Il rapporto, preparato da un centro di ricerca israeliano, molto vicino ai circoli del processo decisionale in Israele, racconta, che le varie agenzie di sicurezza in Israele, dall’inizio della crisi in Siria, stanno seguendo, con preoccupazione, ciò che sta accadendo sul terreno. Dal controllo delle istituzioni alle strutture militari siriane, alle varie unità e soprattutto le capacità missilistici difensive e offensive, oltre a seguire lo sviluppo di reti e centri di ricerca militari, alcuni dei quali sono state colpiti per mano di bande di terroristi e da Israele.
“Al-Manar” che ha avuto possesso di una copia del rapporto, aggiunge, che in Israele e nella regione c’è chi desidera e lavora per il prolungamento della crisi siriana e quindi allontanare una soluzione politica, per quanto sia possibile. Pur sapendo che una soluzione politica sia inevitabile, e che la caduta della leadership siriana, è un compito impossibile, senza che ci sia un l’intervento militare diretto e chiaro. Ma gli Usa e l’Occidente temono che questo intervento sia controproducente, non solo al livello militare, ma anche a livello di reazioni popolari in diverse regioni del Medio Oriente.
La relazione riconosce che vi è una nuova valutazione americana, che indica il fallimento del piano americano di dividere il mondo arabo in cantoni autonomi, dopo la collisione del treno americano con la ferma resistenza siriana.
Secondo il rapporto israeliano, le segnalazioni provenienti dal campo di battaglia in Siria, sia attraverso le informazioni raccolte dall’intelligence sia dalle parti legate alle bande terroriste, o grazie a agenti dell’intelligence israeliana piantati all’interno della Siria sotto protezione e copertura dell’intelligence saudita, turco e del Qatar, questi segnalazioni affermano che la prossima battaglia deciderà la posizione sul campo, sarà a beneficio del regime siriano, dove l’esercito usa tattica militare compatta e spinge le bande terroristiche a cadere rapidamente, in trappole e imboscate, pre-costruiti.
Secondo il rapporto, Israele condivide le preoccupazioni con i paesi circostanti la Siria, i quali hanno partecipato apertamente o in segreto al sostegno militare, di intelligence e logistico ai gruppi terroristici.
Questo appoggio che talvolta leda l’immunità di sicurezza del loro territorio, questi attori temono la permanenza della leadership siriana e la non disttruzione dello Stato, come risultato di un processo politico. E alla luce delle informazioni ricevute da dentro della Siria che parlano di grandi opportunità per il ritorno del presidente Bashar al-Assad al potere, in qualsiasi reale prossime elezioni presidenziali in Siria anche nel quadro del periodo transitorio, che viene incoraggiato da quella parte che sta cercando una soluzione politica alla crisi siriana.
Il rapporto rileva che Israele, come il resto degli alleati dell’America nella regione, hanno paura della sopravvivenza del presidente siriano e la sua permanenza alla guida di un paese,che mantiene tuttora una potenza e capacità militare, che non ha risentito in termini di arsenale e missilistico difensivo,questi trasformiranno il presidente Assad in forza, del nuovo Nasser, e questo significa che Assad e il suo paese saranno i numeri più forte nell’equazione del Medio Oriente.
Questo, continua il rapporto, aumenterà fortemente l’ascesa già iniziata di al-Assad, nella regione.Gli unici perdente saranno quelle forze che hanno sostenuto gli sforzi della distruzione dello Stato siriano, della sua gente, e del suo esercito e della sua leadership.
Questi forze perdente premano ora su Israele di trovare un pretesto necessario per prolungare la crisi in Siria, nella speranza di trovare una scappatoia appropriato nella fortezza diga che circonda Damasco che impedisce qualsiasi avanzamento dei gruppo terroristici verso la capitale. Il rapporto israeliano rivela che ci sono stati tentativi, di assicurare armi pesanti sofisticate alle bande terroristiche nel disperato tentativo di ripristinare un qualche tipo di sogno sperato e desiderato.
La relazione conclude che il grande successo ottenuto da parte dell’esercito siriano è basato sulla pulizia e l’avanzamento nelle aree controllate dalle bande terroristiche, e impedire che i terroristi tornano di nuovo.
Le ultime accuse, del presidente Usa Obama, rivolte all’esercito dello Stato siriano di utilzzare armi chimiche, fanno venire alla mente, quelle menzogne raccontate prima della guerra all’Iraq di qualche anno fa. Fermiamoli prima che sia troppo tardi.
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