Gli aggiornamenti
20.50 – Cala la sera su Piazza Taksim. E’ stata la terza giornata senza incidenti con la polizia, che il governo ha ritirato sabato pomeriggio dalla spianata. Manifestanti e agenti anti-sommossa fino alla notte scorsa si sono scontrati duramente, ma in altri quartieri della megalopoli e in altre città. Sulle parecchie migliaia di giovani, e meno giovani, che questa sera presidiano la grande spianata, dopo le esplosioni delle granate assordanti e le nuvole bianche dei lacrimogeni dei giorni scorsi calano ora le note rassicuranti della musica classica. L’orchestra filarmonica Borusan ha deciso di esibirsi per i manifestanti. ”Anche i capulcu amano la cultura” ironizza un giovane. Capulcu in turco vuol dire i vandali. Un termine che spopola su twitter da quando Erdogan tre giorni fa l’ha usato per minimizzare la protesta dei giovani, una rivolta, aveva detto, di ”3 o 5 capulcu”. Tutto su Taksim è diventato ‘capulcu’. Nel pomeriggio i ragazzi hanno organizzato sedute di yoga ‘per capulcu’. Poi, con qualche mattone (invece di usarli contro la polizia, come nei giorni scorsi) hanno costruito una biblioteca dei capulcu, con libri a disposizione dei manifestanti, accanto a un ‘muro della solidarietà. Altri mattoni, sui quali anonimi posano pacchetti di biscotti, succhi di frutta, fazzoletti di carta, mele, bottigliette d’acqua. Su Taksim, spiega un ragazzo, ”fra le cariche della polizia é nata una grande famiglia”.
20.00 – Migliaia di manifestanti hanno di nuovo invaso piazza Taksim di Istanbul, nel quinto giorno di proteste anti-governative, estesesi a diverse città del Paese. I manifestanti scandiscono slogan contro il premier turco Recep Tayyp Erdogan e ne chiedono le dimissioni.
18.20 – E’ stata per ora una giornata calma in Turchia, dopo gli scontri violenti della notte scorsa a Istanbul, Ankara, Smirne e Antiochia. Migliaia di manifestanti si sono concentrati nella centrale piazza di Kizilay, nel centro della capitale, chiusa su un lato da un fitto cordone di agenti in tenuta antisommossa. Dei manifestanti hanno offerto fiori ai poliziotti che chiudono la strada che porta agli uffici del premier Recep Tayyip Erdogan.
16.50 – Le violente proteste antigovernative in corso in numerose città della Turchia si sono estese anche nella parte settentrionale dell’isola di Cipro sotto occupazione militare turca dal 1974, nella cosiddetta Repubblica Turca di Cipro del Nord (Rtcn), lo stato fantoccio proclamato unilateralmente nel 1983 e riconosciuto solo da Ankara ma non dalla comunità internazionale. Da sabato scorso, come mostrano le immagini delle tv turco-cipriote, centinaia di manifestanti, per lo più studenti, stanno inscenando dimostrazioni in diversi punti della capitale Lefkosa (come e’ chiamata la parte Nord di Nicosia occupata) ma anche nelle città costiere di Famagosta, Kerynia e Morphou. Un gruppo di studenti si é radunato davanti alla sede dell’ambasciata di Turchia a Lefkosa scandendo slogan contro il premier turco Recep Tayyip Erdogan e, all’indirizzo dei manifestanti turchi, gridando frasi come ”auguri dall’isola di Cipro: Nicosia e piazza Taksim fianco a fianco contro il fascismo”. La polizia turco-cipriota ha cordonato la zona intorno alla sede diplomatica e vi sono stati brevi tafferugli fra dimostranti e agenti ma senza feriti.
16.30 – Si allarga l’adesione allo sciopero generale indetto in Turchia per oggi e domani dal sindacato Kesk (Confederazion dei sindacati del settore pubblico), contro la violenta repressione delle proteste di piazza degli ultimi giorni. Un altro dei sindacati più rappresentativi della Turchia, il Disk (Confederazione dei sindacati progressisti) ha annunciato la sua adesione alla giornata di sciopero di domani. Oggi, intanto, gli iscritti al Kesk si sono presentati al lavoro vestiti di nero e con un nastro nero al braccio, in segno di lutto per la morte di tre manifestanti, prima di smettere di lavorare alle 12, ora dell’inizio dello sciopero. L’astensione dal lavoro era stata indetta inizialmente contro una riforma nel settore del lavoro pubblico, ma é poi diventata un’espressione di solidarietà con i manifestanti.
16.10 – Sulle reti sociali diversi manifestanti turchi accusano la polizia di avere usato gas lacrimogeni scaduti contro la protesta antigovernativa dilagata negli ultimi giorni in tutto il paese. Alcuni di loro hanno ipotizzato che questa potrebbe essere la spiegazione degli effetti particolarmente forti sull’organismo dei manifestanti dei lacrimogeni. Su twitter @Fulyacondas ha pubblicato la fotografia di un candelotto esploso raccolto per terra a piazza Taksim a Istanbul sul quale c’é in turco la scritta ”Fabbricato nel 2006” – ”Usare entro il 2011”. Molti manifestanti hanno denunciato il forte effetto tossico dei gas usati massicciamente dalla polizia a Istanbul, Ankara, Smirne, Antalya e in altre città.
