Un’indagine della magistratura francese è infatti in corso da diverse settimane sul coinvolgimento dell’ex presidente Sarkozy su finanziamenti illeciti per le presidenziali del 2007.
Ieri mattina, il giudice istruttore Jean-Michel Gentile e una dozzina di ufficiali di polizia finanziaria hanno perquisito la casa di Carla Bruni e Sarkozy nel 16 arrondissement di Parigi. Altre prequisizioni sono state compiute a Miromesnil, dove un ufficio è stato messo a disposizione l’ex capo di stato, e nello studio legale Arnaud, Claude e Associates, di cui Nicolas Sarkozy possiede grosse partecipazioni
L’accusa è di finanziamento illecito al partito, e coinvolgerebbe una somma di 150.000 euro sul contro di Liliane Bettencourt, nel febbraio 2007, in favore della candidatura all’Eliseo. Per ora nessuna prova, ma molte voci preoccupanti provenienti dal personale che circonda l’ormai ex presidente e che riferiscono di un balletto di politici, tra cui Nicolas Sarkozy, e di un giro di buste con dentro grosse somme in contanti.
Durante la campagna del 2007, l’ex presidente si sarebbe recato più volte, in modo particolarmente riservato, a casa di Liliane e Andrè Bettencourt, come confermato anche dalla stessa erede de L’Oreal. Nella sua agenda, il 24 febbraio 2007, è registrato: «visita di Monsieur Nicolas S». Stando alle informazioni di Le Monde, è con dei nomi in codice, non molto difficili da decifrare, che Sarkozy veniva definito dal personale di casa: M. Nicolas o ancora Monsieur X. L’autista e il maggiordomo dicono di averlo visto.
Sarkozy potrebbe essere il secondo capo di stato a comparire davanti alla giustizia alla fine del suo mandato, dopo Jaques Chirac, messo sotto accusa nel 2009 sull’affare che coinvolgeva i candidati sindaci della capitale Parigi. “Anche prima di queste perquisizioni, sembrava evidente che il giudice avrebbe convocato l’ex presidente”, afferma una fonte giudiziaria. “È inevitabile”.
Nei prossimi mesi l’affare Bettencourt rischia di non essere l’unico a contrariare l’ex capo di stato francese. Il suo ex ministro al Bilancio potrebbe infatti essere covocato nell’ambito dell’inchiesta Karachi.
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