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Murdoch perde pezzi pur di tamponare le falle

Volano le teste alla News Corp sotto i colpi dello scandalo delle intercettazioni. Dopo Rebekah Brooks, la pupilla di Rupert Murdoch che ha lasciato la carica di amministratore delegato di News International, è stata la volta di Les Hinton, amministratore delegato di Dow Jones e da oltre 50 anni braccio destro di Murdoch. Hinton era stato a capo delle operazioni britanniche di News Corp negli anni delle intercettazioni. «Oggi è un giorno triste, molto triste per me», ha detto allo staff del Wall Street Journal, il gioiello della corona di News Corp acquistato nel 2007 dalla famiglia Bancroft di cui Hinton era formalmente editore.

Le nuove dimissioni sono l’ennesimo segnale che Murdoch è pronto a tutto pur di far piazza pulita nello scandalo, anche sacrificando persone a cui finora era apparso legato a doppio filo. E proprio in questa fase di espiazione lo stesso Murdoch ha incontrato la famiglia di Milly Dowler, la ragazzina trovata morta il cui cellulare era stato intercettato, e ha comprato pagine di pubblicità su tutti i giornali del Regno Unito per dire «I am sorry». Nel caso di Rebekah il tycoon era volato domenica dall’America per tenerla ancora una volta sotto braccio e mostrarla al mondo come la sua ‘priorita’, nonostante tutto e sopra tutto, anche tutto il fango – gettato e ricevuto – nel bel mezzo della crisi che ha scosso, probabilmente per sempre, il suo impero.

Ma Murdoch non ha potuto più proteggerla e oggi Rebekah Brooks si è arresa e ha presentato le dimissioni da amministratore delegato di News International. A sostituirla dall’Italia vola a Londra Tom Mockridge, capo di Sky Italia fin dal suo lancio nel 2003. Pura formalità era stata la prima volta che la ‘rossa di ferro’ aveva presentato le sue dimissioni al capo, con cui ha un rapporto strettissimo tanto che la chiamano la sua ‘settima figlia’: Murdoch le aveva rifiutate. Piuttosto aveva sacrificato lo storico News of the World, chiuso dopo 168 anni di vita, eliminando la ‘mela marcia’ nel tentativo di salvare il salvabile, e la Brooks si era presentata davanti all’assemblea dei giornalisti – tutti liquidati insieme con il giornale – promettendo che li avrebbe aiutati a trovare un nuovo lavoro.

Il sigillo ai 22 anni di fulminante carriera della giornalista, poi direttrice di testate del gruppo fino a numero uno di News International, sembra averlo messo il principe saudita miliardario Al Walid bin Talal, il maggiore azionista del gruppo fuori dalla famiglia Murdoch, che ne ha chiesto la testa: «Sicuro che deve andarsene, certo che deve lasciare – ha detto al Walid – l’etica per me è molto importante. Non posso trattare con una società che ha un uomo o una donna sulla cui integrità pesano dubbi». Messaggio chiarissimo e che, evidentemente, più ha potuto dei ripetuti appelli giunti da più parti, compreso il primo ministro David Cameron, che oggi ha definito l’uscita di scena della Brooks – anche sua amica personale – «la decisione giusta».

Poi la giornata si è trasformata in un fiume di scuse. «Ho creduto che le nostre azioni giuste e responsabili ci avrebbero condotto fuori dalla crisi. Ma il mio desiderio di restare ha fatto di me il centro del dibattito», ha spiegato la Brooks in una nota ai dipendenti del gruppo, «in quanto capo amministratore delegato del gruppo, sento un profondo senso di responsabilità per coloro che abbiamo danneggiato e voglio ribadire quanto mi dispiace per quello che adesso sappiamo essere accaduto». E a seguire, fino a Rupert Murdoch in persona che per scusarsi con il Paese ha acquistato una pagina su tutti i giornali britannici di domani, compreso il Guardian, che lo ha incastrato e che devolverà in beneficienza i proventi dell’inserzione. «Ci dispiace per gli errori commessi. Siamo profondamente spiacenti per il dolore sofferto dagli individui colpiti. Ci rammarichiamo di non aver agito più rapidamente per risolvere il problema. So che delle semplici scuse non sono abbastanza», si legge nell’annuncio firmato Rupert Murdoch.

Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha difeso il primo ministro David Cameron e la sua decisione di invitare presso la sua residenza estiva l’ex direttore di News of the World Andy Coulson, dopo che questi si era dimesso da responsabile delle comunicazioni di Downing St. «Il primo ministro ha invitato Andy Coulson così come si invita qualcuno per ringraziarlo del lavoro svolto. -ha detto Hague in un’intervista con Bbc radio 4 – (Coulson) ha lavorato per lui (Cameron) per diversi anni. È una cosa normale e umana da fare, credo che mostri un lato positivo del suo carattere». Era emerso ieri che Cameron aveva incontrato Coulson lo scorso marzo, due mesi dopo le dimissioni da responsabile delle comunicazioni a Downing Street: episodio subito aspramente criticato dall’opposizione laburista che sempre più punta il dito contro il premier per i suoi rapporti personali con alcuni protagonisti dello scandalo tra cui la stessa Rebekah Brooks che ieri si è dimessa da amministratore delegato di News Int. Nell’intervista alla Bbc Hague -ex editorialista di News of the World- ha precisato di non essere «affatto imbarazzato» per i rapporti intercorsi tra il governo e dirigenti del gruppo sotto accusa: «Personalmente non sono affatto imbarazzato, ma c’è qualcosa di sbagliato in questo Paese che deve essere corretto. Il primo ministro lo ha riconosciuto assumendo quello che credo sia il giusto approccio».

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