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Alleanza militare aerea tra Italia e Israele

Due settimane di duelli, inseguimenti e lanci di missili e bombe, protagonisti gli “Eurofighter” e i “Tornado” dell’Ami e gli F-15 ed F-16 israeliani schierati per l’occasione nello scalo meridionale di Uvda, utilizzato dai charter che trasportano i turisti diretti a Eilat (mar Rosso). L’esercitazione rientra nel programma di collaborazione e coordinamento tra le due aeronautiche finalizzato ad affinare le procedure e le tecniche di azione in missioni di controllo delle crisi (Crisis Response Operations). In Israele sono stati impegnati 150 militari italiani, mentre i cacciabombardieri dell’Ami hanno svolto più di un centinaio di missioni di volo. Alle operazioni hanno pure partecipato alcuni velivoli KC-767A del 14° Stormo di Pratica di Mare (Roma) e C130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa.

A fine ottobre erano stati i cacciabombardieri israeliani a sorvolare i grandi poligoni della Sardegna nell’ambito dell’esercitazione “Vega 2011”, a cui hanno partecipato pure le aeronautiche militari di Italia, Germania e Olanda. Per l’occasione, due squadroni con F-15 ed F-16 ed un velivolo radar di nuova produzione “Eitam” erano stati trasferiti dalle basi aeree di Nevatim e Tel Nof allo scalo di Decimomannu (Cagliari), centro di comando e coordinamento dell’intero ciclo addestrativo. “Gli obiettivi delle attività di Vega 2011 sono stati il rafforzamento dell’interoperabilità dei reparti impegnati, il miglioramento della capacità di cooperazione e lo svolgimento di attività tattiche grazie ad operazioni in aree di media scala in un ambiente ad alta minaccia”, hanno riferito le autorità italiane. L’esercitazione in Sardegna è stata seguita con particolare interesse dalla stampa di Tel Aviv: le spericolate missioni di volo sarebbero state finalizzate infatti a simulare un attacco agli impianti nucleari iraniani. Secondo quanto pubblicato dal sito JewPI.com, “Vega 2011” avrebbe comportato una condanna a sette giorni di carcere e un anno di sospensione dal volo per un pilota del 106° squadrone della IAF (Israeli Air Force) reo di aver compiuto senza autorizzazione un’evoluzione pericolosissima a bassa quota (una rotazione del velivolo di 360°).

Oltre alle recentissime esercitazioni, nel corso di quest’anno si sono registrati importanti incontri tra i massimi responsabili delle forze aeree d’Italia ed Israele. Il 7 e l’8 febbraio, il sottocapo di Stato maggiore della IAF, generale Nimrod Sheffer, ha incontrato a Roma l’omologo italiano, generale Maurizio Lodovisi, per “approfondire i processi di trasformazione in atto nelle due aeronautiche, le esperienze maturate nei rispettivi teatri di operazione e le future attività addestrative”. Il successivo 14 giugno, è stato il comandante delle forze israeliane, generale Ido Nehushtan, a giungere in Italia in missione ufficiale. Dopo aver incontrato il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Giuseppe Bernardis, Nehushtan ha raggiunto gli aeroporti di Pratica di Mare, Lecce e Grosseto per una “visita” ai reparti militari ospitati.

Secondo quanto riportato dal sito specializzato Dedalo News, i colloqui al vertice “hanno riguardato i principali programmi di cooperazione tra i due paesi, con particolare riferimento all’uso degli UAV (velivoli a pilotaggio remoto), alla gestione logistica integrata del velivolo Joint Strike Fighter (JSF), di futura introduzione, e al velivolo d’addestramento M-346, nei confronti del quale l’aeronautica israeliana ha manifestato un certo interesse in previsione della sostituzione degli A-4 Skyhawk attualmente in linea”. L’interesse all’acquisto dei nuovi mezzi prodotti da Alenia Aermacchi è stato confermato dai principali quotidiani di Tel Aviv. Haaretz, in particolare, ha riferito che l’impresa del gruppo Finmeccanica avrebbe già firmato un accordo preliminare, a cui dovrebbe seguire presto la fornitura all’Italia di velivoli senza pilota e aerei radar di produzione israeliana.

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