La visita è stata preceduta da una lunga ed accurata preparazione della Chiesa cubana in collaborazione con le autorità del Governo di Cuba, come si evince dal messaggio che il Cardinale Jaime Ortega y Alamino, Arcivescovo de L’Avana, trasmette dalla televisione cubana il 13 marzo.
Il cardinale, dopo aver ricordato che Ratzinger, non ancora Papa, già si era interessato di Cuba e del suo sistema sociale, dice che l’invito di Raul Castro è stato accolto “con allegria” da Benedetto XVI in quest’Anno Giubilare, e prosegue con la richiesta che questa visita/evento possa contare su trasporti e servizi organizzati ad hoc, anche se comunque sarà seguita dalla TV.
Questo ci conferma come a Cuba la Chiesa sia sereno interlocutore del Governo ed abbia accesso continuamente ai media governativi, alla faccia di gruppuscoli prezzolati che cercano di fomentare malanimi e che, nei giorni precedenti la visita del Papa, hanno messo in atto azioni provocatorie nelle chiese; a tutto ciò ha fermamente risposto la Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba chiarendo che nelle chiese si entra per pregare e che la politica va fatta altrove. Tagliando così corto con ogni tentativo di strumentalizzazione politica da parte di immaginarie quanto inconsistenti “opposizioni”, cioè “dissidenti” prezzolati da potentati occidentali controrivoluzionari.
Del resto, che a Cuba le libertà religiose siano cosa assodata, lo conferma anche Gabriel Coderch (attivista cattolico coordinatore generale del Gruppo di Riflessione e Solidarietà Monsignor Oscar Romero OAR), che, in un’intervista a Radio Rebelde, dice che l’OAR ha collaborato per 20 anni con lo sviluppo sociale della nazione cubana e la visita del Papa non fa che riaffermare ”ancora una volta la volontà dello Stato e del Governo cubano di garantire la libertà religiosa”, mentre è “inumano e anticristiano il blocco degli Stati Uniti contro Cuba […] perché attenta alla vita degli esseri umani”. Esalta poi le qualità dei Cinque Eroi che “senza professare alcuna fede religiosa hanno adempiuto al dovere evangelico di salvare delle vite”.
Però i mass media, in particolare quelli occidentali statunitensi ed europei , e tra questi eccellono quelli italiani, quando parlano di Cuba sembrano non accorgersi della realtà , manipolandola con continue menzogne,e ostinatamente evocano presunte repressioni di libertà religiose ed altro. E’ recente anche la vicenda di un delinquente comune che ha tentato di uccidere la moglie e, facendosi furbescamente sostenere dai sedicenti “oppositori” del Governo, è stato raccontato dai contastorie occidentali come “vittima del regime”.
Persino lo stesso Papa deve essersi accorto che le cose a Cuba non stanno assolutamente come si vuol far credere. L’oceanica calorosa accoglienza organizzata per l’arrivo del Capo dello Stato Vaticano e della religione cattolica, è evidente segno che la collaborazione tra la Chiesa cubana e le autorità governative, con buona pace dei detrattori, va avanti e ha permesso che tutti, credenti e non, partecipassero a quella grande festa/evento che è stata la visita papale.
Una curiosa delegazione italiana
In questo clima di preparativi ed attesa in cui i falsi cattolici tentavano di seminare zizzania e i veri credenti organizzavano la visita del Papa insieme alle istituzioni governative, a Cuba arrivava una “strana coppia” composta da Luciano Vasapollo e Padre Antonio Tarzia. Il paragone con Peppone e Don Camillo è venuto a molti fin troppo facile.
Il primo è Professore di economia applicata all’Università Sapienza di Roma, e di quella de L’Avana, Dottor Honoris Causa dell’Università di Pinar del Río, delegato del Rettore della Sapienza per le Relazioni Internazionali con i paesi dell’ALBA, Direttore del Centro Studi CESTES, direttore della rivista Nuestra America, è anche dirigente della Rete dei Comunisti, nonché vice presidente del Comitato Italiano giustizia per i Cinque.
Il secondo, Padre paolino, è editore e direttore della rivista Jesus, è stato editore delle Edizioni Paoline ed in quel periodo ha pubblicato ben 13 libri di Joseph Ratzinger quando era ancora cardinale e 4 da quando è Pontefice, insignito del Premio Calabria Mondo nel 1992, è stato a Cuba in varie occasioni, ha pubblicato 5 edizioni della traduzione in italiano dell’’intervista di Frei Betto a Fidel Castro.
