Con l’obiettivo di creare uno spazio politico ed economico indipendente in cui siano esclusi gli Usa ed il Canada, il 2 e 3 dicembre prossimi, a Caracas, gran parte dei presidenti e capi di governo dei 33 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, presenzieranno alla nascita di un nuovo blocco, il Celac (Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribenos).
Per l’occasione, il presidente venezuelano Hugo Chavez ha disposto che, fin da oggi, nella capitale, vengano chiuse scuole pubbliche e private, sia proibito portare armi e non vi siano restrizioni del traffico, mentre venerdì sarà ‘giornata festivà in tutto il Paese. «Sarà un avvenimento storico», ha affermato Chavez, in merito ad una iniziativa che lo ha visto tra i promotori ed il cui lancio era previsto per luglio. Già domani, comunque, sono in programma diversi incontri tra i partecipanti, in cui spiccano quelli che con parecchia ironia vengono definiti la “trilaterale”, come qualcuno definisce la possibile intesa tra Chavez e la brasiliana Dilma Rousseff e l’argentina Cristina Fernandez de Kirchner. Al di là del summit del Celac (in cui, per altro, ci sono ancora divergenze tra chi vuole eliminare l’Organizzazione degli Stati Americani, per liberarsi dalla forte influenza di Washington e che invece si oppone a questa decisione), vi sarà anche una riunione dei presidenti dell’Unasur (Union de Naciones Suramericanas), il blocco di 11 Paesi latinoamericani che punteranno ad approfondire l’integrazione regionale, soprattutto per far fronte alla crisi negli Usa e nella Ue.
Nel corso della riunione di Unasur, al di là di rafforzare l’intesa politica, si getteranno le basi per progetti comuni di infrastrutture per 100 miliardi di dollari. E si approfondirà inoltre la messa punto del Banco del Sur (già approvato da quattro governi: ne manca solo uno per il via ufficiale), che sarà uno dei pilastri della cosiddetta Nuova Struttura Finanziaria Regionale. In pratica passi verso una moneta comune latinoamericana. Che, però, avverte uno dei suoi principali artefici, l’economista peruviano Pedro Paez: «A differenza dell’euro, sarà condivisa però non escludente, per non incidere sulla rispettiva sovranità».
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