Il governo di Israele ha avviato una manovra a tutto campo nei paesi rivieraschi del Mediterraneo per bloccare la partenza della Freedom Flotilla per Gaza. Ad un anno dal sanguinoso raid israeliano sulla nave passeggeri turca Mavi Marmara – una “maggiore cooperazione” è stata richiesta dal ministro degli esteri Avigdor Lieberman in un incontro informale con i responsabili delle diplomazie di alcuni Paesi affacciati sul Mediterraneo e sul Mar Nero.
Lo riferisce oggi il quotidiano israeliano Yediot Ahronot, secondo cui ad un colloquio – avvenuto giorni fa a Nicosia – hanno preso parte i ministri degli esteri di Cipro (Markos Kyprianou), Grecia (Dimitris Droustas), Malta (Tonio Brog) e il viceministro bulgaro degli esteri, Dimiter Tzanchev. Lieberman ha ventilato come contropartita una maggiore cooperazione di Israele con quei Paesi nel campo dello sfruttamento delle risorse energetiche nel Mediterraneo.
Fonti politiche israeliane, citate dal giornale, sostengono che il rafforzamento dei legami reciproci può servire a «bilanciare» le attività regionali della Turchia. Nelle settimane passate, secondo la stampa, Israele ha chiesto anche alla Turchia di impegnarsi per impedire l’organizzazione della nuova Freedom Flotilla che si prefigge di forzare il blocco navale militare alla striscia di Gaza – ma la risposta di Ankara è stata negativa.
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