Il protocollo segreto che riporta lo scontro fra Ariel Sharon e gli altri ministri del governo di Menachem Begin all’indomani della pubblicazione del Rapporto ufficiale sulle stragi di Sabra e Shatila (Beirut, 1982) è stato pubblicato ieri dall’Archivio di stato di Israele e divulgato dal quotidiano Haaretz.
Nel corso della seduta di governo Sharon si rifiutò di rassegnare le dimissioni e accusò anzi i ministri di volerlo ”decapitare”. In particolare polemizzò con gli estensori del Rapporto (redatto dal giudice Yitzhak Kahan) che lo accusavano di aver sbagliato ad autorizzare l’ingresso nei campi profughi palestinesi di centinaia di falangisti cristiani libanesi (di estrema destra) ”allo scopo di risparmiare le vite di militari israeliani”.
Sharon, secondo il protocollo, difese la sua scelta e rilevò poi che né i servizi segreti militari (Aman), nè il Mossad ”né alcuno fra di noi” aveva saputo prevedere che i falangisti avrebbero compiuto una strage come quella che costò la vita a migliaia di palestinesi. ”Nemmeno i vertici dell’esercito, avevano previsto quel pericolo” affermò Sharon durante la concitata riunione dei ministri del gabinetto israeliano. ”Io non penso proprio, signor primo ministro, di dovermi dimettere”, ribadì quindi Sharon rivolgendosi a Begin. Il quale invece approvò le conclusioni del rapporto e quindi ordinò la immediata rimozione di Sharon dall’incarico di ministro della difesa.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa