L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) il 18 marzo del 2016 conferma, in una nota ufficiale, la messa in commercio del farmaco antidiabetico ACTOS (pioglitazone): “La specialità medicinale Actos (principio attivo: pioglitazone) è stata autorizzata con procedura centralizzata in tutti gli Stati Membri dell’UE con decisione n. C (2000) 2827 del 13 ottobre 2000. Il medicinale è regolarmente in commercio nelle seguenti forme farmaceutiche: compresse da 15, 30 e 45 milligrammi. Il pioglitazone è autorizzato anche in associazione con metformina (Competact e Glubrava), con glimepiride (Tandemact), con alogliptin (Incresync). Come riportato nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto, Actos è autorizzato nelle seguenti indicazioni terapeutiche: trattamento di seconda o terza linea per il diabete mellito di tipo 2…”
E’ stato appurato che esiste un problema, e nasce dal collegamento a un aumento del rischio di cancro della vescica dato dall’utilizzo di pioglitazone; il suo uso viene collegato a un aumento del rischio di cancro della vescica e, a giugno 2011, l’Agenzia Francese del Farmaco ha sospeso dal commercio l’Actos e il Competact, la stessa cosa è avvenuta in Germania. Il nostro paese invece pone in vendita sia l’Actos che il Competact e Glubrava (pioglitazone e metformina) ma anche il Tandemact e l’Incresync farmaci antidiabetici ove il pioglitazone è in associazione con la glimepiride e alogliptin.
Nel 2007 il Bollettino di Informazione dei Farmaci, rivista dell’AIFA, pubblica nel 2007 (BIF XIV n 6) le seguenti informazioni: “I glitazoni, o tiazolidindioni (TDZ), sono una classe di farmaci, utilizzati nel trattamento del diabete mellito di tipo II, che agiscono aumentando la sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina. Appartengono a questa classe di farmaci il rosiglitazone e il pioglitazone. Negli anni successivi alla loro commercializzazione, sono state segnalate nuove reazioni avverse associate all’assunzione di questi farmaci, quali edema maculare con diminuzione della vista, fratture distali e infarto del miocardio per quanto concerne il rosiglitazone, e cancro alla vescica per il pioglitazone. Queste segnalazioni hanno stimolato l’attenzione della comunità scientifica e hanno portato le agenzie regolatorie a rivalutare il rapporto rischio-beneficio di questi farmaci…..”
La rivista continua così: “Una revisione della Food and Drug Administration (FDA), che ha preso in esame gli studi condotti su roditori esposti per 2 anni a 11 PPAR agonisti, ha mostrato che i tumori si sviluppano in vari tessuti, similmente alla distribuzione dei recettori PPAR37. Gli agonisti del PPAR sono cancerogeni in diverse specie animali, in entrambi i sessi e a vari
livelli 38,39. In particolare, cancro della vescica e leiomiosarcoma sono stati associati a pioglitazone, lipoma e cancro del colon al rosiglitazone. Il muraglitazar, glitazone mai immesso in commercio, provoca cancro alla vescica, alla colecisti e all’utero. Due trial placebo controllati, della durata di 3 anni, hanno rilevato, su 3656 pazienti trattati con pioglitazone, 16 casi di cancro alla vescica, rispetto a 5 casi riportati tra i 3679 controlli 41.”
Bisognerà poi dire che la terapia con glitazoni, o tiazolidindioni, potrebbe ridurre la densità ossea e che tale uso è stato associato, specialmente per mano, polso, avambraccio, ossa del piede, della gamba (tibia e perone) e dell’anca, a un aumento di rischio delle fratture; ciò vale sia per le donne che per l’uomo. Questa però è un’altra storia di cui, assieme ad altre (infarto del miocardio e scompensi cardiaci), parleremo una prossima volta, così come riparleremo di diabete e delle “incretine”, del pistacchio, della cannella e delle proprietà ipoglicemizanti della melanzana.
Prof. Roberto Suozzi
Medico e Farmacologo Clinico
suozziroberto.altervista.org
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Carlo Raineri
Utilizzo la metformina ?????
Carlo Raineri
non controllano mai PRIMA
noi siamo le cavie
businnes is businnes