il coordinamento italiano della Freedom Flotilla 2 ha diffuso il comunicato ufficiale diramato dal ministero della Difesa ellenico secondo il quale si« proibisce la partenza di navi battenti bandiera greca o di nazionalità straniera dai porti ellenici con destinazione la zona sottoposta al blocco marittimo di Gaza». Secondo la nota, la decisione è stata presa sulla base: «dell’art.128 del Codice navale; delle dichiarazioni della autorità israeliane di fare uso della violenza contro chi tenta di rompere il blocco marittimo di Gaza, con rischi imminenti per la vita e la sicurezza e il rischio di compromettere la libera circolazione marittima». Il ministero della Difesa – si legge ancora nella nota – ha tenuto conto anche «della necessità di difendere gli interessi nazionali e della lettera inviata dal segretario generale dell’Onu nella quale si chiede ai Paesi che hanno accesso al Mediterraneo di scoraggiare la realizzazione di operazioni» come quella della Flottilla.
Gli attivisti, come avevano già detto venerdì quando la Grecia aveva annunciato che la Marina avrebbe bloccato la partenza delle navi per Gaza, hanno assicurato che ricorreranno alle vie legali per permettere alla missione di partire. La partenza è prevista per il 7 luglio, quando tutte le imbaracazioni dovrebbero trovarsi al largo dell’isola di Creta.
Subito dopo il blocco dell nave statunitense si è svolta una manifestazione di solidarietà con la Flottilla davanti all’ambasciata greca di New York. A Roma si terrò invece un presidio davanti all’ambasciata greca domani alle 17.
“Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza “…trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana”. “Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele” hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali determinati a portare a termine la missione, non solo umanitaria, ma soprattutto politica di fare approdare le navi a Gazaù2 si legge sul sito ufficiale italiano della Freedom Flottilla2.
Dunque dopo il tragico attacco da parte delle forze israeliane alla Freedom Flottilla 1, che nel 2010 portò alla morte di nove attivisti turchi scatenando reazioni di sdegno internazionali e una risoluzione dell’Onu contro la mossa di Israele, non sta andando come si pserava. Ci si apsettava cioè che questa seconda missione riuscisse a rompere l’assedio, raccogliendo anche la perosnalità di molti esponenti della società civile e del mondo della cultura. E’ successo esattamente il contrario. Un anno dopo l’attacco armato il fronte che dice “no” a questo tipo di iniziative è più compatto che mai.
Vale la pena osservare che il diktat israeliano, determinato a etichettare la Freedom Flottilla come un progetto addirittura para terroristico, trova facile breccia in quei governi, come quello ellenico, che stanno attraversando una gravissima crisi economica. Solo l’altro giorno il parlamento ha approvato una difficile manovra finanzairia per assicurarsi i prestiti necessari a cercare di rimettersi in sesto, svendendo particamente il paese ai privati – dalla sanità alle spiagge. Interesse nazionale allora è forse anche dimostrare di stare dlla parte “giusta”, e di non avere alcuna intenzione di dare spazio a “provocazioni”. Non è un bel segnale, comunque la si pensi sul conflitto israelo-palestinese, per la libertà di espressione e di iniziativa politica.
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