Giovedì in Grecia c’è stato il settimo sciopero generale di quest’anno. Lavoratori, disoccupati, precari, studenti, artigiani e giornalisti, continuano a resistere e ad opporsi alle sanguinose ricette della Trojka (Fmi, Bce, Ue) che stanno devastando socialmente il paese. A margine dell’assemblea nazionale dei sindacati di base in corso a Roma ci siamo fatti raccontare direttamente come sono andate le cose dal coordinatore nazionale della Usb, Piepaolo Leonardi che era ad Atene durante lo sciopero e la manifestazione del Pame. E’ intervenuto al comizio in piazza Omonia e poi all’assemblea con gli operai siderurgici della Greek Steelaworks che occupano la loro fabbrica da quasi quaranta giorni. Leonardi ci racconta il conflitto di classe in Grecia dove tornerà nuovamente tra poco più di dieci giorni per la riunione dei sindacati dei paesi Piigs, i dannati del debito e dei diktat della Bce.
Come è stato lo sciopero generale del 1 dicembre in Grecia? C’è stanchezza oppure i lavoratori non danno segno di voler cedere ai diktat della Trojka e del governo fantoccio imposto dalla Bce?
Quello di giovedì è stato il settimo sciopero generale dall’inizio dell’anno oltre agli scioperi settoriali, ad esempio nei trasporti, nell’informazione etc.. Mercoledì i compagni del Pame erano preoccupati per la riuscita. Il rischio che la gente si rassegni esiste. Ma i dati e la partecipazione allo sciopero del 1 dicembre sono andati ben oltre le aspettative e indicano che i lavoratori greci non intendono affatto capitolare. La manifestazione di Atene era enorme e dovete tenere conto che contemporaneamente ce n’erano altre due: una al Pireo e una a Salonicco. Tra l’altro la manifestazione del Pame aveva una partecipazione quasi del doppio rispetto a quella dei sindacati ufficiali (Adedy e Gsee). La manifestazione era aperta dagli operai siderurgici che stanno occupando la loro fabbrica da più di un mese, ma c’erano anche una marea di studenti, di giovani e di precari.
Come mai eri in Grecia?
A parte che oggi un po’ tutti dovrebbero andare a confrontarsi con il conflitto di classe che si sta dando concremanete in Grecia. Ero ad Atene perché stiamo consolidando la collaborazione con il Pame ed eravamo lì a portare la nostra concreta solidarietà. L’Usb era l’unico sindacato straniero presente e siamo intervenuti al comizio in piazza Omonia e, pur avendone viste tante, la manifestazione vista da quel palco era impressionante. Dopo siamo andati a incontrare e a fare un intervento dagli operai della Greek Steelworks, un grande impianto siderurgico che gli operai occupano da quasi quaranta giorni. Per molti aspetti sembrava di essere all’Italsider di Bagnoli nel 1984 o alla Forges de Clabeq negli anni Novanta. La siderurgia è un settore dove la ristrutturazione padronale – molto spesso imposta proprio dalle quote dell’Unione Europea – ha distrutto decine di migliaia di posti di lavoro, macchinari, investimenti, sapere operaio. In Grecia sta accadendo lo stesso.
Mi dicevi però che devi tornare presto ad Atene…
Si perché il prossimo 15 dicembre ci sarà una riunione di estrema importanza. Praticamente i sindacati conflittuali dei paesi Piigs – dalla Cgtp portoghese al pame, dal Lab alla Usb – avranno un incontro di lavoro per coordinare le azioni sindacali e di lotta nei paesi europei più colpiti dai diktat della Bce e dal ricatto del debito. In cantiere ci sono almeno due momenti di lotta che saranno coordinati nei vari: la giornata europea di mobilitazione dei lavoratori del Pubblico impiego il 23 febbraio che avevamo già convocato nella conferenza della Federazione Sindacale Mondiale tenutasi a Roma poco tempo fa, e una giornata di mobilitazione europea dei lavoratori dei trasporti per il 28 marzo. Sono passi in avanti enormi sul piano del coordinamento delle forze che comincia a dare la dimensione giusta alle mobilitazioni, anche sul piano sindacale.
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