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Madrid: nuova “marea blanca”, ma il PP chiude i pronto soccorso

I lavoratori della sanità di Madrid e i pazienti, organizzati in coordinamenti e comitati, non si arrendono, e ieri hanno dato vita all’ennesima ‘marea blanca’ nel centro della città. All’ora di pranzo hanno invaso di nuovo le vie della capitale spagnola contro la privatizzazione degli ospedali ed in difesa della sanità pubblica. La manifestazione era stata convocata da tutti i sindacati del settore da Plaza Colòn fino alla sede del Ministero della Sanità, conto il cosiddetto ‘Piano di garanzia della sostenibilità del sistema sanitario pubblico della Comunità di Madrid”. Dizione altisonante ed eufemistica che nasconde il più truce piano di tagli e privatizzazioni che sia mai stato attuato in Spagna dal franchismo in poi, approvato il 27 dicembre dal consiglio regionale della Comunità di Madrid e che prevede la cessione di sei ospedali e 27 centri sanitari nel territorio della capitale. Di nuovo, per la seconda volta dall’inizio dell’anno, a migliaia sono scesi in piazza, indossando i camici bianchi e gridando tra gli altri slogan “Pazienti si, clienti no”, chiedendo un servizio sanitario ‘pubblico, universale e gratuito’, anche in polemica con i ticket sanitari introdotti dal governo statale del popolare Mariano Rajoy. Manifestando con la parola d’ordine ‘La sanità pubblica non si vende, si difende’ sindacati e coordinamenti di cittadini hanno voluto lanciare un nuovo forte messaggio al governo regionale di destra: “Non smetteremo le mobilitazioni e le iniziative di protesta finché le decisioni delle istituzioni verranno prese in maniera unilaterale e non verrà ritirato il piano di privatizzazione della sanità pubblica”. Se si permette la svendita degli ospedali a Madrid, avvertono sindacati e coordinamenti di lotta, lo stesso avverrà nel resto dello Stato e non solo per quanto riguarda la sanità, ma anche altri servizi pubblici. Giovedì scorso alcuni sindacati del settore hanno già proclamato una giornata a settimana di sciopero totale a partire dalla fine del mese di gennaio.
Ma i governi di destra locali e quello statale vanno avanti nell’applicazione dei loro piani senza nessun dubbio. A partire da oggi il governo della regione della Castiglia – La Mancha ha deciso la chiusura notturna di ben 21 pronto soccorso e centri di prima assistenza sanitaria sparsi nel territorio della Comunità.  Secondo l’assessore alla Sanità della regione in molti casi il numero di assistiti durante la notte o le ultime ore del pomeriggio è molto basso, non tale da giustificare l’apertura delle strutture in epoca di crisi.

Ma sindaci e abitanti dei 21 comuni colpiti non sono affatto d’accordo, e in molti casi hanno dato vita a mobilitazioni anche radicali. Come nel caso del comune di Tembleque, vicino a Toledo, dove per protesta i cittadini alla fine del 2012 hanno occupato per 15 giorni il locale pronto soccorso. Protesta ripetuta il 10 gennaio fino a quando sono stati sgomberati dalla Guardia Civil. L’indomani e poi ancora sabato 12 gennaio il coordinamento di lotta formatosi tra forze sindacali, sociali e politiche ha realizzato una manifestazione che ha sfilato nelle vie del centro della cittadina, ed altre sono previste in questi giorni.

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