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Siria. Nuove sanzioni da Usa, UE e Lega Araba. Ma Assad rilancia

L’opposizione siriana, finora divisa e rissosa, nel frattempo cerca di coordinare la propria azione e guadagnarsi un pieno appoggio esterno. Nel loro primo incontro, in Turchia, i membri del Consiglio nazionale siriano (Cns) e dell’Esercito libero siriano (Els), hanno concordato che le due strutture agiscano «in coordinamento» e che l’Els operi per la «protezione delle minoranze e l’invio di truppe nelle zone del conflitto per prevenire eventuali incidenti fra le differenti fazioni». Ma si tratta solo di dichiarazioni volte ad inviare segnali rassicuranti all’esterno.

Secondo l’agenzia Nena News “Sul terreno è ormai chiaro che è in corso una insurrezione della maggioranza sunnita contro la minoranza alawita (sciita) al potere”. L’agenzia di stampa governativa «Sana» parla di scontri tra forze di sicurezza e «terroristi» a Homs e a Idlib, dove le guardie di frontiera hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con un gruppo di infiltrati dalla vicina Turchia. Ieri l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, in una conferenza stampa a Ginevra, ha aggiornato il numero delle vittime della repressione: sarebbero almeno 4.000, secondo un bilancio «prudente», ma potrebbero essere «molti di più». Resta il problema delle fonti utilizzate dall’Onu per fornire dati certi.

I ministri degli esteri della Ue da parte loro hanno ingiunto un’altra volta al presidente siriano Assad di «farsi immediatamente da parte per permettere una transizione pacifica» e hanno approvato un nuovo documento con cui si rafforzano ancora le sanzioni contro la Siria. “Le sanzioni economiche sulla Siria non avranno un grande impatto sul regime siriano a meno che non vi sia un meccanismo per cui l’attuazione delle sanzioni possa essere severamente controllato e non vi siano possibilità per aggiralo” hanno affermato in un comunicato i Comitati Locali di Coordinamento, un’organizzazione ombrello di attivisti siriani. Contrari alle sanzioni si sono detti anche i confinanti paesi di Libano ed Iraq. “Per noi questa decisione nuoce ai nostri interessi nazionali e tutti i nostri connazionali che si trovano in questo momento in Siria” ha dichiarato il ministro degli esteri iracheno Labeed Abbawi. Anche la Giordania, nonostante abbia votato a favore delle sanzioni, non potrà permettersi di rompere totalmente le relazioni commerciali con la Siria poiché questo provocherebbe una crisi economica anche per le importazioni e le esportazioni giordane.

L’Ue afferma di volersi impegnare a collaborare con membri dell’opposizione ancorati «ai valori di non violenza e democrazia». “Ma l’opposizione è sempre meglio armata e il Cns assomiglia sempre più al Cnt dei ribelli libici oggi al potere” scrive l’agenzia Nena News. Anche gli Usa e la Lega araba hanno adottato nuove sanzioni, prendendo di mira due figure di spicco del regime. La Siria però ha reagito con toni di sfida, annunciando tra l’altro, ieri, di aver sospeso la propria adesione all’Unione per il Mediterraneo (Upm)

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