Alla fine di questa settimana negli Stati Uniti ci sarà un doppio vertice G8/NATO e ci saranno manifestazioni anti-G8/NATO in tutto il mondo nei giorni precedenti, in segno di solidarietà con Occupy.
Già definito da alcuni commentatori come “la Yalta del XXI secolo”, il doppio vertice G8/NATO della settimana entrante si svolgerà in due tempi: il summit G8 il 18 e 19 maggio e il summit NATO il 20 e 21. Durante i lavori, il “blocco occidentale” cercherà di allargarsi fino a creare una NATO non più europea ma globale, dividendo sfere di influenza nel mondo a scapito dei BRICS e in particolare della Cina (ma forse anche della Russia: Putin ha deciso di snobbare l’incontro). Del resto, già la NATO include ormai — tra i suoi “paesi di contatto” o “di dialogo” o “di cooperazione” — l’Australia, il Giappone, alcuni paesi ex sovietici, l’intera Nord Africa e prossimamente l’Afghanistan.
Ecco perché -secondo gli attivisti No War – bisogna dare subito l’altolà a questa politica espansionistica che il tandem USA-Europa tenta di svolgere attraverso la NATO. Infatti, se la NATO sta reclutando altri paesi aderenti, dislocati in punti strategici del mondo fuori dall’Europa, è soltanto per poter fare poi la guerra, usando i pretesti del caso, contro quei paesi che poi NON si lasceranno coinvolgere. Questo meccanismo spiega perfettamente, ad esempio, la guerra per procura che la NATO sta attualmente svolgendo in Siria: si tratta di un paese che, a differenza dei suoi vicini, ha sempre rifiutato accordi di “contatto” o di “dialogo” o di “cooperazione” con la NATO.
La contestazione che farà il movimento Occupy a Chicago mira proprio a fermare questo espansionismo da piovra. Dicono gli esponenti Occupy: “Ovviamente siamo favorevoli al ‘contatto’, al ‘dialogo’ e alla ‘cooperazione’ con tutti i paesi del mondo, figuriamoci — ma tramite gli scambi culturali ed economici, non tramite la pianificazione congiunta di nuove guerre di conquista. Perciò: sì alla cultura, sì al lavoro, ma basta con la NATO!”
La contestazioni a Chicago
Memore degli scontri di Seattle e sapendo delle contestazioni annunciate dal movimento Occupy, il governo statunitense ha deciso due mesi fa di spostare il G8 da Chicago a Camp David. Si tratta di una località sperduta in montagna a 100 km da Washington, totalmente inaccessibile al pubblico. I motivi dati ufficialmente per il cambiamento repentino non hanno convinto. E’ quindi molto più probabile che le contestazioni Occupy abbiano già prodotto il loro effetto, ancora prima di cominciare.
Il summit NATO, invece, si terrà regolarmente a Chicago. Per motivi organizzativi, non era possibile spostare anche questo evento a Camp David.
In previsione delle contestazioni, il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel (detto “Rahmbo”), ha pensato bene di dotarsi di poteri da stato poliziesco. Ad esempio, a partire da questo mese, per tenere una manifestazione a Chicago bisogna stipulare una polizza assicurativa di 800.000 euro (un milione di dollari) contro eventuali danni alla città — per fortuna i sindacati sono intervenuti a pagarla, cosa che lo squattrinato movimento Occupy non era certo in grado di fare. Inoltre bisogna registrare preventivamente presso il comune (con documentazione fotografica) ogni cartello e ogni manifesto che verrà portato o affisso in più di una copia. Poi non potranno essere usate (per salvaguardare la quiete pubblica) megafoni o forme di amplificazione. Infine il Sindaco si è dotato del potere di reclutare centinaia di vigilantes privati con poteri di polizia e che rispondano solo a lui; non solo, ma dispone ora del potere di mettere telecamere spie in qualsiasi luogo della città senza qualsivoglia autorizzazione o notifica. Queste misure sono ovviamente state contestate giuridicamente dal movimento Occupy ma il vertice sarà concluso prima della celebrazione dei processi.