Da quando il Professor Vasapollo ha fatto conoscere al religioso la vicenda dei Cinque eroi cubani ingiustamente imprigionati nei penitenziari statunitensi, anche Padre Tarzia collabora con l’Associazione Nuestra America per la loro , ed ha favorito l’udienza di dicembre durante la quale Vasapollo ha potuto consegnare al Papa una lettera informativa relativa ai Cinque.
Il professore, da trent’anni frequentatore di Cuba ai massimi livelli accademici, politici e governativi, ha ottenuto per il suo amico paolino un invito da parte del Ministero della Cultura e dell’Istituto Cubano per l’Amicizia tra i Popoli (ICAP) per incontrare Ministri e viceministri, importanti dirigenti del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e tanti tra i migliori intellettuali e artisti cubani; da tali incontri scaturiranno una serie di articoli ( sulle riviste paoline Jesus, Famiglia Cristiana, Vivere e la nostra Nuestra America) e un libro che l’editore Jaca Book pubblicherà facendo conoscere anche in Italia molte delle cose taciute o mistificate da altre fonti d’informazione.
Il 24 marzo inizia il giro di incontri della “strana coppia” che molti a Cuba hanno da subito definito “Peppone e Don Camillo”. Vedono il Professor Eusebio Leal, storiografo della Capitale, che conferma la laicità dello Stato cubano ed il rispetto che la Carta Costituzionale rivolge verso tutte le manifestazioni religiose; ascoltano brani religiosi cantati dai coristi, diretti dalla Prof. Alina Urraca, che canteranno la messa officiata dal Papa il giorno 28 in Piazza della Rivoluzione. Terminano la giornata con l’incontro nella Casa de Las Americas, per la conferenza “Memoria, Verità e Giustizia”, con la partecipazione di sette ambasciatori e molte personalità della cultura e della politica, dove sono state ricordate le vittime delle dittature in Argentina, in Cile, l’uccisione di Monsignor Romero in El Salvador, la strage delle Fosse Ardeatine a Roma e la reclusione ingiusta e barbara dei Cinque patrioti cubani, prigionieri politici degli Stati Uniti.
Il 25 ,26 e 27 marzo continuano intanto gli innumerevoli incontri del professore e del paolino, tutti a livelli altissimi, con personalità ministeriali e di istituzioni della cultura e dell’economia: il ministro di Cultura Rafael Bernal Alemany, il vice ministro Fernando Rojas, Roberto Rodrìguez responsabile per l’ICAP (Istituto Cubano per l’Amicizia tra i Popoli) delle relazioni con l’Italia e altre nazioni, diversi professori dell’Università di Pinar del Rìo, Roberto Verrier (presidente della ANEC, Associazione degli Economisti cubani), Hugo Pons, Infante, Jesus Pulido, noti economisti, Osvaldo Martínez (direttore del Centro di Ricerca sull’Economia Mondiale e presidente della Commissione dei Temi Economici dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare ANPP), Oscar Martínez, (vice direttore del Dipartimento Relazioni internazionali del CC del PCC), Ismael Gonzáles, responsabile dell’ALBA culturale, ed altri grandi personaggi della cultura del Centro Studi Martiano come Pedro Pablo Rodríguez, Fina, Garcia Marrúz.
Il 26 marzo il Papa arriva a Cuba ed è accolto dalla popolazione festante e dal Presidente Raul Castro con grande affetto, rispetto ed apprezzamento. Un piccolo significativo dettaglio di colore che Raul ha rivelato al Pontefice: si è evitato di cambiare l’ora legale come forma di cortesia nei suoi confronti. Raul, nel suo discorso di benvenuto, ha anche ricordato il blocco economico praticato dagli USA sottolineando che, malgrado ciò “Cuba non è mai venuta meno al dovere di condividere [quello che ha] con chi ha di meno”.
Dopo la Messa a Santiago di Cuba del 26, il 28 marzo Papa Benedetto XVI, durante l’omelia della messa celebrata a Piazza della Rivoluzione dell’Havana, riconosce “con allegria che a Cuba si sono fatti dei passi affinché la Chiesa porti a compimento la sua missione ineluttabile di esprimere pubblicamente ed apertamente la sua fede”.
L’incontro tra il Papa e Fidel Castro
Nella stessa giornata si è svolto un altro incontro, storico: quello di Fidel Castro con Benedetto XVI, in cui i due hanno avuto un animato scambio sui temi ecologici, culturali, scientifici, religiosi e relativi ai gravi problemi che affliggono l’umanità.
Tornano in mente, a questo punto i due della “delegazione parallela” che come scritto in precedenza qualcuno ha voluto paragonare a Don Camillo e Peppone, divertenti personaggi di Guareschi, che si trovano tutti i giorni a condividere delle pratiche di vita, delle cose concrete, dei problemi le cui proposte di soluzione solo apparentemente sono in contrasto, ma in realtà vanno verso un’unica direzione: risolverli al meglio per tutti i partecipanti di quel mondo rurale e semplice in cui vivono.
