Proseguono in Turchia le proteste di movimenti di sinistra contro l’arrivo dei missili Patriot chiesti da Ankara alla Nato per rafforzare la frontiera con la Siria e arrivati nelle basi militari del sud del paese con al seguito parecchie centinaia di militari statunitensi, tedeschi e di altri paesi europei.
Secondo alcuni media turchi questa mattina un gruppo di attivisti antimperialisti ha aggredito alcuni soldati tedeschi, inviati da Berlino con due batterie di Patriot, nel porto di Iskenderun.
Gli attivisti dell’Unione dei giovani progressisti (Tgb) avrebbero preso di mira sei soldati tedeschi che passeggiavano in borghese nel centro della città. La polizia turca è subito intervenuta a difesa dei soldati della Nato mentre i militari tedeschi si sono rifugiati in un negozio da dove sono usciti poi sotto la protezione della polizia. Secondo l’agenzia turca Dogan 26 manifestanti sarebbero stati fermate dalla polizia.
Proteste e incidenti si sono già verificati negli ultimi giorni a Iskenderun, dove sono arrivate per nave domenica le quattro batterie inviate da Germania e Olanda, ma anche ad Ankara e attorno alla base militare di Incirlik, dove sono in arrivo le due batterie statunitensi e i 400 soldati Usa incaricati della loro manutenzione e del loro funzionamento.
Nei giorni scorsi alcune centinaia di persone hanno manifestato proprio davanti alla base di Incirlik e ne sono seguiti duri scontri con la polizia, al termine dei quali ventisei manifestanti sono stati arrestati dopo che avevano tentato di forzare le barricate e di irrompere nella base aerea a pochi chilometri dalla città di Adana.
Altre manifestazioni, promosse in questo caso dal partito comunista Tkp, sono state realizzate a Iskenderun, vicino ad Antiochia. Città nella quale domenica hanno sfilato un migliaio di persone.
Ad Ankara invece le proteste si sono svolte davanti all’ambasciata degli Stati Uniti, dove i manifestanti hanno condannato quella che considerano una inaccettabile aggressione alla Siria. Proteste anche davanti alla rappresentanza di Washington a Istanbul.
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Alfredo
Solo da noi non si protesta contro il cancro nato. Da noi l’unica preoccupazione è quella di prendere qualche sedia alle elezioni.
Propongo di fare conoscere le parole del testo “Buttiamo a mare le basi americane” e di divulgarlo assieme al brano.
gianni
Caro Alfredo… Ma cosa vuoi che ce ne frega a noi italiani della Nato e della Siria? Noi abbiamo problemi ben più importanti a cui pensare. Come la candidatura di Scillipoti nel PDL e la vicenda di Fabrizio Corona…