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I palestinesi si riconciliano. Israele rema contro

È prevista per oggi al Cairo la firma dell’accordo di riconciliazione tra il movimento di resistenza islamico Hamas, che controlla la Striscia di Gaza dal 2007, e Al Fatah, che attraverso l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) controlla la Cisgiordana. L’intesa è stata siglata ieri da tutte le 13 organizzazioni palestinesi e per oggi sono in programma le celebrazioni ufficiali con gli interventi, tra gli altri, del presidente dell’Anp Abu Mazen, e del segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa.

Anched tre parlamentari arabo-israeliani sono arrivati al Cairo, in Egitto, per assistere alla firma dell’accordo di riconciliazione, prevista per oggi, tra il movimento di resistenza islamico Hamas, che dal 2007 controlla la Striscia di Gaza, e Fatah, che amministra la Cisgiordania attraverso l’Autorità nazionale palestinese (Anp). Lo riferisce il sito web del quotidiano israeliano Hàaretz, precisando che nella capitale egiziana sono giunti gli esponenti della Lista araba unita Tàal, Ahmed Tibi e Taleb El-Sana, insieme al leader del partito Hadash, Mohammed Barakeh. I tre, attraverso un comunicato, hanno fatto sapere di essere stati invitati dall’Egitto a presenziare alla firma dell’intesa. Ieri, stando a Hàaretz, Tibi, Taleb El-Sana e Mohammed Barakeh hanno incontrato il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa.

Nel governo israeliano esistono valutazioni diverse dell’accordo di riconciliazione palestinese che sarà sottoscritto oggi al Cairo. Lo ha riferito la radio militare di Israele mentre il premier Benyamin Netanyahu è impegnato in una missione a Londra e a Parigi per chiarire il motivo della chiusura israeliana verso il governo unitario palestinese che dovrebbe scaturire da quell’accordo. Ieri Netanyahu ha lanciato un appello ad Abu Mazen dall astenersi dal concludere l’accordo con Hamas. Ma il ministro della difesa Ehud Barak, ha riferito la radio militare, preferirebbe un approccio più cauto in attesa di vedere quale linea sarà intrapresa dal nuovo esecutivo palestinese. In particolare, secondo la emittente, Barak ha discretamente criticato la decisione del ministro delle finanze Yuval Steinitz (Likud) di congelare il versamento a Ramallah di dazi e tasse raccolti da Israele per conto dell’Anp. Barak preferirebbe che Israele si astenga da mosse unilaterali, si coordini con gli Stati Uniti ed esiga dall’attuale premier dell’Anp Salam Fayad che quei fondi non giungano a «terroristi». Netanyahu ha promesso a Barak, secondo la radio, che la questione sarà nuovamente esaminata la settimana prossima. Da parte sua il quotidiano Haaretz pubblica con grande evidenza un rapporto preparato da esperti del ministero degli esteri israeliano secondo cui l’accordo fra Hamas e al-Fatah racchiude «non solo pericoli di sicurezza ma anche opportunità strategiche, positive per gli interessi di Israele».

 

Ascolta l’intervista a Michele Giorgio, realizzata da “Radio Città Aperta”


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