Una nuova strage di civili sotto le bombe della Nato. Lo ha detto ai giornalisti, accompagnati sul posto, il portavoce del regime di Tripoli, Mussa Ibrahim, definendolo ”un massacro di civili”. Secondo la versione del governo libico, gli aerei della Nato avrebbero bombardato il villaggio di Majer per consentire ai ribelli di entrare a Zliten. Secondo Mussa, sotto le bombe sono deceduti 33 bambini, 32 donne e 20 uomini. La Nato ha per tutta risposta si è limitata ad affermare che ”non ci sono prove” che nel raid condotto dall’Alleanza atlantica nei pressi della citta’ di Zliten, in Libia, vi siano state vittime civili assicurando che l’operazione condotta aveva un obiettivo militare ”legittimo”. Quindi il bombardamento c’è stato e la Nato si limita a negarne le sue conseguenze. Ieri intanto la direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, ha condannato l’attacco aereo condotto lo scorso 30 luglio dalla Nato contro l’emittente libica Al-Jamahiriya. ”I media non debono mai diventare l’obiettivo di azioni militari”, ha dichiarato la Bokova in un comunicato, nel quale si ricorda che nel raid hanno perso la vita tre impiegati della tv, che trasmette in lingua inglese, e altre 21 persone sono rimaste ferite. ”Il bombardamento della Nato contravviene ai principi della Convenzione di Ginevra che precisa lo stato civile dei giornalisti in tempo di guerra, anche se impegnati in attivita’ di propaganda”, ha aggiunto la direttrice dell’Unesco.
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