Più di 40,000 persone – secondo i sindacati – hanno sfilato questa mattina nel centro di Bruxelles contro l’austerity e i tagli al lavoro e allo stato sociale rispondendo all’appello lanciato dai tre principali sindacati. “I pensionati, i disoccupati e i malati non hanno neanche il minimo necessario”, ha lamentato il leader della Csc, Claude Rolin. I sindacati protestano in particolare contro la decisione del governo di congelare gli stipendi, i pagamenti delle sovvenzioni sociali e il salario minimo. Anche se i sindacati non hanno indetto uno sciopero generale, i trasporti pubblici hanno funzionato a rilento in tutto il Paese, soprattutto gli autobus nella capitale.
“Il ministro del lavoro Monica De Coninck sottovaluta la collera e la determinazione dei lavoratori e dei loro sindacati” dice il sito del Ptb. “Le rivendicazioni con le quali hanno manifestato oggi sono molto più consistenti di un semplice “aggiustamenti nella allocazione della prosperità” come afferma il ministro.
Già il 7 febbraio scorso sempre a Bruxelles erano scesi in piazza migliaia di lavoratori pubblici accusando il governo di varare una riforma previdenziale che di fatto mira a non sostituire più coloro che nell’amministrazione pubblica vanno in pensione per limiti di età. Secondo i sindacati, con le nuove “riforme” i dipendenti pubblici perderebbero fra i 2000 e i 3000 euro lordi all’anno invece di vedere i propri stipendi essere almeno rivalutati sulla base dell’aumento del costo della vita.
A fine gennaio erano stati invece i lavoratori siderurgici della Mittal-Arcelor a scendere in piazza contro la chiusura delle acciaierie, e duri scontri con arresti e feriti si erano verificati nel centro della capitale belga.
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