Ultim’ora. Il Presidente Maduro ha vietato la manifestazione convocata dalla destra per domani, mercoledi. Intanto l’esercito ha ricevuto l’ordine – pubblicato sulla Gazzetta ufficiale – di rimanere nelle caserme e di non intervenire nelle strade.
I morti confermati sono diventati otto nelle città di Zulia, Táchira y Caracas, lo ha confermato il magistrato Luisa Ortega Díaz. Sono tutti militanti del Psuv e della sinistra, tranne uno morto bruciato nell’incendio appiccato ad un centro clinico gestito dai medici cubani oggetto di un assalto squadristico.
In nove degli stati federali del Venezuela si registrano aggressioni di vario tipo, un dato che dimostra la vocazione fascista dell’opposizione la quale cerca di replicare il medesimo scenario del 2002 con il colpo di stato e quello del 2003 con lo “sciopero petrolifero”.
In seguito all’appello del candidato della destra Capriles a non riconoscere i risultati elettorali e a realizzare dei semplici cacerolados “per drenare le tensioni”, gruppi dell’opposizione hanno scatenato diversi tipi di aggressione, contro le sedi, i centri clinici ma anche le abitazioni di militanti chavisti, della stessa presidente della Commissione elettorale Tibisay Lucena, dell’ex vice-cancelliere William Izarra, dell’ex governatore Luis Reyes Reyes. Perfino contro alcuni artisti impegnati nella rivoluzione bolivariana come Winston Vallenilla, il cantante Fiorentino Primera o la giornalista Jessica Sosa,
Intanto più di duecento organizzazioni hanno attivato il Fronte Popolare per la Difesa della Rivoluzione e della Pace, uno spazio per l’unità rivoluzionaria con l’obiettivo di affrontare la battaglia di fronte all’evidenza di un golpe che intende disconoscere la vittoria di Nicolas Maduro nelle elezioni presidenziali di domenica. Le organizzazioni popolari in un comunicato hanno esortato il popolo a costituire in ogni territorio i comitati e un comando di difesa della Rivoluzione “per garantire la pace, l’allegria e la continuità del processo rivoluzionario per decisione della maggioranza”.
I giovani comunisti, il PCV e militanti bolivariani con una manifestazione cacciano i fascisti che avevano occupato la sede della Commissione elettorale. Guarda il video:
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VaecgDXLAlQ
La destra venezuelana, uscita sconfitta – anche se di misura – dalle elezioni presidenziali, sta cercando di rovesciare i risultati scatenando assalti e scontri nelle varie città del Venezuela. Gli assalti squadristi si sono concentrati contro alcune sedi e abitazioni di militanti del Psuv, il partito del neo-presidente Maduro, ma anche contro locali di Petrocasas e centri medici.
A Táchira è stato assassinato il militante chavista Henry Rangel Aroza,. A Miranda, hanno ucciso un altro militante, Luis Ponce. A La Limonera, nel municipio di Baruta, risulta uccisio un altro militante rivoluzionario. A Palo Verde, a est di Caracas è stato incendiato un CDI (centro diagnostico) , così come a Oropeza y Trapichito de Guarenas, dove gli squadristi della destra affermano di “dare la caccia ai medici cubani”.“E’ in corso un golpe” denuncia il governatore di Maracaibo, El Aissami.
Anche il presidente costituzionale Nicolas Maduro denuncia già da ieri la preparazione di una operazione tesa a disconoscere i risultati elettorali del 14 aprile e generare un colpo di stato nel paese. Dal canto suo la presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Tibisay Lucena, ha ribadito oggi che il sistema elettorale ha funzionato in piena regolarità. “Il sistema elettorale ha funzionato perfettamente; tutto il paese è testimone della rapidità con cui si è arrivati all’esito delle votazioni. Differentemente da altri processi, questo volta prevediamo meno problemi di altre volte”.
La decisa condanna delle minacciose affermazioni dell’opposizione si è levata unanime da tutto il Sud America e gli organi elettorali venezuelani sono stati nettamente chiari: il Presidente della commissione elettorale dell’UNASUR e il CNE hanno invitato Capriles ha riconoscere la sconfitta, i Presidenti di Argentina, Brasile, Uruguay, Bolivia, Ecuador e delle massime autorità di Cuba hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla chiara vittoria di Maduro.
”Maduro ha inequivocabilmente vinto, spetta a lui, al PSUV, a tutti i partiti e movimenti sociali che lo sostengono iniziare fin da subito il lavoro di prosecuzione dell’opera di Chavez e di continuare nella costruzione del Socialismo del e nel XXI Secolo in Venezuela afferma in un comunicato la Rete dei Comunisti “Nei prossimi giorni la rivoluzione socialista bolivariana attraverserà una fase importante che dobbiamo sostenere, ci sentiamo chiamati in causa dall’appello all’appoggio rivoluzionario lanciato dal Presidente Maduro, dal PSUV e dal PCV”.
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Cubisto
Come fu in un lontano passato sui campi di Spagna, come in Nicaragua negli ’80, COME SEMPRE dove si resiste e si lotta per la giustizia sociale, il grido è sempre uno, la consegna la stessa: NO PASARAN !!!