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Siria. Il bilancio del venerdi di protesta sarebbe salito a 44 morti

“Le autorità siriane stanno continuando a utilizzare un uso eccessivo della forza e a sparare per far fronte alle proteste popolari in varie regioni del Paese”, ha detto Ammar Qurabi, capo dell’Organizzazione nazionale per i diritti umani. Qurabi ha precisato che 26 persone sono state uccise nella provincia di Idlib e altre 13 a Homs. Due vittime si sono registrate nella città di Deir Ezzor, nell’est del Paese, una a Daraya, un sobborgo di Damasca, una nella città costiera di Latakia e una ad Hama. La televisione qatariota Al Jazeera ha riferito di numerosi cortei a Damasco, Banias e Qamshili e Maaret al-Numan, dove  i carri armati hanno invaso le strade per disperdere la folla.  I manifestanti si sono dati appuntamento come tutti i venerdi nei luoghi di culto islamico, compresa la moschea di al-Riqa e ad al-Tabaqa.

Dopo la decisione degli Stati Uniti di adottare sanzioni contro i vertici di Damasco, da Bruxelles è giunta la conferma che lunedì prossimo i rappresentanti dei paesi membri dell’Unione Europea discuteranno la formalizzazione di sanzioni contro Bashar al Assad, finora non colpito dalle misure restrittive dell’Ue. Dal canto suo, il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha escluso ogni intervento militare della Nato in Siria come invece avvenuto in Libia a favore dei ribelli anti-Gheddafi.

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