Il 21 dicembre 2012 in Bolivia il mondo ha celebrato l’inizio di un’era di equilibrio e armonia per la Madre Terra, con rituali indigeni e un incontro internazionale in cui si è dibattuto sulla crisi del capitalismo. Il giorno del Solstizio d’inverno dell’anno 2012, i popoli indigeni dell’America Latina hanno infatti festeggiato, sull’Isla del Sol nel lago Titicaca, l’arrivo del Pachakuti (o Tempo nuovo), la nuova era basata sull’uguaglianza, la pace e la complementarietà tra i popoli e che sostituirà il passato del “non-tempo” caratterizzato dall’egoismo, la malvagità e la divisione.
La Isla del Sol è una piccola isola situata nel mezzo del leggendario lago degli Incas famosa per il suo patrimonio spirituale e sede di molte cerimonie religiose risalenti all’XI e XII secolo.
Per l’occasione si è tenuto un intenso rito tradizionale al quale hanno partecipato rappresentanti di numerosi popoli indigeni delle Americhe, dell’Europa, dell’Africa, oltre capi spirituali e rappresentanti politici provenienti da molte parti del mondo: Perù, Argentina, Brasile, Stati Uniti, Canada, Ecuador, Cile e Venezuela, oltre che Europa, Tibet e Oceania.
“Il 21 dicembre deve terminare la Macha, il buio, l’egoismo, l’individualismo, la divisione, e dal Lago Sacro deve nascere il Pacha, che rappresenta la fratellanza, l’amore, il comunitarismo” ha proclamato Choquehuanca, uno dei filosofi indiani più importanti della Bolivia, nonché Ministro degli Esteri.
La cerimonia ancestrale, celebrata dal Presidente Evo Morales, ha avuto inizio con l’offerta alla Madre Terra (o Pachamama) di cibo, dolci, coca e bevande come ringraziamento per i suoi frutti offerti a tutti gli uomini ed è proseguita, accompagnata per tutta la sua durata da alcool e incenso, con rituali tradizionali delle comunità indigene della regione.
Il momento più intenso della celebrazione si è avuto quando il Presidente ha raccolto il “fuoco sacro” per recarsi verso la baia di Khona dove ha ascoltato il messaggio dei leader indigeni presenti e ha chiesto alla Pachamama una nuova era di pace, unità e fratellanza nel mondo.
La giornata è poi proseguita con gli interventi di alcuni rappresentanti politici presenti alla cerimonia : il ministro David Choquehuanca, il vicepresidente della Bolivia, Álvaro García Linera, e in rappresentanza dell’Argentina e del Nicaragua, Amado Boudou e Moisés Omar Halleslevens.
A seguire il Presidente dell’Ecuador Rafael Correa e in chiusura il discorso del Presidente boliviano Evo Morales che ha espresso con le sue parole il profondo significato politico spirituale della giornata con la sua forte caratterizzazione antimperialista e anticapitalista.
La cerimonia per l’inizio del Tempo Nuovo ha per il popolo boliviano e per il Presidente Morales un valore non soltanto spirituale ma rappresenta anche un cambiamento dal punto di vista politico, rappresenta la volontà di lottare affinchè si riesca a modificare i rapporti di forza tra le potenze del mondo in nome di una complementarietà e solidarietà tra popoli rispetto alla sopraffazione e lo sfruttamento ad opera delle potenze imperiali e per affermare la filosofia e pratica opposta che è quella del socialismo comunitario.
“Abbiamo bisogno di costruire e rafforzare gli accordi di integrazione tra i popoli e le comunità, all’interno degli Stati e dei governi (..) per rafforzare la vita e l’umanità” ha dichiarato il Presidente Morales dinanzi a migliaia di persone presenti alla cerimonia, rivendicando che “il Sud non è e non può essere una pedina obbediente e servile delle potenze del Nord”.
