Menu

Cile, studenti in piazza, scontri e centinaia di arresti

 
Come accade ogni volta che gli studenti scendono in piazza in Cile per rivendicare i propri diritti, la giornata si conclude con decine, centinaia di arresti. Questa volta sono stati tra i 130 e i 140 gli studenti condotti nelle caserme al termine della mobilitazione di ieri nelle strade di Santiago del Cile. Tra gli arrestati ci sarebbero almeno 74 minorenni. A scendere in piazza circa 10000 giovani che hanno organizzato 14 diversi cortei, molti dei quali non erano stati autorizzati dalle autorità di polizia, per chiedere una riforma radicale del sistema scolastico. I cortei, nei quattordici comuni che compongono la capitale, erano diretti agli uffici dei rispettivi sindaci, cui i manifestanti intendevano consegnare le loro rivendicazioni. Ma alcune delle sedi municipali erano state previamente recintate con reti metalliche e cordoni di poliziotti in assetto antisommossa. Manifestazioni analoghe si sono svolte anche nelle altre città cilene: Valparaiso, Antofagasta, La Serena, Concepción, Temuco, Calama.
Una battaglia che va avanti da più di un anno contro un sistema scolastico tra i più classisti e discriminanti del pianeta. Quella che era iniziata come una protesta pacifica, ben presto è degenerata in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Nei pressi del palazzo presidenziale de La Moneda, alcuni gruppi di manifestanti con il volto coperto hanno affrontato la polizia con bastoni, pietre e bottiglie riempite di vernice. I Carabineros in assetto antisommossa hanno risposto con dure cariche e l’uso di gas lacrimogeni e idranti.
Gli studenti manifestano dal 2011 per ottenere un sistema d’istruzione gratuito e di qualità. “L’accesso dei ragazzi ad alcune università dipende da fattori economici, ad esempio le persone non vanno in una università grazie alle proprie capacità, ma sono i soldi che determinano la loro educazione” ha spiegato alla stampa una studentessa. “Nessuno può ignorare la crisi sociale e politica nella quale si trova il Cile” ha commentato da parte sua Camila Vallejo, vice presidente del sindacato studentesco Fech e dirigente dell’organizzazione giovanile comunista cilena.
Il presidente cileno, l’esponente della estrema destra Sebastian Pinera, ha cercato di sminuire la mobilitazione studentesca. “Ci sono undicimila scuole in questo Paese, e mi risulta che al momento ci siano dei sit-in in nove di queste” ha commentato il premier aggiungendo: “È meno dello 0,1%. Se diamo ascolto a questo 0,1%, a maggior ragione ascoltiamo anche il restante 99,9%”.
Ma le manifestazioni che percorrono le strade delle città cilene non si contano, e il movimento di protesta non accenna a smontarsi nonostante la repressione. In tutto il Cile almeno una cinquantina di istituti secondari sono occupati e solo una settimana fa, il 16 agosto scorso, un’altra manifestazione analoga aveva portato in piazza migliaia di studenti e si era conclusa anche in quel caso con duri scontri e l’arresto di 139 studenti giovani, per la maggior parte si tratta di adolescenti, che stavano occupando tre scuole di Santiago.
Intanto oggi i familiari di Manuel Gutiérrez, lo studente di 16 anni ucciso dalla Polizia durante una manifestazione esattamente un anno fa, hanno preteso pubblicamente la chiusura dell’inchiesta e l’apertura di un processo contro gli agenti responsabili. L’adolescente fu colpito da un proiettile sparato da un Carabiniereil 25 agosto del 2011, mentre accompagnava il fratello costretto su una sedia a rotelle, durante lo sciopero generale di due giorni convocato dalla Central Unitaria de Trabajadores de Chile. “Non vogliamo che a giudicare l’agente sia la magistratura militare – ha detto il fratello del ragazzo ucciso – perché è assurdo che un Carabiniere venga giudicato da un suo collega”. Finora due Carabinieri sono stati sospesi dal servizio: il militare che sparò, il sergente Miguel Millacura, e l’ufficiale Claudia Iglesias, accusata di coprire il colpevole.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *