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Paese basco: una muraglia umana contro la repressione

Oier Lorente, Mikel Arretxe, Aitor Olaizola, Nahikari Otaegi, Egoi Alberdi, Ekaitz Ezkerra, Adur Fernández e Imanol Vicente. Sono otto ragazzi e ragazze che la magistratura speciale spagnola ha condannato l’8 aprile a sei anni di carcere. La loro ‘colpa’? Aver militato nella più grande organizzazione giovanile basca nonostante essa, Segi, fosse stata messa fuorilegge. Per anni hanno organizzato manifestazioni, cortei, conferenze stampa, concerti, petizioni, presidi, occupazioni. Esattamente come fanno i loro compagni e coetanei nel resto d’Europa. Ma sono baschi, e per di più di sinistra e indipendentisti. E quindi la loro attività è stata considerata, dai tribunali che Madrid ha ereditato dal franchismo, illegale e terroristica. E dal Tribunale Supremo di Madrid sono piovute su di loro condanne assurde, kafkiane, così come è accaduto in questi anni a centinaia di giovani attivisti e dirigenti di Segi.
Questa volta però gli otto giovani, che nel frattempo sono diventati madri e padri, lavoratori e precari, non si sono lasciati arrestare senza colpo ferire. E attorno a loro, a denunciare l’ingiustizia e l’assurdità di una condanna che punisce le idee e la partecipazione, il movimento giovanile basco ha costruito una straordinaria iniziativa di solidarietà.

Per più di 48 ore gli otto giovani sono stati circondati e difesi da una vera e propria muraglia umana solidale. Centinaia di ragazzi e ragazze, in certi momenti migliaia, li hanno protetti con il loro corpo e la loro determinazione all’interno di una enorme tenda montata nella via principale di Donostia, quella dalla quale si accede alla parte vecchia della città basca.

Ieri notte per ben due volte una decina di camionette dell’Ertzaintza, la polizia autonoma basca, si sono fermate a sirene spiegate accanto al tendone, prima a mezzanotte e poi alle quattro. Ma poi alla vista di centinaia di giovani che gridavano slogan e cantavano canzoni di lotta, frapponendosi tra gli agenti in assetto antisommossa e gli 8 imputati da portare in carcere, i comandi dell’Ertzaintza hanno rinunciato.

Da quando la notizia della condanna degli otto giovani è stata diffusa, in tutto il Paese Basco si sono svolti cortei e conferenze stampa di denuncia, alla quale hanno partecipato parecchie migliaia di persone. Il corteo più numeroso sabato scorso, a Donostia. E poi la decisione di impedire, o almeno ritardare il più possibile l’arresto, costruendo una barriera umana.

askegunea2Finché questa mattina, intorno alle sei, le camionette sono tornate, cariche di centinaia di agenti della Brigata Mobile. Determinati questa volta a realizzare gli arresti. Davanti a loro 800 ragazzi e ragazze, che hanno di nuovo rifiutato di abbandonare i loro compagni e le loro compagne al loro destino. E così, dopo mezz’ora di fronteggiamento, i poliziotti in assetto antisommossa hanno cominciato a portar via i manifestanti – che opponevano resistenza passiva, seduti a terra – uno per uno, fermandoli e identificandoli. Mentre altre camionette si piazzavano intorno al viale che costeggia la parte vecchia di Donostia per impedire l’arrivo di altri militanti e attivisti, gli agenti hanno continuato la loro opera di sgombero della grande tenda ribattezzata dai giovani baschi ‘Aske Gunea’, ‘zona libera’. Uno sgombero che, in base agli accordi presi con il senatore indipendentista Urko Aiartza, avrebbe dovuto essere del tutto pacifico, senza cariche e senza botte. Ma così non è stato; molti dei giovani e dei giovanissimi attivisti di Ikasle Abertzaleak e di Ernai, i due principali movimenti giovanili baschi, sono stati trascinati violentemente via, alcuni manganellati o presi a calci da agenti sempre più spazientiti, sommersi dagli slogan e dai canti della muraglia umana. Mentre scriviamo sei degli otto ragazzi condannati sono stati ammanettati e portati via. Oltre a sei dei condannati dal Tribunale Supremo, la polizia autonomica agli ordini del governo regionale del Partito Nazionalista Basco ha arrestato anche altre due persone, accusate di ‘resistenza e attentato all’autorità’.
Una nuova pagina vergognosa nel corposissimo libro della sopraffazione scritto in questi decenni dai governi e dalla classe politica spagnola. Un’ennesima dimostrazione di quanto Madrid non voglia avviare con la sinistra e il popolo basco nessun reale processo negoziale.

Gli arresti questa mattina: http://www.youtube.com/watch?v=xvu5xZwYBNI
Il video della manifestazione di sabato a Donostia: https://www.youtube.com/watch?v=8ipRaugB_Mc
Un video sul tentativo frustrato di arresto: https://www.youtube.com/watch?v=9EQKyfGvfj4

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