Le tre donne sono state ritrovate morte, la scorsa notte. Due sono state uccise da un proiettile alla nuca, la terza presentava ferite all’addome e alla fronte. “Secondo fonti curde, sono stati utilizzate armi munite di silenziatore“, spiega la Federazione delle Associazioni curdi in Francia, la Feyca.
Al centro informazioni, situato al primo piano, si può accedere soltanto digitando un codice e poi chiamando al citofono. Davanti al portone nessuna targa segnala la presenza del centro di informazione del Kurdistan. Le donne, dall’interno, avrebbero quindi aperto la porta a chi le ha poi assassinate.
Secondo quanto riferiscono fonti curde, le tre donne uccise sono: Sakine Cansiz, cofondatrice del PKK, Fidan Dogan, rappresentante del Congresso nazionale del Kurdistan (KNK), con base a Bruxelles, e Leyla Soylemez, giovane attivista. I corpi, dicono le fonti, sono stati ritrovati verso l’una del mattino da alcuni amici, preoccupati dopo molte telefonate rimaste senza risposta. Davanti all’edificio, dove si trovano ancora i corpi delle vittime, sono riuniti circa 300 membri della comunità curda. Uno dei movimenti più vicini al PKK in Francia, quello dei ”giovani curdi”, esorta in comunicato diffuso on line ”tutti i curdi e gli amici del popolo curdo” a raggiungere subito Parigi.
I sospetti si sono immediatamente indirizzati verso i servizi segreti turchi. Fonti curde in Francia in queste ore dicono esplicitamente che l’esecuzione delle tre dirigenti del Pkk è avvenuta ”mentre il governo turco tratta direttamente con il leader curdo Abdullah Ocalan”, in carcere sull’isola di Imrali dal 1999 in condizioni di totale isolamento”.
Secondo questa lettura, dunque, il triplice omicidio potrebbe essere stata deciso da una frazione dei servizi turchi contraria alle trattative, oppure dal governo stesso come forma di “pressione” sul merito della trattativa stessa, per indebolire la posizione curda.
Il governo di Erdogan, naturalmente, fa invece circolare la voce di “rogolamenti di conti interni al Pkk”, per “dissensi” sulla trattativa.
Sakine Cansiz, quando era in montagna, nel Kurdistan turco
Il profilo sintetico delle tre donne uccise:
Sakine Cansiz: Fondatrice con altri del PKK, la prima donna membro anziano dell’organizzazione, mentre era in carcere ha guidato il movimento di protesta curdo nella prigione di Diyarbakir in Turchia. Nel 1980, dopo essere stata liberata, ha lavorato con il leader del PKK Abdullah Ocalan in Siria; è stata un comandante del movimento di guerriglia delle donne nelle aree curde del nord dell’Iraq, poi ha assunto un profilo meno centrale ed è diventata responsabile del movimento delle donne PKK in Europa
Fidan Dogan: rappresentante a Parigi del Kurdistan National Congress (KNC) gruppo politico; con sede a Bruxelles, responsabile dell’attività di lobbying per conto del PKK via KNC presso l’UE e i diplomatici europei
Leyla Söylemez: giovane attivista, stava lavorando alle relazioni diplomatiche e come rappresentante delle donne, a nome del PKK
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