15.40 – Il manifestante morto nella notte negli scontri a Hatay (Antiochia, sud della Turchia) non sarebbe deceduto per un colpo d’arma da fuoco sparato dalla polizia. Lo riferisce la procura citando il primo rapporto dell’autopsia. I medici legali non avrebbero trovato ”nessun foro di entrata o di uscita di un proiettile”, ma hanno constatato una frattura nella scatola cranica di 3 centimetri per 2,5. Era stato il governatore di Hatay a riferire che Abdullah Comert, 22 anni, era morto per ”gli spari da parte di una persona non identificata”. Secondo il leader del Chp di Antiochia Servet Muallaoglu, il ragazzo é morto dopo essere stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno. Molti manifestanti hanno affermato negli ultimi giorni che in diversi casi gli agenti hanno sparato i candelotti lacrimogeni ad altezza d’uomo mirando proprio alla testa i dimostranti.
15.15 – Un interessante servizio della Tv di Mosca Russia Today – http://www.youtube.com/watch?v=o3_jyLp5FK0
15.00 – Un video sugli scontri di ieri ad Ankara: http://www.youtube.com/watch?v=uHc3t9yKlRo
14.25 – Da Izmir dallo stesso Quartier generale della Polizia hanno fatto sapere che gli elementi in borghese che negli ultimi giorni hanno aggredito con mazze e bastoni gruppi di manifestanti…erano poliziotti in borghese. Nessun accenno però a eventuali punizioni o indagini.
14.15 – Protesta degli avvocati contro la repressione e la limitazione alla loro agibilità all’interno del tribunale di Caglayan, ad Istanbul.
14.00 – Video, una settimana di resistenza da Gezi Park a tutta la Turchia: http://www.youtube.com/watch?v=59XPBtofVGA
13.30 – Un interessante video con immagini, interviste e ricostruzioni della rivolta turca e sulle sue ragioni: http://www.youtube.com/watch?v=TJp6yCodAZE
13.00 – “La Turchia deve condurre un’indagine approfondita e indipendente sul comportamento delle forze di sicurezza nei confronti dei manifestanti scesi in piazza in tutta la Turchia”. Lo chiede l’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani. “Siamo preoccupati per le notizie di eccessivo uso della forza dal parte delle forze dell’ordine contro i manifestanti in Turchia” ha detto la portavoce Cecile Pouilly. “Accogliamo con favore l’ammissione delle autorità che può esserci stato un uso sproporzionato della forza e il loro appello a un’indagine sui funzionari di polizia che avrebbero infranto la legge e violato gli standard internazionali sui diritti umani” ha detto Pouilly ai giornalisti. “Queste indagini vanno condotte in modo tempestivo, completo, indipendente e imparziale, e i colpevoli vanno consegnati alla giustizia” ha aggiunto. Insomma dovrebbero essere le autorità governative turche a indagare sul loro stesso operato…
12.30 – La polizia turca ha sparato, nei giorni scorsi, gas lacrimogeni persino all’ingresso del pronto soccorso di piazza Taksim, dove venivano portati i dimostranti feriti negli scontri di Istanbul. Lo denuncia Amnesty International in un appello al premier turco Recep Tayyp Erdogan a porre fine alle violenze sui manifestanti.
12.20 – Dal 29 maggio, oltre 2000 persone sono rimaste ferite in diverse città della Turchia, quando la polizia ha usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni contro i manifestanti. E’ il bilancio fornito da Amnesty International in base a quanto riportato dall’Associazione medica turca. In particolare 1500 persone sono rimaste ferite a Istanbul, 414 ad Ankara, e 420 a Smirne. L’Associazione medica turca ha dichiarato che la maggior parte delle lesioni sono state causate dall’uso di idranti e lacrimogeni. Il conteggio non tiene conto dei feriti nelle altre città turche dove le manifestazioni, a volte imponenti, sono state attaccate brutalmente dalla polizia.
12.00 – La polizia turca ”ha fatto il suo lavoro” negli ultimi giorni, ma ha subito ”provocazioni da parte di organizzazioni illegali”. Lo ha affermato oggi il vicepremier turco Bulent Arinc, che dirige il governo in assenza del premier Recep Tayyip Erdogan, in visita nel Maghreb. In una conferenza stampa Arinc ha anche accusato, come Erdogan due giorni fa, il Chp, il principale partito di opposizione, di essere dietro alle manifestazioni.
