Nuovo sciopero oggi in Grecia, tocca di nuovo alle farmacie protestare contro i mancati pagamenti da parte dell’Istituto di Previdenza Sociale Nazionale (Eopyy) delle forniture di medicinali agli assistiti per circa 250 milioni di euro solo a marzo, mentre stanno ulteriormente ritardando i rimborsi dello scorso anno. Ma la federazione dei farmacisti – che oggi hanno deciso la serrata – lanciano anche l’allarme, perchè alcuni farmaci hanno cominciato a scarseggiare.
Intanto la campagna elettorale va avanti, e le ingerenze dei tedeschi da una parte e il tentativo da parte della sinistra radicale greca di coinvolgere tutta la sinistra europea nella sfida in corso ad Atene stanno di fatto internazionalizzando l’appuntamento elettorale del 17 giugno.
L’ultima presa di posizione viene dal Partito Socialdemocratico tedesco, quella SPD che si appresta a togliere alla Merkel lo scettro del governo a Berlino ma che non sembra disponibile a nessun serio cambiamento di rotta per quanto riguarda le grandi questioni e i rapporti con i cosiddetti Piigs, in particolare la Grecia. «Chiunque formi il prossimo governo (ad Atene, ndr) deve sapere che le promesse fatte vanno mantenute. Nessuno deve aspettarsi che la Germania e gli altri donatori europei rispettino i loro impegni se il nuovo governo greco non farà altrettanto» ha tuonato il leader socialdemocratico Sigmar Gabriel, dopo aver ricevuto a Berlino Alexis Tsipras. Il leader della coalizione greca della sinistra radicale sta realizzando una vera e propria tournèe prima in Francia ed ora in Germania, ed ha risposto per le rime a Gabriel: «Noi non abbiamo necessariamente bisogno di più soldi, ma è necessario che i soldi vengano impiegati bene e il programma di risparmio venga interrotto, perché ha conseguenze catastrofiche su di noi» ha chiarito durante una conferenza stampa a Berlino, dopo aver incontrato i dirigenti del partito della sinistra Die Linke, Klaus Ernst e Gregor Gysi.
Dopo i suoi colloqui a Parigi con il leader del Fronte di Sinistra Jean Luc Melenchon e con il segretario del Partito Comunista Pierre Laurent, Tsipras ha accusato oggi il governo tedesco di voler «distruggere» i greci nel tentativo di isolare geograficamente la crisi e ha promesso che se vincerà le elezioni punterà a rinegoziare il debito. Anche perché l’austerità imposta dai tedeschi, ha detto il leader di Syriza, è «estremamente inefficace» ed hanno portato la Grecia al quinto anno consecutivo di recessione.
A Parigi Tsipras aveva affermato che «non si fanno negoziati con l’inferno» escludendo la possibilità di negoziati con le istituzioni internazionali in merito ai termini del salvataggio della Grecia. In precedenza, in un’intervista al quotidiano britannico Guardian, aveva paragonato i termini stabiliti dalla troika ad un «suicidio assistito». “In Europa non possiamo accettare «una sorta di suicidio collettivo del popolo greco diretto dall’alto” aveva detto.
Aggiungendo però che “Syriza è un movimento «profondamente europeista”, e “non intende distruggere l’Europa”. Negli ultimi giorni Tsipras sembra addolcire notevolmente i toni e dare una immagine tranquillizzante delle proposte del suo movimento: una tattica elettorale per attirare voti in libera uscita dal Partito Socialista e da Sinistra Democratica oppure la manifestazione di un ingenuo europeismo – che contraddistingue soprattutto la forza politica maggioritaria in Syriza, il Synaspismos, di cui Tsipras è segretario – che fa a cazzotti con la sua promessa di salvare i greci dalla catastrofe e di scontrarsi con i poteri forti europei?
Un europeismo dichiarato che tra l’altro va in controtendenza rispetto ad un sentimento di aperta ostilità nei confronti dell’Unione Europea che sembra animare sempre più cittadini greci. Un recente sondaggio, pubblicato dal settimanale Real News, afferma infatti che sta notevolmente calando il numero di cittadini ellenici che vuole che il paese rimanga nell’eurozona. Solo il 52,2% dei greci si dice a favore dell’euro a qualsiasi costo contro un 28,8% che chiede una radicale revisione del Memorandum con la troika anche a costo di tornare alla dracma. Nello stesso tempo aumenta il pessimismo fra i cittadini riguardo il futuro della Grecia. Il 94,5% degli intervistati ha risposto che la situazione continuerà a peggiorare sempre di più.
D’altronde uno rapporto elaborato da Ernst & Young, assieme a due think tank europei, New Direction e Institute Economique Molinari, dimostra che nell’anno in corso lo stipendio medio dei lavoratori greci scenderà del 23%, dopo esser già pesantemente diminuito negli anni scorsi. Nel 2012 lo stipendio netto reale – al netto di imposte sul reddito, contributi sociali e imposta sul valore aggiunto – scenderà a soli 13.167 euro contro i 17.024 dello scorso anno (il salario netto in Germania è stimato quest’anno a 23.690 euro).
Sul fronte della campagna elettorale da segnalare il colpaccio messo a segno dal leader del partito di centrodestra Nuova Democrazia, che nei sondaggi si sta contendendo il primo posto con Syriza, con l’obiettivo di aggiudicarsi i 50 seggi che la legge elettorale ellenica regala alla forza maggioritaria. In nome di un “fronte comune contro il populismo” Antonis Samaras è riuscito a convincere la leader di Alleanza Democratica, Dora Bakoyianni, ad andare al voto insieme. Nel turno elettorale del 6 maggio il partito dell’ex sindaco di Atene ed ex ministro degli Esteri si era piazzato di poco al di sotto del 3%, non riuscendo quindi ad entrare in Parlamento e disperdendo quindi una parte del voto di centro destra. Il messaggio politico della Bakoyianni è ultraliberista, assai critico da destra nei confronti dei governi del Pasok e di Nea Dimokratia, accusati di aver privatizzato e licenziato poco… Come si dice ‘andiamo bene!’ in greco?
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