flotilla 2 per Gaza. Netanyahu venerdì ha telefonato al Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon chiedendogli d’intervenire perché, ha detto, nella Flotilla 2 «sono presenti gruppi islamici estremisti». Il premier ha poi affermato il «diritto di Israele» di attuare un blocco navale davanti le coste di Gaza «per impedire il traffico di armi». La Croce Rossa e altre organizzazioni internazionali invece considerano quel blocco illegale, perché costituisce una punizione collettiva dei civili palestinesi.
La risposta a Netanyahu non è tardata ad arrivare. «La Freedom Flotilla 2 sarà una spedizione del tutto pacifica e non ci faremo intimidire dalle minacce israeliane…Vogliamo rassicurare sulla legalità della missione, in assoluta conformità con le leggi internazionali». Con questo comunicato la European Campaign to end the siege on Gaza (Ecesg) ha ribadito ieri che le 15 navi, tra le quali l’italiana «Stefano Chiarini», partiranno come previsto il mese prossimo per Gaza.
Il 31 maggio dell’anno scorso commando israeliani arrembarono in acque internazionali la «Freedom Flotilla» e uccisero nove passeggeri della nave turca «Mavi Marmara». Gli investigatori del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu definirono «brutale e sproporzionata» l’azione israeliana. Tuttavia, grazie al sostegno degli Stati Uniti e di diversi paesi europei, Israele ebbe modo nei mesi successivi di evitare qualsiasi sanzione. Il governo Netanyahu ha poi allentato leggermente il blocco di Gaza e formato due commissioni d’inchiesta (militare e civile) sui fatti del 31 maggio: entrambe hanno assolto i membri del commando sceso sulla Mavi Marmara sostenendo che avevano sparato «per legittima difesa».

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