Anche il Comandante Fidel leggeva le loro vicende, e, alle domande dei sacerdoti di Santiago del Cile che nel 1971 gli chiedono se la sua fede fosse entrata in crisi prima o dopo la Rivoluzione (era stato educato nei migliori collegi gesuiti di Cuba) risponde che potrebbe non averla mai avuta e che mentre era sulla Sierra c’era anche chi faceva pratiche religiose, e pure combatteva insieme agli altri, come facevano Don Camillo e Peppone, che riescono a rompere l’atmosfera di contrasto tra le due culture per mezzo delle pratiche.
Il capitalismo, infatti, ha sempre cercato di dividere e rendere rivali la religione di base ed il socialismo per il fondato timore che la loro associazione e cooperazione potesse produrre effetti disastrosamente distruttivi nei suoi confronti. Questo rischio è stato molte volte sfiorato in America Latina nelle situazioni in cui la Chiesa delle origini non si è fatta mistificare dai tentativi delle classi ricche di porla al suo servizio ed ha percorso lunghi tratti di strada insieme a chi lottava e lotta nell’interesse delle popolazioni oppresse con la forza della teologia della liberazione.
La vicenda dei Cinque cubani prigionieri negli Usa al centro di vari incontri
Sempre il 28 e 29 marzo Vasapollo e Tarzia continuano i loro incontri al massimo livello della struttura di governo , di partito e associativa di Cuba, e soprattutto incontrano i familiari dei Cinque Eroi, che come i loro cari, pagano la crudeltà del governo statunitense che sviluppa le sue relazioni con Cuba basandole nell’odio, la vendetta e la ferocia imperialista.
Nell’emozionante incontro con i familiari dei Cinque fratelli cubani, i due intellettuali prendono l’impegno di organizzare quanti più incontri possibili per sensibilizzare i credenti e i più ampi settori della società civile contro questa terribile ingiustizia, subita da persone rette, che hanno difeso Cuba e tanti altri paesi dal terrorismo indirizzato dai servizi segreti a causa e avallato dai diversi governi USA che si sono succeduti in questi decenni.
I Cinque saranno particolarmente ricordati nella prossima scadenza internazionale del 17 aprile, giorno dedicato ai prigionieri politici che vedrà ancora insieme il professore ed il religioso in prima linea nelle mobilitazioni promosse in Italia da comitati, gruppi, associazioni e sindacati.
Sono seguite le significative interviste con il Ministro dell’Educazione Superiore Rodolfo Alarcón Ortiz, Oberto Santin, Vice Ministro dell’Educazione Superiore, con Elio Gomez Vice presidente del Instituto Cubano de Amistad con los Pueblos (ICAP) e Ramon Sanchez Noda ( Direttore Generale Dipart. Marxismo e Leninismo del Ministero dell’Educazione Superiore)
Particolarmente significativa l’intervista con Caridad Diego, del Dipartimento d’Attenzione ai Temi Religiosi del CC.PCC e l’incontro con Raúl Verrier, del Dpto. Ideologico del CC.PCC. Di particolare intensità culturale e di fraterna amicizia l’incontro con Kenia Serrano, Presidente dell’ICAP.
Nella visita alla Casa Memoriale “Salvador Allende” si è tenuta una conferenza e in interscambio politico-culturale con il Comitato Internazionale per la Liberazione dei Cinque.
La situazione politica a Cuba
A questo proposito possiamo sicuramente evidenziare quanto siano state ridicole e provocatorie quelle “voci” (pettegolezzi politicamente strumentali, ignoranti in realtà) che, appena si è diffusa la notizia della visita pastorale del Papa a Cuba, hanno subito associato i cambiamenti del modello economico in corso con l’abbandono del modello politico socialista ed hanno parlato addirittura di “conversione” di Fidel che si sentirebbe vicino alla morte.
Le chiacchiere sul cambio politico sono facilmente tacitabili (tra l’altro basta leggere quanto esposto nei Lineamenti usciti dal 6° Congresso del Partito Comunista Cubano e negli Obiettivi di Lavoro approvati dalla 1° Conferenza Nazionale del Partito) e così ha fatto il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Marino Murillo, il quale ha esplicitamente assicurato che: “Non ci saranno cambiamenti politici a Cuba, ma aggiorneremo quanto necessario del modello economico”.
