Un nuovo episodio di incredibile censura e di utilizzo persecutorio del codice penale sta creando non poche polemiche in Spagna. E rimbalzando sui social network, nel resto del mondo.
Protagonista, suo malgrado, dell’incredibile vicenda, è una nota frequentatrice di twitter – @almu_en_lucha – e attivista del movimento 15m di Madrid, quello noto come degli indignados, che nei giorni scorsi ha postato diverse frasi, per lo più citazioni. Tra cui alcune tratte dalle opere dell’intellettuale sardo e leader comunista Antonio Gramsci. Ad esempio, la seguente:
“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza”.
La donna, di cui per ora non è nota l’identità, è stata denunciata dall’equivalente spagnolo della nostra Polizia Postale per incitamento alla violenza ed è stata costretta a recarsi all’Audiencia Nacional di Madrid – un tribunale speciale antiterrorismo – per rispondere ad un interrogatorio. Durante il quale, racconta la frequentatrice dei social network, le sono stati mostrati come prova dei suoi presunti appelli alla violenza a mezzo twitter proprio alcune citazioni di un intellettuale le cui opere sono testi di studio ed esame nelle università di mezzo mondo.
L’indignazione per l’assurda vicenda è tale che nelle ultime ore l’hashtag #Gramsci è diventato uno dei ‘trending topics’ del popolare social network, con migliaia di tweet di solidarietà con la donna, e anche purtroppo con altrettanti post di minacce e offese provenienti da simpatizzanti di estrema destra.
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gianni scaburri
Questa operazione assolutamente repressiva che mette semplicemente in bella mostra la stupidità del potere ma potrebbe essere il pretesto per dare inizio ad una raccolta di fondi necessari per sistemare il tetto della casa di Gramsci.
Questa estate mi sono recato a Ghilarza per visitare la sua casa e ho potuto riscontrare alle pareti forti rigonfiamenti e segni di umidità dovuti alle gravi perdite del tetto che è tutto da rifare. Il ragazzo che faceva le funzioni del custode mi spiegava che la fondazione Berlinguer proprietaria dello stabile, non tira fuori un soldo e che le sovvenzioni statali sono state ridotte da 50.000 a 15.000 euro. Fatto sta che il tetto è tutto rotto e l’acqua scorre sulle pareti dal piano superiore fino al piano terra. Si tratterebbe di rifare il tetto ma nessuno se ne occupa e intanto la casa di Gramsci va a ramengo.