Il capo della missione di osservatori della Lega araba in Siria, il generale sudanese Mustafa Dabi, ha detto riguardo alla città di Homs che «in alcune aree le condizioni non sono state buone», ma che a una prima ricognizione non ha visto «nulla di terrificante». “Non abbiamo visto carri armati, ma qualche veicolo corazzato. Ma ricordate che questo è solo il primo giorno e occorreranno accertamenti. Abbiamo 20 persone che saranno qui a lungo”. Il capo del team di osservatori della Lega Araba giunto nei giorni scorsi in Siria, Mustafa al-Dabi, si è detto «ottimista» sull’esito della missione, il cui obiettivo è verificare sul terreno l’attuazione del protocollo siglato al Cairo dal regime di Damasco per mettere fine alle violenze che vanno avanti da oltre dieci mesi. «Finora le autorità siriane si sono mostrate collaborative, ma non forniremo dettagli del nostro lavoro alla stampa», ha affermato al-Dabi, citato dal quotidiano Al-Hayat. Il capo degli osservatori ha quindi reso noto di aver incontrato il ministro degli Esteri, Walid al-Moallem. «Sono ottimista che faremo positivi passi avanti», ha precisato al-Dabi. Una versione, quella degli osservatori internazionali della Lega Araba, che contrasta apertamente con le notizie diffuse anche in questi giorni da Homs dai mass media mondiali. Ad attendere la delegazione c’erano due cortei pacifici, almeno settantamila persone. Civili. Qualche militare dell’esercito libero siriano (Esl) si è aggregato con l’intento di raggiungere la Piazza dell’Orologio e farsi notare dagli osservatori. Gli osservatori – cinquanta – si erano divisi in cinque gruppi. Venti hanno raggiunto Homs ieri mattina, divisi in due team per visitare i quartieri di Khalidiya e Bab Amro, teatro degli scontri più violenti tra i lealisti di Assad e gli antiregime. Ma la delegazione non è riuscita ad entrare perchè tre spari provenienti dalla zona più calda di Homs hanno «impedito» una verifica delle condizioni dei quartieri più rischiosi. Una versione questa accreditata da al Jazeera, che ha motivato così il rifiuto degli osservatori di addentrarsi nella zona più calda (Bab Amro): è stato loro sconsigliato di proseguire. Oggi intanto il regime siriano ha liberato 755 detenuti arrestati in questi dieci mesi che «non si sono macchiati di crimini di sangue». Lo riferisce l’agenzia ufficiale Sana. La loro scarcerazione avviene in corrispondenza con il secondo giorno di lavoro della missione degli osservatori arabi in Siria. Il regime ha liberato finora 2.645 detenuti che «non hanno commesso crimini di sangue»: 554 il 5 novembre, altri 1.180 il 15 novembre e 912 il 30 novembre scorsi. Uno dei punti del piano della Lega Araba per la fine delle violenze in Siria prevede la liberazione di tutti i detenuti finiti in carcere dal 15 marzo ad oggi.
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