I primi a scendere in piazza contro i tagli ai farmaci e all’assistenza erano stati i disabili greci, che a settembre avevano manifestato in piazza Syntagma contro una politica di cosiddetta austerità che nel frattempo ha mietuto nuove vittime.
Poi è toccato agli italiani affetti da Sla, costretti per settimane a un durissimo braccio di ferro con il governo ‘tecnico’ dei professori e dei banchieri, smossi in parte solo da un lungo e determinato sciopero della fame e dalle continue proteste davanti a Montecitorio.
Ma la protesta più massiccia dei portatori di handicap – perché i disabili, quelli veri, siedono nei palazzi dei governi dell’UE – è quella che ieri ha portato in piazza a Madrid almeno cinquantamila persone.
In carrozzina o a piedi con le stampelle o i cani, hanno sfilato per le strade di Madrid provenienti da tutto lo Stato Spagnolo insieme ad amici, familiari e assistenti, per denunciare i tagli alla sanità varati dal governo spagnolo. Ben 7 miliardi di euro in meno all’anno tra minori stanziamenti centrali e fondi alle comunità autonome.
Una sforbiciata tragica che renderà la vita impossibile a moltissimi spagnoli e che si accanisce soprattutto su chi soffre di qualche handicap o di qualche malattia cronica.
Un vero e proprio massacro in un paese dove secondo il Cermi (il Comitato spagnolo dei rappresentanti delle persone svantaggiate) quasi 4 milioni di persone sono afflitte da patologie invalidanti su una popolazione di 47 milioni di abitanti.
“Ci darete il colpo di grazia con tutti questi tagli” scandivano infatti alcune decine di manifestanti in sedia a rotelle in mezzo al corteo dove sfilavano anche alcuni atleti delle Paraolimpiadi, compresa la pluricampionessa Teresa Perales
All’insegna dello slogan ‘SOS Handicap, salvare i diritti, l’integrazione e il benessere”, i manifestanti hanno attraversato il centro della capitale suonando fischietti e tamburi, e sventolando migliaia di piccole bandiere bianche. Insieme ai cartelli con le forbici, simbolo ormai di tutte le proteste contro il premier Rajoy ‘manidiforbice’ e le imposizioni di Bruxelles e Francoforte. Tra le richieste immediate dei manifestanti quella al governo centrale affinché paghi subito i 300 milioni di euro di debiti che ha nei confronti dei Centri di assistenza ai portatori di handicap, il 20% dei quali si trova ora ad un passo dalla chiusura coatta.
Ma oltre a tagliare l’assistenza sanitaria, il governo vuole ridurre – o lo ha già fatto – anche gli assegni di accompagnamento, in molti casi riducendoli anche del 90%.
Al termine della marcia di Madrid alcuni rappresentanti dei dimostranti hanno letto un documento in cui hanno definito ‘un museo degli orrori’ le politiche portate avanti dai governi spagnoli dall’inizio della crisi. “Faremo la nostra parte di sacrifici, ma sarebbe una atroce ingiustizia che si scaricassero su di noi le conseguenze dell’incapacità e del malgoverno di coloro che se la cavano sempre e non pagano mai per i loro atti” ha denunciato Mercedes Pérez de Prada, una manifestante sorda.
Annunciando che la prossima manifestazione sarà a Bruxelles o a Berlino.
Rispondendo all’appello del Coordinamento per la Sanità Pubblica, sempre ieri migliaia di medici, infermieri e pazienti hanno formato una lunghissima catena umana intorno ai grandi ospedali di Madrid che il PP vuole privatizzare o chiudere.
Mentre nei giorni scorsi non sono mancate altre forme di protesta, come quando decine di lavoratori si sono rinchiusi in alcuni dei nosocomi per attirare l’attenzione di una classe politica sempre più odiata. E dopo uno sciopero generale di 48 ore del settore, oggi nella regione di Madrid è scattato l’ennesimo sciopero dei medici, degli infermieri e di altri lavoratori della sanità contro i tagli e i piani di privatizzazione che rappresenterebbero un’altra mazzata per milioni di persone già costrette a ridurre le cure per mancanza di risorse economiche.
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