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Libia. Si prepara l’escalation

Sull’Alleanza Atlantica pesano le accuse per via dello stallo nelle operazioni di bombardamento aereo ampiamente lamentato dai ribelli di Bengasi e per alcuni raid che hanno provocato anche due sanguinosi episodi di “fuoco amico”. In molti cominciano a preoccuparsi di questo stallo e della capacità di resistenza e iniziative delle truppe fedeli a Gheddafi. Il rischio è che la Libia si spacchi de facto tra Tripolitania e Cirenaica, una soluzione che a molti soggetti di questa guerra non dispiacerebbe ma che viene formalmente esclusa dalla risoluzione 1973 dell’Onu, la quale afferma il rispetto della “integrità territoriale della Jamahiriya Araba di Libia”. Ma la stessa risoluzione – come ampiamente denunciato da chi non ha mai creduto alla buonafede del documento – non menziona alcun divieto circa l’impiego di forze di terra da parte delle potenze della Nato. e prevede “ogni mezzo per proteggere i civili”. Dunque, lo scenario dell’intervento militare di terra, sia pure con operazioni di reparti speciali, oltre che per aggirare le resistenze di Mosca e Pechino, è adesso all’attenzione della Nato. Mercoledì a Doha l’opzione dell’intervento militare terrestre sarà al centro della riunione del “gruppo di contatto”, la struttura politica che affianca quella militare della Nato, una struttura voluta e ottenuta dalla Francia con il coinvolgimento dei paesi arabi del Golfo e della Lega Araba.. Giovedì e venerdì, infine, risarà la riunione straordinaria ed operativa della Nato a Berlino. La Nato a Berlino dovrà ridefinire tutta la propria strategia, le decisioni riguarderanno le operazioni aeree ma molto probabilmente si discuterà anche dell’intervento militare terrestre. Al momento gli aerei militari italiani impegnati nell’operazione “Unified Protector” sono solo 12 Tornado, ma le aspettative che la Nato nutre verso l’Italia riguardano proprio la partecipazione ai bombardamenti, dunque non più solo i voli di ricognizione e controllo della no fly zone e di accecamento dei radar libici ma partecipazione effettiva ai bombardamenti. Gli aerei italiani hanno compiuto  finora 117 missioni in tutto, e al termine della prima, il 21 marzo scorso, il comandante Mauro Gabetta riferì ai giornalisti “gli obiettivi sono stati colpiti”. Berlusconi smentì e su tutto è caduta una coltre di silenzio. Martedì a Roma il Ministro della Difesa La Russa incontrerà i suoi omologhi francese e inglese Gérard Longuet e Liam Fox. Sempre martedì arriverà a Roma anche il presidente del Consiglio di Transizione libico Mustafa Abdel Jalil. Sarà ricevuto da Giorgio Napolitano, da Silvio Berlusconi e da Franco Frattini, e poi terrà una audizione in Parlamento. L’escalation militare in Libia è ormai alle porte…come la guerra.

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