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Gran Bretagna. Referendum contro il sistema maggioritario

 

I cittadini britannici hanno si recano oggi alle urne per il referendum sul nuovo sistema elettorale, il primo che si celebra nel paese dal 1975, quando i britannici furono chiamati a decidere sull’ingresso del Regno Unito nell’allora Comunità Economica Europea.

In una situazione di crescente conflitto sociale dovuto alle misure antipopolari adottate dal governo, oggi in Scozia, Irlanda del Nord e Galles le urne sono aperte anche per eleggere i nuovi parlamenti mentre in Irlanda del Nord e in Inghilterra, si voterà anche per il rinnovo dei consigli locali.

In gioco al referendum, la scelta tra il sistema maggioritario secco e il sistema dell’ “Alternative Vote”, il compromesso sul sistema elettorale a cui si sono piegati i Liberal Democratici.

La riforma del sistema elettorale è stata promossa dal Partito Liberal Democratico del vice premier Nick Clegg – che è parte della coalizione di governo – ed è sostenuta dal leader dei Laburisti all’opposizione, Ed Miliband. Contrario al referendum è invece il premier Conservatore Cameron.

Il sistema di “Alternative Vote”, chiede all’elettore di ordinare sulla scheda le sue preferenze per i vari candidati, da quello considerato più vicino a quello che non si vorrebbe mai vedere eletto in Parlamento. In questo caso, se nessuno dei candidati raggiunge il 50% delle prime preferenze espresse dagli elettori in quel collegio, si guardano le schede del candidato che ha riscosso meno consenso e si redistribuiscono i suoi voti fra gli altri candidati in base alla ‘seconda preferenza’ espressa. Il sistema riduce la dispersione di voti tipica del metodo maggioritario (tutti i voti dei partiti che perdono in ogni collegio vanno ‘persi’), aumenta la rappresentatività nella distribuzione dei seggi e si favoriscono, generalmente, i partiti di medie dimensioni che non occupano le posizioni più estreme dello spettro politico.

In Gran Bretagna infatti, sono diversi i partiti che non riescono mai ad ottenere alcun seggio – nonostante abbiano i voti – a causa del sistema maggioritario che di fatto ha imposto un bipartitismo blindato tra Conservatori e Laburisti. Nel 1951 il 97% degli elettori votavano Tory o Labour mentre oggi non più del 65% degli elettori si riconosce nei due maggiori partiti.

Nelle ultime elezioni il meccanismo del maggioritario si è però inceppato e i Conservatori sono stati costretti per la prima a dare vita ad un governo di coalizione insieme ai Liberal Democratici storicamente penalizzati dal sistema maggioritario. In realtà ad essere fortemente penalizzati dal sistema elettorale inglese erano stati soprattutti i Verdi e i partiti della sinistra alternativa – che alcuni anni fa hanno vita alla coalizione Respect – i quali nonostante raccogliessero consensi anche significativi, non riuscivano mai ad entrare in Parlamento.

Un sondaggio pubblicato dall’Independent accredita però la vittoria del ‘no’ al nuovo sistema con il 66%, contro il 34% di ‘sì’. I Liberal Democratici, avevano inserito il referendum nell’accordo di coalizione che li ha portati al governo con i conservatori, rinunciando all’aspirazione per un passaggio ad un sistema proporzionale vero e proprio.

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