A gennaio il tasso di disoccupazione ufficiale inGreciaha toccato il nuovo livello record del 27,2%. In pratica il numero dei senza lavoro è triplicato da quando la crisi economica, nel 2009, ha cominciato a farsi sentire per il paese. Senza considerare che la popolazione nel frattempo si è ridotta di parecchie decine di migliaia di giovani e non solo che sono espatriati, emigrati in altri paesi alla ricerca di un lavoro, abbassando di fatto il numero dei disoccupati censiti dall’istituto Elstat. Ora il tasso di disoccupazione ellenico è più del doppio di quello medio dell’Eurozona, che nel frattempo è comunque arrivato al 12%. Ancora più drammatico lo scenario, se si guarda al tasso di disoccupazione giovanile, ossia tra i 15 e i 24 anni, che ha raggiunto il 59,3% a gennaio di quest’anno, mentre a gennaio del 2012 era del 51%. Nel suo sesto anno di recessione, l’economia greca sembra sempre più lontana dall’uscita dal tunnel: quest’anno il Pil dovrebbe segnare un nuovo, significativo, calo attorno al 4,5%.
I sindacati hanno deciso intanto di proclamare un’altra mobilitazione generale. Il prossimo 1° maggio si terrà un nuovo sciopero generale per protestare contro l’ondata di tagli imposti dai creditori internazionali al governo Samaras. La decisione è stata annunciata ieri dal principale sindacato ellenico, il Gsee. Le dimostrazioni non cadranno tuttavia nel giorno della Festa dei lavoratori, quest’anno posticipata al 7 maggio per consentire ai commercianti di massimizzare le proprie vendite in occasione della Pasqua ortodossa in calendario il prossimo 5 maggio.
Ma quasi ogni giorno ci sono categorie di lavoratori e cittadini che protestano contro il governo Samaras e contro i diktat della troika.Ieri è toccato alla Federazione degli Insegnanti delle scuole elementari della Grecia (Doe) che ha proclamato un’astensione di tre ore per permettere a tutti i maestri di partecipare alle manifestazioni organizzate per protestare contro una circolare diffusa dal ministero che prevede il taglio di numerosi posti di lavoro. Ma anche i dipendenti del ministero per lo Sviluppo Agricolo ellenico sono stati in sciopero per tutta la giornata.
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cassandra
A questo punto a che serve protestare?
Bisogna costringere Samaras, con le buone o le cattive, a uscire dall’euro.
Nessuno va più a lavorare, nessuno paga più le tasse e le bollette, nessuno va più a votare.
Tanto peggio di così non può andare.
Mi sembra strano che i greci e i sindacati non arrivano a queste conclusioni.
Sembra quasi che preferiscano fare le vittime.