Per quanto riguarda invece il presunto desiderio di conversione del lucido e politicamente puntuale e pungente Comandante Fidel, va semplicemente detto che è alquanto improbabile che una persona che sta attualmente producendo una enorme e qualificata mole di pensiero su tutti gli eventi più recenti in corso nel mondo possa soffrire di cedimenti e depressioni di questo genere. C’è, piuttosto, molto da riflettere sulle parole da lui rivolte al cardinale cileno Silva Henriquez nel 1971 riprese nella celebre intervista fatta da Frei Betto: “ci sono mille volte più coincidenze tra cristianesimo e comunismo di quelle che ci possono essere con il capitalismo”.
Intanto per il Papa giunge il momento di ripartire. Nel suo discorso all’Aeroporto Josè Marti, esprime apprezzamento per “il meglio dell’anima cubana, i suoi valori più nobili” ed addirittura incoraggia i fedeli laici a “non stancarsi di offrire responsabilmente il loro apporto al bene e al progresso integrale della patria” dove “convivano la giustizia e la libertà, in un clima di serena fraternità”. E’ un considerevole ed autorevole riconoscimento della realtà sociale costruita a Cuba dalla Rivoluzione.
Un dovuto omaggio a Padre Felix Varela
E il Pontefice sembra anche voler stringere maggiormente i legami con l’Isola quando cita un figlio illustre di L’Avana, Padre Felix Varela (sacerdote, insegnante innovatore, vissuto tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800) “che è passato alla storia come il primo che insegnò a pensare al suo popolo”. In quest’ultima affermazione si può leggere un certo compiacimento su come poi l’eredità sociale del Padre Varela sia stata realizzata seguita e ampliata da Josè Martì e nella Cuba attuale.
Anche il Presidente Raul Castro, nel discorso di commiato, sottolinea quelli che sono i valori comuni con l’illustre ospite. E ricorda che Padre Felix Varela, colui che ha insegnato il principio del fare il bene comune, ha aperto la strada a Josè Marti, il quale ha potuto scrivere che “essere colti è l’unica maniera di essere liberi” chiamando quindi a “conquistate tutta la giustizia”.
Generosità, solidarietà, senso della giustizia, altruismo, mutuo rispetto, onore, fedeltà al vero, importanza del ruolo della famiglia, prosegue Raul, sono valori che fanno onore a un popolo orgoglioso “delle virtù dei suoi 5 figli condannati per aver lottato contro il flagello del terrorismo e per diffondere la verità”.
E, a proposito di Stati Uniti, Papa Benedetto XVI pronuncia una frase che, detta da Rafael Correa, Hugo Chavez, Evo Morales e tutti coloro che stanno scrivendo insieme a Cuba la nuova storia di Nuestra America, non ha lo stesso peso. Il Capo dello Stato Vaticano e della Chiesa Cattolica non poteva essere più pesante quando condanna esplicitamente le “misure economiche restrittive imposte da fuori del Paese [che] pesano negativamente sulla popolazione”.
Anche il Papa non ha voluto tacere.
¡Hasta siempre Cuba!
Fonti:
http://www.iglesiacubana.org Messaggio del Cardinale Ortega in TV il 13.3.12
http://sicsemanal.wordpress.com/2012/03/26/cardenal-jaime-ortega-alamino-arzobispo-de-la-habana-por-que-el-papa-viene-a-cuba/
http://www.radiocubana.cu/index.php/papa-benedicto-xvi-cuba/3159-gabriel-coderch-la-visita-del-papa-reafirma-la-voluntad-del-estado-y-gobierno-de-garantizar-la-libertad-religiosa Gabriel Coderch
http://benedictocuba.cubaminrex.cu/es/articulos/discurso-del-santo-padre-benedicto-xvi Discorso congedo Papa Aeroporto 28.03.12
http://benedictocuba.cubaminrex.cu/es/articulos/homil%C3%ADa-del-santo-padre-benedicto-xvi Omelia messa 28.3.12
http://benedictocuba.cubaminrex.cu/es/articulos/presidente-ra%C3%BAl-castro-recibe-benedicto-xvi-en-el-palacio-de-la-revoluci%C3%B3n Raul riceve il Papa
http://www.retedeicomunisti.org/it/archivio/notizie/item/4106-cuba-riceve-il-papa-con-dignit%C3%A0?tmpl=component&;print=1 http://www.granma.cu/italiano/cultura/26marz-Padre-Antonio.html
http://www.granma.cu/italiano/cuba/28marzo-quante.html
http://www.granma.cu/italiano/cuba/30marzo-cinque.html
http://www.cubadebate.cu/noticias/2012/03/27/marino-murillo-no-habra-cambio-del-modelo-politico-en-cuba-fotos/
Fidel y la Religion. Conversaciones con Frey Betto, La Habana, 1985
* redazione della rivista Nuestra America
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