Il discorso ha ripreso la logica del conflitto politico tra Nord e Sud imposto dalla logica espansionista capitalista alla conquista di mercati da sfruttare selvaggiamente; sempre più però è evidente un potenziale immenso dei popoli del sud ancora in embrione ma necessario da sviluppare per la salvezza dell’umanità intera: “Dinanzi alla diplomazia della morte e della guerra, alla commercializzazione, la privatizzazione e il saccheggio delle risorse naturali, noi dobbiamo costruire la diplomazia dei popoli del Sud, per rafforzarci a partire dal Sud stesso” ha detto, ricordando che è necessario l’appoggio economico, sociale e culturale di tutti i popoli, governi e Stati per affrontare le potenze mondiali.
Affinchè si realizzi la cultura della vita in contrasto alle logiche capitalistiche, nell’ottica di un armonia tra uomo e Madre Terra, il Presidente Morales nel suo discorso ha descritto un elenco di obiettivi da porsi per porre le basi di un reale cambiamento per la costruzione del Socialismo del XXI secolo e che gli sono stati suggeriti dall’esperienza del popolo boliviano e dal processo di cambiamento messo in moto nel Paese dal 2006.Il primo impegno è ristabilire la democrazia politica ridando potere a chi non ha ricchezze e servendo il popolo, in contrasto con la situazione di crisi mondiale che sta attraversando l’umanità conseguenza di governi elitari ed escludenti che utilizzano la politica a fine di lucro e che non rispondono alle necessità dei popoli, ciò può essere realizzato attraverso il passaggio da una democrazia rappresentativa ad un modello di democrazia partecipativa in cui la ragione abbia più valore del voto.
“In terzo luogo bisogna incoraggiare un’ azione politica che costituisca un impegno completo e permanente nei confronti della vita, attraverso un compromesso umano e morale con il nostro popolo e con i valori dei nostri antenati: non rubare, non mentire, non essere pigro nè servile “, ha continuato.Bisogna assicurarsi che la patria non venga considerata un’impresa e che i politici non possano utilizzare strumenti amministrativi, giuridici ed economici dello Stato per i propri interessi personali e privati ma il popolo, attraverso nuove forme di organizzazione sociale e comunitarie, possa riprendersi il potere e imporre ai governanti di lavorare “obbedendo al mandato”.
Il sesto obiettivo richiama la sicurezza alimentare e il diritto umano all’alimentazione per il quale lo Stato deve lavorare congiuntamente su più fronte oltre ad incentivare e sostenere l’integrazione e il rafforzamento internazionale tra gli stati per liberarsi dall’interventismo, il colonialismo e il neoliberismo.È fondamentale riconoscere l’importanza della conoscenza e della tecnologia come strumenti per conseguire uno sviluppo globale e sradicare la povertà e la fame e creare istituzioni internazionali a nome dei popoli e della Madre Terra.
L’ultimo obiettivo è creare un modello economico che non deve essere orientato al mercato, al capitale e al profitto, ma deve essere globale e puntare alla felicità delle persone, all’ armonia e all’ equilibrio con la Madre Terra.
il Vice Presidente boliviano Alvaro Garcia Linera ha dichiarato che dopo il tempo dell’oscurità, il tempo della Colonia e della Repubblica escludente, bisogna costruire un nuovo tempo segnato dall’uguaglianza, l’equilibrio e la complementarità: “Il mondo deve cambiare, il continente, la Bolivia e noi tutti, sulla base della convivenza e della comunità”.
La segretaria della Confederazione delle donne contadine indigene “Bartolina Sisa”, Juanita Ancieta, ha ringraziato i comandanti della Bolivia, del Venezuela e di Cuba, Evo Morales, Hugo Chávez e Fidel Casto, per la lotta che portano avanti a favore dei popoli indigeni che ne sono consapevoli e rispettano l’impegno dei loro capi di stato nella battaglia per garantire il Vivir bien, la sovranità alimentare e la cultura.