11.00 – Turchia: l’ultimo messaggio di un ragazzo ucciso
10.35 – Al bilancio dei morti, informano fonti turche, va aggiunta una manifestante in coma dopo essere stata colpita da un lacrimogeno ad Istanbul. Secondo il governo, la rivolta ha fatto finora 160 feriti tra i poliziotti e 60 tra i civili. Cifre ridicole: per l’Associazione dei medici turchi i feriti sono 2.500 soltanto tra Istanbul e Ankara. E altrettanti gli arrestati.
10.20 – Il sindaco di Antalya, città sulla costa mediterranea della Turchia, si é rifiutato di fornire acqua per i veicoli dotati di cannoni ad acqua impiegati dalla polizia per disperdere le manifestazioni di questi giorni. Lo riporta l’agenzia Dogan, ricordando come il sindaco Mustafa Akaydin faccia parte del principale partito di opposizione a livello nazionale, il kemalista Partito repubblicano popolare (Chp). Akaydin ha respinto la richiesta della polizia di attingere ai tank pieni di acqua impiegati in genere dai vigili del fuoco, giustificando la sua decisione con i problemi che potrebbero esserci in caso di incendi. Il ‘no’ del sindaco é stato però aggirato dalla polizia, che ha ottenuto dal presidente del municipio Kerpez della città – che appartiene al Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) del premier Recep Tayyip Erdogan – l’ok a utilizzare le scorte d’acqua destinate all’irrigazione di aiuole e parchi. Dall’ufficio di Turan Eren, governatore di Antalya – carica non elettiva, ma di nomina governativa – é arrivato un monito al sindaco Akaydin ad assecondare le richieste della polizia.
Il bilancio della giornata di ieri
Continuano manifestazioni e scontri, soprattutto ad Ankara e in alcuni quartieri di Istanbul, e purtroppo continua a crescere anche il numero dei manifestanti uccisi dalla dura repressione delle forze di sicurezza. Il conteggio ufficiale dei morti è arrivato ieri sera a tre, con il decesso di un ragazzo di 22 anni, Abdullah Comert, ucciso da un colpo d’arma da fuoco durante una manifestazione ad Antakya (Antiochia, provincia di Hatay), città al confine con la Siria. Secondo alcune fonti Comert era un attivista del Partito repubblicano popolare (Chp), il principale partito di opposizione turco, socialdemocratico e nazionalista. Altre due persone hanno perso la vita nei giorni scorsi negli scontri che hanno infiammato il Paese. Un altro giovane manifestante di sinistra, Mehmet Ayvalitas, è morto a Istanbul dopo essere stato travolto da un’auto che si è lanciata contro un gruppo di dimostranti antigovernativi. A perdere la vita è stato anche un altro giovane, Ethem-Sarisuluk, alla quale un poliziotto ha sparato alla testa a bruciapelo sabato, durante una manifestazione nel centro di Ankara. Questo il bilancio ufficiale: in realtà il conteggio fornito dai coordinamenti dell’opposizione è ancora più alto, e parla di cinque vittime, includendo altri due attivisti uccisi a Istanbul durante i duri scontri di venerdì scorso. Moltissimi sono i manifestanti ricoverati negli ospedali del paese in gravi condizioni, colpiti alla testa dai candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo o da pallottole di gomma. Molti coloro che hanno perso un occhio o del tutto la vista a causa anche dell’effetto dei gas Cs usati in quantità industriale dalle forze di sicurezza.
Scontri duri si sono verificati ieri in molte città della Turchia. Mentre a Taksim decine di migliaia di persone manifestavano contro il governo, scontri sporadici si sono verificati ai margini della grande spianata e poi si sono spostati nel quartiere di Besiktas, dove i manifestanti da giorni assediano gli uffici del primo ministro Erdogan, attaccati e dati alle fiamme. Anche ad Ankara per tutto il giorno ieri e poi in serata i reparti antisommossa hanno tentato di sgomberare Piazza Kizilay con idranti e gas lacrimogeni sparati di nuovo dagli elicotteri, mentre i manifestanti hanno risposto lanciando pietre e bottiglie. Manifestazioni – spesso attaccate dalla Polizia – si sono tenute nella giornata di ieri anche a Bursa (dove a migliaia hanno bloccato l’autostrada), ad Adana, ad Antalya, a Izmir, a Mersin, Samsun, Trebisonda.
Questa mattina alle 11 intanto comincia uno sciopero di ‘avvertimento’ contro il governo che sta guadagnando numerose adesioni. A proclamarlo ieri, per 48 ore, è stato il Kesk, la Confederazione dei sindacati dei lavoratori pubblici. “Il terrore di Stato messo in atto contro proteste assolutamente pacifiche sta continuando in modo tale da minacciare la sicurezza della vite dei civili” scrive la confederazione, che conta circa 240 mila iscritti nel settore pubblico e che ha chiesto ad alre sigle sindacali e ai lavoratori non organizzati di mobilitarsi subito contro la repressione e contro il giro di vite antipopolare che il governo ha impresso alle politiche economiche negli ultimi anni. In queste ore la mobilitazione sembra crescere vista la chiusura di scuole e facoltà universitarie in particolare ad Istanbul e ad Ankara.
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