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Gli Stati Uniti aprono il “fronte pakistano”

La Cia non informo’ il Pakistan del raid contro la casa di Osama Bin Laden ad Abbottabbad “perche’ temeva che Islamabad “avrebbe potuto far saltare l’operazione”. A confermarlo è Leon Panetta, capo della Cia e futuro ministro della Difesa ha rotto per la prima volta il silenzio sulla missione che ha portato alla morte di Osama Bin Laden e che, in sostanza, ha affermato che Washington non si fida del suo alleato asiatico. I pachistani, ha continuato Panetta, “avrebbero potuto mettere in allarme gli obiettivi”, ha continuato Panetta, che al Time ha rivelato altri dettagli della cattura del capo di Al Qaeda.

Il governo del Pakistan dal canto suo replica a queste affermazioni facendo notare che e’ “inquietante” che gli Usa non si fidino di Islamabad. Il ministro degli Esteri pakistano, Salman Bashir, ha cosi’ replicato al capo della Cia, Leon Panetta, secondo cui gli Usa non hanno avvertito Islamabad del raid nel rifugio di Abbottabad per timore che i pakistani informassero proprio Osama Bin Laden. Intervistato dalla Bbc, Bashir ha detto che il punto di vista americano e’ “inquietante” e ha ribadito che il suo Paese ha avuto un “ruolo fondamentale” nella lotta contro il terrorismo. “In gran parte degli eventi che sono accaduti in termini di anti-terrorismo il Pakistan ha giocato un ruolo fondamentale, e dunque e’ inquietante sentire affermazioni del genere”. Bashir ha aggiunto che l’Isi, i servizi segreti pakistani, avevano identificato come “sospetto” il compound di Abbottabad gia’ due anni fa, ma ha riconosciuto che e’ stata la Cia a scoprire che appartenesse al leader di Al Qaeda.

Dopo l’articolo di ieri del Washington Times, organi degli ambienti ultra neoconservatori statunitensi, oggitutta la filiera neocons diffusa nel mondo occidentale lancia la crociata contro il Pakistan.

Lo fa Bernard Henry Levy (leggibile oggi sul Corriere della Sera), lo fa Christian Rocca (sul Sole 24 Ore) affermando che “La novità è che Obama e l’America questa volta non hanno alcuna intenzione di girarsi dall’altra parte, anche al costo di indebolire gli apparati pakistani realmente impegnati nella guerra al terrorismo. Obama ha deciso di indagare ufficialmente sui rapporti recenti tra il Pakistan e Osama Bin Laden, smentendo quindi le ipotesi secondo cui il raid a Abbottabad in realtà sia stata un’operazione congiunta e segreta dei due Paesi contro il capo di al-Qaida”.

Sul Daily Beast, anche lo scrittore Sallman Rushdie scrive che è arrivato il momento di dichiarare il Pakistan «uno Stato terrorista» e di «espellerlo dalla comunità delle nazioni». Mentre per Christopher Hitchens, la particolare ubicazione della villa di Bin Laden a pochi passi dalla West Point pakistana, in un territorio militare, è la «smoking gun», la pistola fumante che inchioda le responsabilità del Pakistan nella copertura a Osam Bin Laden

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1 Commento


  • almanzor

    Articolo stimolante ma forse un po’ precipitoso nell’anticipare la determinazione politica statunitense. Non si può escludere una convergenza tra i vecchi (e, fino a pochi mesi fa, screditati) neocons e gli interventisti ‘democratici’ à la Clinton; resta il fatto che il Pakistan non è Cuba, ma una polveriera di oltre 150 milioni di abitanti ed è una potenza atomica.

    Dichiarare quel paese un nuovo ‘rogue state’ significherebbe il taglio del cordone ombelicale di decine di miliardi di $ in aiuti economici e militari Usa che sono, da un decennio, anche l’unica vera “leva” di cui gli States dispongono nel ginepraio pakistano. Se dopo il 2001 gli Usa non hanno saputo crearsi una classe dirigente affidabile, un ‘regime change’ non avrebbe più alcun senso e non resterebbe che la minaccia della forza al massimo livello (visto che le capacità ‘convenzionali’ per quanto grandi non sono sufficienti a garantire alcunché). Ma il mondo del 2011 non è più abbastanza unipolare per fare ciò.

    E’ vero che le elites politiche occidentali sono sempre più malate di ‘short-termismo’ (e gli Stati Uniti lo hanno drammaticamente dimostrato con l’aggravante di essere l’unica potenza globale), ma la natura del problema credo sia evidente perfino ad Obama.
    Cordiali saluti.

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