“Il popolo armato difenderà il paese da un’eventuale invasione militare esterna”. È quanto ha annunciato il regime libico in un messaggio diffuso nella tarda mattinata di oggi dalla tv di stato di Tripoli. “Il milione di cittadini che sono stati armati” – si legge nel comunicato – “è pronto ad attaccare. Vi avvertiamo che qualsiasi invasione dei territori libici, anche con il pretesto di una missione umanitaria, si scontrerà con una feroce resistenza”.
Il presidente sudafricano Jacob Zuma, capo della missione di pace dell’Unione Africana, ha intanto invitato la Nato a sospendere gli attacchi aerei contro obiettivi del governo libico per dare “una possibilità” alla tregua, dopo che Gheddafi ha detto di accettare la “road map” per porre fine al conflitto in Libia. Ma la Nato ha reagito con freddezza alla proposta del cessate-il-fuoco proposto per la Libia, e ha affermato che l’Alleanza continuerà a colpire le forze di Gheddafi finché “continueranno a colpire civili”. Anche i ribelli libici hanno respinto la proposta di pace dell’Unione Africana, perché non contiene una condizione per loro essenziale, e cioè l’abbandono del potere da parte di Gheddafi e della sua famiglia. “L’iniziativa dell’Unione africana non comprende l’abbandono della scena politica libica da parte di Gheddafi e dei suoi figli, e inoltre è superata”, ha detto il capo del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdel Jalil, durante una conferenza stampa a Bengasi, aggiungendo che l’organismo dell’opposizione ha chiesto sin dal primo giorno che Gheddafi lasci il potere.
“La Nato ha voluto prendere la direzione militare delle operazioni, noi l’abbiamo accettato. Deve svolgere il suo ruolo, ovvero evitare che Gheddafi usi ancora delle armi pesanti per bombardare la popolazione, ma non lo sta facendo” ha dichiarato il ministro degli esteri francese Alain Juppé alla radio France Info. “E questo lo diremo oggi a Lussemburgo” dove ci sarà una riunione ministeriale dell’Unione europea “e giovedì e venerdì davanti al Consiglio Nord Atlantico a Berlino” che riunirà anche i ministri degli Esteri dei Paesi membri, ha precisato Juppé. Uno dei figli di Gheddafi, Saif al Islam, ha accusato la Francia di avere commesso “un errore storico” a schierarsi contro Tripoli. “Considerando i progetti numerosi che erano coinvolti in Libia, Sarkozy era l’alleato più vicino alla Libia e quindi non ha avuto nessuna ragione per scatenare un conflitto tra la Francia e la Libia”, ha detto. “La Francia non ricaverà un solo euro da questa guerra che è condotta in Libia”. Sulla possibile transizione al potere in Libia, Saif Al islam ha affermato che “Noi vogliamo portare sulla scena una nuova elite, una elite di giovani che governano il Paese, che gestiscono gli affari locali. Vogliamo nuova linfa, ecco cosa vogliamo per il futuro della Libia. Ma pensare che Gheddafi se ne vada, è veramente ridicolo”.
Il ministro degli Esteri Frattini incontra oggi a Roma due emissari del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) di Bengasi: il ministro degli Esteri dei ribelli, Ali al Isawi, e il generale Abdul Fatah Younis, responsabile delle operazioni militari. Venerdì, invece ha annunciato lo stesso Frattini, sarà a Roma il presidente del Cnt Mustafa Abdul Jalil.
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