Si chiama Patrick Corsi, è milanese ed ha 30 anni l’attivista italiano rimasto ferito in maniera seria questa mattina nel corso della dura repressione scatenata dall’esercito occupante israeliano a Kfar Kaddum, nei pressi di Nablus, in Cisgiordania, contro i dimostranti palestinesi.
L’italiano è un membro dell’International Solidarity Movement, un’associazione internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.
Secondo il Ministero degli Esteri di Roma l’italiano sarebbe stato ricoverato all’ospedale Rafidia di Nablus e poi trasferito in un altro ospedale a Ramallah. Anche se le sue condizioni sono state definite “critiche” dai sanitari ora sarebbe fuori pericolo e in via di stabilizzazione.
Secondo il ministero della Salute palestinese, Corsi stava partecipando alle proteste della popolazione locale contro l’occupazione israeliana e contro la chiusura della principale strada di collegamento tra il villaggio e Nablus (lontana circa 13 km) quando è stato colpito allo stomaco e al petto di diversi proiettili sparati dai soldati israliani. Insieme a lui è rimasto gravemente ferito anche un giovane manifestante palestinese di 18 anni. Anche altri palestinesi che protestavano sono stati intossicati dai gas lacrimogeni sparati in grande quantità dall’esercito occupante.
Il ministro della Sanità palestinese, Jawad Awwad, ha denunciato che “Sparare munizioni vere all’indirizzo della parte superiore del corpo dei manifestanti è (…) un deliberato tentativo di omicidio”. “Israele -ha proseguito il ministro- non fa differenza tra attivisti umanitari stranieri, palestinesi o anche giornalisti”.
(la foto non si riferisce all’episodio odierno)
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Pelullo Francesco
Massacri giornalieri, nella piena indifferenza della comunità internazionale
70 anni di omicidi un lento genocidio.
Del popolo palestinese.
La politica sionista, razzista, del governo israeliano e sottovaluta. Della loro tragedia ne hanno fatto una speculazione continua olocausto commerciale .