Pietre, molotov, lacrimogeni. Meno fitti dei mesi scorsi e fortunatamente non letali seppure nocivi per centoventi manifestanti e agenti rimasti feriti. E mentre scriviamo non è finita, si sfila, si protesta ad Alessandria, Port Said e nelle islamiste Mahalla, Luxor. Quella che Ahmed Maher del “Movimento 6 Aprile”, fra i pochi leader dell’opposizione a essere in strada al Cairo visto che figure come ElBaradei si limitano a lanciare “cinguettii”, chiama Rivoluzione incompiuta è stata celebrata dall’opposizione laica coi promessi cortei. Bandiere, slogan che come nel 2011 chiedono pane, libertà e giustizia stavolta contro un partito-regime denominato appunto “Libertà e Giustizia”. Ma i numeri e la tensione non sono quelli dei mesi della rivolta. Accanto ai ribelli di strada che sfogano la rabbia contro l’ennesimo muro difensore dei palazzi del potere, l’opposizione ha mobilitato decine di migliaia di egiziani che detestano l’Islam politico. Da parte sua quest’ultimo ha evitato l’esposizione militante per non ritrovarsi a gestire ben più gravi problemi di ordine pubblico, come quelli scaturiti dalla contestazione di Heliopolis del dicembre scorso. La Confraternita ha inviato i suoi attivisti a cancellare i graffiti “eccessivi” nei pressi della Moschea di Al-Azhar e il gesto ha ancor più fatto gridare liberali e sinistra contro la normalizzazione censoria guidata dal presidente Mursi. Eppure il desiderio di cambiamento non ha trovato finora forze e programmi per una realistica trasformazione della società e la lotta in atto, anche nella prossima tornata elettorale, assume i contorni dell’esclusivo scontro per il potere. Gli echi di Tahrir non si spengono ma la rivoluzione resta un sogno.
Guarda il video sulle manifestazioni:
http://www.youtube.com/watch?v=EaMcjzzQAi8
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