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Grecia: scontri in nome di Alexis. E disoccupazione alle stelle

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Ieri sera sembravano essersi concluse senza incidenti le celebrazioni e le manifestazioni convocate da diverse forze per ricordare il giovanissimo Alexis Grigoropoulos, assassinato a colpi di pistola nel 2008 da due poliziotti.

In mattinata avevano manifestato fino a Piazza Syntagma alcune migliaia di studenti, nel pomeriggio circa 10 mila persone aveva sfilato rispondendo all’appello di Syriza, Antarsya e altre forze della sinistra radicale e antagonista. E in serata un altro migliaio di persone avevano manifestato insieme ai gruppi anarchici e autonomi nel quartiere di Exarchia, dove avvenne l’omicidio, senza che i manifestanti fossero entrati in contatto con i circa 6000 poliziotti sguinzagliati in città dal governo.

Ma poi, intorno alle 21, alcuni reparti speciali della Polizia hanno cominciare a pressare e provocare il corteo che dopo aver manifestato sotto il Parlamento si era diviso in due, uno diretto di nuovo a Exarchia e l’altro che ha cominciato a sfilare di nuovo nel centro. In Piazza Omonia i primi scontri che poi sono proseguiti e si sono estesi anche a Exarchia dove hanno fatto la loro comparsa anche i reparti speciali della polizia in motocicletta. A quel punto gli scontri sono diventati violentissimi, con un folto gruppo di incappucciati che ha ingaggiato una vera e propria battaglia con i reparti antisommossa della polizia. Contro i quali sono stati lanciate numerose bottiglie molotov, pietre e pezzi di marmo staccati dalle panchine e dalle scalinate di alcuni edifici. La Polizia ha risposto con numerose cariche e il lancio di candelotti lacrimogeni e granate stordenti. Una trentina i manifestanti arrestati.

Ma intanto ieri alcuni dati diffusi dall’Elstat – l’equivalente ellenica dell’Istat – hanno chiarito quanto sia peggiorata la situazione negli ultimi 4 anni, da quando la Grecia esplose in un moto di rabbia dopo l’omicidio dell’adolescente ateniese.
In particolare il tasso di disoccupazione é salito a settembre al nuovo livello record del 26% per cento, contro il 25,3% registrato solo un mese prima. Mentre il paese vive il sesto anno di recessione, i dati ufficiali mostrano come siano 1.295.000 le persone senza lavoro, con un aumento della disoccupazione femminile, salita al 30,1% rispetto al 22,3% dello stesso mese del 2011. Per gli uomini la percentuale di disoccupati é pari al 22,9%, rispetto al 16,4 di un anno fa. Il tasso di disoccupazione é enorme per i giovani fra i 15 e i 24 anni, ormai al 56,4% rispetto al 47,6 dello stesso mese nel 2011.
A causa del protrarsi della crisi economica in cui si dibatte la Grecia e della recessione, ma anche dei tagli indiscriminati realizzati dai diversi governi degli ultimi anni, la media degli stipendi dei greci continua a diminuire rispetto a quella degli altri Paesi europei e negli ultimi due anni é passata dall’84% al 74% della media Ue. Lo rivela uno studio dell’Istituto del Lavoro delle due principali centrali sindacali elleniche – Adedy e Gsee – secondo cui, nello stesso biennio, il potere d’acquisto dei salari greci si é praticamente dimezzato. Sempre dalla stessa indagine risulta che un greco su due ha un reddito inferiore ai 4.871 euro all’anno e vive al limite della soglia di povertà. Poco più del 44% dei greci che sono disoccupati vivono gia’ al di sotto di tale limite. Come dicono ad Atene, Merry Crisis and Happy New Fear…

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