“La Bolivia si mostra al mondo come un Paese con le proprie caratteristiche, la propria cultura e le sue differenze e grazie a questo nuovo atteggiamento sta crescendo il riconoscimento internazionale” ha dichiarato l’ambasciatore boliviano presso l’OEA- Organizzazione degli Stati Americani, Diego Pari, cogliendo l’importanza dell’evento soprattutto per i popoli indigeni da troppi secoli schiacciati sotto la dominazione, non solo militare, di altre culture.
La città di Copacabana, a poca distanza dall’isola, ha accolto i partecipanti alla cerimonia con musica e danze per la festa in onore del terzo “Taki Onqoy”.Come spiegato dal Vice Ministro della Decolonizzazione, Felix Cardenas, il Taki Onqoy è un movimento indigeno di carattere religioso e politico che nacque per la prima volta quando i conquistatori spagnoli assassinarono Atahualpa e provarono ad imporre la religione cristiana, tale movimento venne chiamato il Taki Onqoy della Resistenza.Il secondo Taki Onqoy è detto della Liberazione ed è apparso nel 1780 con il movimento politico indigeno di Tupac Katari e Tupac Amaru ed ora si festeggia il terzo Taki Onqoy, iniziato nel 2006 con l’elezione del Presidente Evo Morales che dal suo primo mandato ha ridato voce alle comunità indigene, “questo è il movimento della Rivoluzione e deve essere l’ultimo, quello della vittoria, dal quale emergerà tutta la nostra spiritualità” ha dichiarato Cardenas.
La chiave di lettura per interpretare l’importanza di tale evento storico per i popoli del Sud America è leggerlo all’interno del percorso verso il Socialismo nel XXI secolo che la Bolivia, come gli altri Paesi dell’ALBA, ha intrapreso dall’elezione del Presidente Evo Morales: la costruzione di un nuovo modello di società parte proprio dalla riappropriazione dell’ identità culturale e la sovranità politica e dall’individuazione delle reali necessità di ogni popolazione in contrapposizione a quelle che la società consumistica impone.Una società nuova che riporti l’uomo in armonia con la natura e che, quindi, non la sacrifichi più in nome di un “finto progresso” che dimentica i diritti fondamentali dell’uomo e le sue necessità primarie.
Il messaggio che arriva dalla Bolivia attraverso le parole del suo Presidente arriva da quel Sud del mondo che ha visto distruggere la propria cultura da invasori stranieri e che per 500 anni ha subito una dominazione non solo militare ma anche economica e culturale. È, per tale motivo, un appello affinchè, tutti i popoli sottomessi e che attualmente pagano le conseguenze di decisioni prese da altri sulla propria pelle e sul proprio territorio, possano unirsi e rafforzarsi in forti processi di autodeterminazione, con lo scopo di invertire le logiche di dominio e potere incentrate sul profitto, e liberandosi dalle catene imposte da logiche imperialiste, creare una società svincolata dai dettami del sistema economico vigente e basata su principi di solidarietà e complementarietà tra i popoli per garantire finalmente una giustizia e uguaglianza nel socialismo, attraverso i grandi processi rivoluzionari di transizione che stanno oggi realizzando i paesi dell’ALBA.
FONTI:
· http://www.comunicacion.gob.bo/noticias/2012-12-21/bolivia_plantea_diez_mandatos_para_enfrentar_el_capitalismo_y_construir_cultura_de_la_vida_00bf13bd36b572f8f532c93f7c958a2d.htm
· http://www.la-razon.com/nacional/fiesta-solsticio-verano-recibida-vigilia_0_1746425403.html
· http://www.comunicacion.gob.bo/noticias/2012-12-21/presidente_propugna_construccion_y_fortalecimiento_de_los_estados_del_sur_7b35ac6f60e33111cf96a8ea8fbbcb08.htm
* Redazione e associazione Nuestra America
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