Un ultimo appunto: il movimento Occupy ha avuto tanto successo fin qua (spostando a sinistra, almeno a parole, Obama nella sua campagna elettorale insieme a tantissimi candidati regionali) proprio perché è stato un movimento pacifico. Non si è lasciato criminalizzare. In questi mesi la polizia ha cercato più volte, con atti di violenza inauditi, a provocare reazioni rabbiose da parte degli occupanti, il che avrebbe quindi consentito alla stampa di etichettare il movimento come violento e emarginarlo — ma non ci sono riusciti.
A Chicago annunciano la loro partecipazione anche i Black Block, che hanno già fatto irruzione per due volte a Oakland (ma sono stati sconfessati dagli attivisti di Occupy). Gli attivisti Black Block a Chicago saranno una piccola minoranza ma non saranno soli. Con una sorprendente agibilità di movimento, in queste settimane si sta facendo apertamente propaganda tra i giovani, specie dei quartieri poveri americani, a favore delle azioni violente “dimostrative” a Chicago, da rivendicare autonomamente.
Il coinvolgimento dell’Italia
Il presidente del comitato militare (massimo organo esecutivo) della NATO è l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, ministro della Difesa italiano. La stampa ha riportato la seguente sua dichiarazione: “Tutti aspettiamo l’evento di Chicago come si trattasse del messia in Terra.” Ma il secondo avvento della messia non è in contomitanza con l’Apocalisse? http://rassegnastampamilitare.com/2012/04/26/nato-di-paola-si-apra-a-nuove-partnership-con-ritiro-da-afghanistan/
In quanto alla globalizzazione della NATO, gli interessi italiani nel 2009 sono stati riassunti nel documento dell’Istituto Affari Internazionali, il “think tank” italiano assai vicino agli ambiti del’alleanza atlantica: “Uno sviluppo della Nato quale ‘alleanza globale’, che includa paesi al di fuori dell’area atlantica ed europea, come ad esempio l’Australia o la Nuova Zelanda, accentuerebbe il carattere ‘à la carte’ dell’integrazione atlantica e avrebbe senso solo nell’ipotesi di una crescente utilizzazione dell’alleanza in operazioni di gestione delle crisi, sotto mandato Onu o meno. [Nota: avete letto bene — ” o meno”.] Inevitabilmente ciò dovrebbe portare ad una progressiva marginalizzazione del teatro europeo e in genere a una profonda ristrutturazione dell’Alleanza, sia in termini di comandi che in termini di concetti operativi e forze multilaterali, ponendo all’Italia grossi problemi di adattamento e probabilmente anche di ridimensionamento del suo ruolo e del suo peso.” E oggi? L’Italia ha interesse a favorire o a frenare la globalizzazione della NATO — a partire dalla sua eventuale permanenza in Afghanistan dopo il tanto publicizzato “ritiro” americano proclamato per il 2014? Questa decisione, ha dichiarato Di Paola, verrà presa dal Presidente del Consiglio durante l’incontro di Chicago.
Iniziativa a Roma
A Roma sabato 19 maggio ci sarà una manifestazione No NATO, dalle ore 17 alle 20, in via dei Fori Imperiali davanti alle carte geografiche che illustrano l’espansione dell’impero romano; verranno affisse carte geografiche che illustrano l’espansione della NATO, da sistema difensivo europeo ad organo dell’imperialismo mondiale del grande capitale occidentale e, in particolare, statunitense; verranno effettuati degli happening per attirare l’attenzione dei passanti. I promotori sono gli “Statunitensi per la Pace e la Giustizia – Roma” insieme a tutti coloro del movimento NoWar-Roma che vorranno dare un proprio contributo.
Per saperne di più sulle mobilitazioni contro il vertice della Nato
http://www.chicagospring.org
http://natoprotest.org
http://www.tinyurl.com/no-nato-2
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